Lisippo
Aspetto
Lisippo (390/385 a.C. – dopo il 306 a.C.), scultore e bronzista greco antico.
Citazioni su Lisippo
[modifica]- Di Lisippo la tradizione antica faceva un autodidatta, perché non solo sarebbe sorto da umili origini, cioè sarebbe stato da principio calderaio (Plin. XXXIV, 61), ma avrebbe ascoltato il consiglio del pittore Eupompo, il quale, alla sua domanda quale degli artisti precedenti dovesse seguire, gli avrebbe additato la folla degli uomini, dicendogli che bisognava imitare la natura e non un artista. (Alessandro Della Seta)
- Gli antichi magnificano in lui l'eleganza, l'estrema finezza dell'esecuzione; ed infatti qualcosa ne sorprendiamo ancora nelle migliori tra le copie, come quella dell'apoxyomenos. Ma oltre a ciò notammo un altro tratto caratteristico: il movimento comune, come temperamento ereditario, a tutte le figure anche quando la situazione non lo esiga. Ebbene: in questo movimento, nella peculiare sua estrinsecazione, rappresenta un progresso sostanziale nello sviluppo della scultura. (Emanuel Löwy)
- L'arte di Lisippo si presenta come una reazione dorica contro l'arte attica, la quale faceva una crescente parte al sentimento e poteva sembrare molle e sensuale. Lisippo modificò il Cànone di Policleto, ossia la tradizione classica del V secolo, con una tendenza più pronunciata verso l'eleganza, dando al corpo quasi otto volte la lunghezza della testa (in luogo di sette), facendo risaltare le articolazioni ed i muscoli a spese del loro inviluppo carnoso. Le sue teste non esprimono né la meditazione, né la passione, si limitano ad essere nervose e fine. (Salomon Reinach)
- Lisippo era considerato per la figura umana come il creatore di un canone opposto a quello di Policleto. Egli, pur mantenendosi fedele alla simmetria, cioè ad una regola di proporzioni tra le varie parti del corpo, modificò la statura salda e quadrata del tipo policleteo e, facendo più piccola la testa e più gracile e più secco il corpo, creò figure che apparivano di maggiore snellezza. Tale è l'aspetto dell'Apoxyomenos e dell'Agias. (Alessandro Della Seta)