Quino

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Quino nel 2014

Quino, pseudonimo di Joaquín Salvador Lavado (1932 – 2020), fumettista argentino.

Citazioni di Quino[modifica]

  • [Nei bagni della scuola] Che gli venisse 〰️🐚💥 al bottaio che travasa 218 litri di vino da una botte in non mi viene quante bottiglie da 75 centilitri cad.!! (Mafalda[1])
  • Sembrerà crudele, ma è una verità. Più che una verità: una legge della natura. "Nessuno può diventare davvero ricco senza far diventare povero qualcun altro". (Manolito[2])

Ci è sparito l'orizzonte![modifica]

  • Mafalda: Tu non senti a volte come se avessi dentro un inquilino che ti dice delle cose?
    Mamma: Certo. Ma non è un inquilino, è la voce della coscienza che parla a tutti come parla a te.
    Mafalda: Come a me? Figurati!... Credi che la coscienza di un generale oserebbe dargli del tu? (p. 9)
  • [Sul manganello] Il bastoncino per ammaccare le ideologie. (p. 9)
  • Che significa questo Pandolfi? Lei può lasciare la sua famiglia quando crede, perché è casa sua, però sa benissimo che in azienda sono io che decido i cambi di personale! (p. 20) [a un suo dipendente appena morto]
  • Tanti anni fa con il legno di uno stesso albero un falegname costruì una forca e una culla. Già immagino: con il suo "tipico humour", l'autore ci racconterà come il tenero bimbo che dormì in quella culla terminò i suoi giorni in quella forca! Tutto il contrario: forse la buona stella del dolce bimbo che dormì in quella culla... che arriverà, sì su quella forca, ma come fedele esecutore della legge. [boia] E così lavorò molti anni. E generò nuove e dolci creature che continuarono la tradizione familiare... continuano anche oggi nel lavoro di fedeli esecutori della legge affinché la pace, la tranquillità e la convivenza siano possibili nel nostro civilizzato mondo. Finalmente! Una pagina con un finale felice!! (p. 42)
  • Libertà: Cosa pensano a casa tua di come vanno le cose?
    Mafalda: Boh!
    Libertà: Almeno sono ottimisti. Nella mia pensano Puah! (p. 49)
  • L'indice si adopera troppo in politica... (Mafalda: P. 83)
  • L'indice è un dito fantastico: fa i numeri al telefono... sfoglia i libri... fa tacere la gente... schiaccia bottoni che contano... Ho un dito importante! (Mafalda: P. 83)
  • Ciò che non va nell'indice è che non serve per portare l'anello. Inoltre, è molto utile per dire "no"... ma guarda quanto è ridicolo per dire "sì". Né per l'anello, né per dire "sì"!... Si direbbe che non è un dito troppo matrimoniale!... (Susanita: P. 83)
  • Ricorda sempre, figliolo: è meglio essere il più intelligente degli stupidi, che il più stupido degli intelligenti. (p. 99)
  • Mi fa rabbia che mi dicano di non fare quello che so già di non dover fare! (Libertà: P. 107)
  • Felipe: C'è una parola in questo cruciverba che non mi viene, Manolito. Sai per caso quale sia il simbolo dell'uranio?
    Manolito: Aspetta... Dell'uranio... Vediamo... Dell'uranio... Dell'uranio... Dell'uranio... Pum? (p. 157)
  • Questo atlante ha dei bellissimi colori, ci sono paesi rosa, arancioni, verdi, gialli, viola. Tutti i paesi in tinte molto belle... che non hanno niente a che vedere con i colori delle loro intenzioni. (Mafalda: P. 157)
  • Radio: New York: esortazione del segretario generale dell'ONU per il disarmo.
    Mafalda: Esortazione? E cosa vorrà dire? Suppongo: "Perdita di tempo", o qualcosa del genere. [consulta il dizionario] "Esortare: incoraggiare a parole". Cosa ti ho detto? (p. 157)
  • – Papà, cos'è un arsenale termonucleare?
    – Un posto dove alcuni stati credono di avere il sesso. (p. 159)
  • Abbiamo combattuto quella guerra odiando il nemico con entusiasmo giovanile, senza pensare che il nemico poteva diventare un giorno un mercato interessante per i nostri prodotti. Perché non ci abbiamo pensato? Perché noi ci sentivamo più una patria che un paese esportatore. È buffo quanto poco naso si abbia, quando si è giovani! (p. 174)
  • Per me quello che non va è che pochi abbiano molto, molti abbiano poco, e alcuni non abbiano niente. Se questi alcuni che non hanno niente, avessero qualcosa del poco che hanno i molti che hanno poco e se i molti che hanno poco avessero un poco del molto che hanno i pochi che hanno molto, ci sarebbero meno pasticci. Ma nessuno fa molto, per non dire niente, per migliorare un poco una cosa così semplice... (Libertà: P. 179)
  • A me non disturba questo fatto che siamo tutti uguali, purché non ci vengano a dire che ci rassomigliamo. (p. 181)
  • È una vergogna come sia diventato caro essere ricchi! (p. 189)
  • Voi poveri sì che siete furbi, vero?!? Già ai tempi della Bibbia avete fatto in modo di avere una stampa favorevole!! E da allora "non abbiamo da vivere", "non abbiamo da vivere"!! Però, non solo non vi estinguete mai, ma ogni giorno che passa siete sempre più numerosi. Birichini!!! (p. 209)
Una statua di Mafalda
  • Libertà: Tu che sei sempre preoccupata per i pasticci che ci sono nel mondo, hai sentito parlare di Adamo e Eva?
    Mafalda: Sì, certo, perché?
    Libertà: Perché sembra che sia cominciato tutto da lì, e per una mela, pensa un po'! Per una misera mela, guarda come sono andate a finire le cose! Ti figuri se gli veniva in mente di mangiarsi un'anguria? Mamma mia! (p. 221)
  • Mafalda: Il petrolio viene dal fondo della terra, no?
    Felipe: Sicuro!
    Mafalda: Be', per lo meno è un incentivo ecologico sentire che ci riempiono i polmoni di qualcosa che viene dalle viscere della natura. (p. 221)
  • Mafalda: Non abbiamo un altro dizionario, papà? Questo è una porcheria! Dice che mondo viene dal latino mundus.
    Papà: E allora?
    Mafalda: Non mi interessa sapere da dove viene, ma dove va! (p. 221)
  • Disse l'uomo: e sia la rivoluzione industriale, si moltiplichino le fabbriche e si alzi il fumo delle ciminiere fino a oscurare i cieli di cenere di carbone e di gas di petrolio. E i cieli si annerirono. E l'uomo chiamò i cieli anneriti progresso. E l'uomo vide che il progresso era una bella cosa. E ci fu la luce e le tenebre. (p. 229)
  • Sì, certo, grazie a internet ora posso leggere i giornali internazionali e informarmi in tempo reale verso quale disastro sta andando il mondo precisamente per esserci ficcati, ora, a vivere in questo maledetto futuro nel quale viviamo e dal quale non sappiamo come uscire. (p. 246)
  • Si avverte che la mancanza o l'eccessivo consumo di questo denaro può provocare situazioni incresciose delle quali unico responsabile sarà l'utente. (p. 249)
  • Essere il denaro non è facile. Iniziamo con l'identità; esisto e vengo usato per corrompere, governare, costruire e distruggere in tutti i paesi del mondo, però in fondo, io, il denaro, da dove vengo? Chi sono? Sono George Washington da 1 dollaro? Un generale argentino da 100 pesos? Suor Giovanna Ines dei nuovi biglietti da 200 messicani? Un re [spagnolo]? Mah... Quale re? La cosa triste è che io, il denaro, vengo maneggiato sempre dagli altri, da gente capace di rubare e ammazzare per tenermi, e questo non posso controllarlo. (p. 257)
  • Vede, amico... lei non può vivere continuamente angosciato dalle paure generate dal mondo d'oggi. Perché non prova, ogni tanto, a pensare agli spaventi che promette il futuro? Vedrà, che sollievo il presente!! (p. 262)
  • Ma è mai possibile che in questo mondo nessuno può governare tranquillo, per questa dannata fissazione dei vari popoli di voler stare meglio di come stanno? (p. 265)
  • Meno male che il mondo arde sempre dall'altra parte!![3] (p. 272)
  • Quanto poco margine per l'eroismo lascia oggi la società a chi vuole lottare per le sue idee. (p. 275)
  • Sono le multinazionali, figliolo, celebrando un nuovo anniversario della loro indipendenza, quando un giorno come oggi riuscirono a liberarsi di ogni scrupolo etico. (p. 277)
  • Mafalda: Ieri ho sognato che ero all'ONU o qualcosa del genere.
    Felipe: Come "qualcosa del genere"?
    Mafalda: Qualcosa come l'ONU.
    Felipe: Ma era o non era l'ONU?
    Mafalda: Era un salone immenso pieno di delegati di tanti paesi. Così era l'ONU.
    Miguelito: Perché era? È finita l'ONU?
    Mafalda: Ma no, Miguelito!
    Miguelito: Ah! Credevo che fossimo rimasti privi di quei simpaticoni inoperanti. (p. 281)
  • Che un re ami più se stesso che il suo popolo è molto triste. Che un popolo ami più il suo re che se stesso è molto pericoloso. (p. 305)
  • Nessuno più si fida di lui; dopo una vita da irreprensibile corruttore non solo si fa coinvolgere in un affare pulito ma, per di più, appare tutto lordato di onestà. (p. 322)
  • I sogni di Igor sono pieni di situazioni demenziali. E la sua casa è popolata da allucinazioni. Qualcuno pensava fosse pazzo, ma Igor no: lui sa che sono solo giochi inoffensivi della sua mente. La sua immaginazione è la fonte di questo mondo irreale. Ed è il suo cervello che controlla questa irrealtà. Per questo Igor non ha paura di vivere dentro la sua irrealtà. Quello che veramente inquieta, spaventa e riempie di terrore e di panico Igor è avere a che fare con la realtà, perché, chi controlla la realtà? (p. 324)
  • Proprio quello che mancava!... Ci è sparito l'orizzonte!! (p. 337)
  • Insomma, come è questa faccenda? Siamo noi a farci la nostra vita, o è la vita a disfarci? (Mafalda: P. 363)
  • Sig. Dante Poveruomo gentile signore: in accordo con la sua data di nascita, che opera per mio conto, e tenendo presente che lei ha seguito un normale e sano decorso biologico, ho il piacere di comunicare che è riuscito a raggiungere un'importante tappa: in effetti, la sua gioventù è definitivamente terminata. Essendo questo un processo irreversibile, tale quale lo dispone la legge della natura, lei è promosso al periodo di esistenza immediatamente superiore. Null'altro da aggiungere, con viva cordialità. La vita (p. 387)
  • Ma dico io, al posto di sentirci nell'autunno della vita, non sarebbe più ottimista pensare di essere nella primavera della morte? (p. 389)

Note[modifica]

  1. Da Mafalda. Viva la contestazione, p. 161.
  2. Da Mafalda. Viva la contestazione, p. 225.
  3. Cfr. Vignetta in lingua originale su Wikipedia.

Bibliografia[modifica]

  • Joaquin s. Lavado (Quino), Ci è sparito l'orizzonte, a cura e traduzione di Ivan Giovannucci, con testi di Rosangela Percoco, RCS libri, Milano. ISBN 88-17-00873-7
  • Quino, Mafalda. Viva la contestazione, I classici del fumetto di Repubblica, n. 14, a cura di Enrico Fornaroli, Francesco Meo, Silvano Mezzavilla, Gruppo editoriale L'Espresso, Roma, 2004.

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