Marco Ferrando

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Marco Ferrando

Marco Ferrando (1954 – vivente), politico italiano.

Citazioni di Marco Ferrando[modifica]

  • Non è in discussione se possiamo stringere intese elettorali e tecniche per battere candidati leghisti, fascisti, berlusconiani. Ciò che è in discussione è l'autonomia del Partito comunista da uno schieramento democratico clintoniano che mette in forse le ragioni stesse della nostra esistenza. [...] Il trotzkismo non aveva come nemico solo lo stalinismo, anche la socialdemocrazia. E poi dopo il crollo del Muro si è aperto un dibattito tra forze legate a certe esperienze... (citato in Maurizio Caprara, E i neocomunisti applaudono Lenin, Corriere della sera, 22 gennaio 1994, p. 4)
  • La grande capacità comunicativa e retorica di Bertinotti è rivelata da un semplice fatto: il principale responsabile della disfatta è acclamato dal congresso del partito che ha distrutto; nonostante abbia riproposto la stessa linea di fondo che ha provocato la disfatta, inclusa la prospettiva dello scioglimento. È la misura plastica della crisi profonda e irreversibile di Rifondazione. (citato ne il manifesto, 27 luglio 2008, p. 6)
  • Per il comico guru [Beppe Grillo] "il Sistema" non è la dittatura degli industriali e dei banchieri sul lavoro salariato (per il quale non mostra interesse), ma l'indistinta cupola della "Vecchia Politica dei Partiti" che si intromette nella vita reale dell'"economia" (senza aggettivi) per condizionarne il corso e lederne le virtù. La soluzione? Non il rovesciamento del capitalismo, a partire dalla nazionalizzazione (senza indennizzo) delle banche, ma la difesa dell'autonomia delle banche dalla "Politica". Anche dalla politica anticapitalista. Non la nazionalizzazione di Unicredit, ma la difesa di Profumo, in ..compagnia di quella politica liberale dei "morti viventi" contro cui, a volte, si inveisce nei comizi. Non il controllo operaio e popolare sul sistema finanziario, quale condizione decisiva di un 'alternativa di società, ma un rosario di innovazioni telematiche e tecnologiche all'interno di questa società. Non un altro potere nel mondo reale, ma l'immaginario del mondo virtuale. Nel mondo reale, viva Profumo, e l'autonomia dei banchieri. Dunque il potere borghese. (da Il Profumo; citato in pclavoratori.it, 25 settembre 2010)

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