Maria Amalia di Sassonia

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Maria Amalia di Sassonia (1738)

Maria Amalia di Sassonia (1724 – 1760), regina consorte di Napoli e Sicilia dal 1738 al 1759, in seguito regina consorte di Spagna dal 1759 al 1760.

Citato in Anna Maria Rao, Una corte nascente[modifica]

  • È vero che Aranjuez è bello ed ameno, ma voi [ ] fate troppo torto all’amenità di Portici e Caserta. La prima per la sua situazione, vista ed allegria è unica al mondo. La seconda per la bellezza delle sue campagne e contorni [h]a il suo grandissimo merito. Qui bisogna sapere che sin che s’esce da viali, ed in qualche parte anche a canto a quelli, vi è subito l’Arabia deserta, cioè la più brutta campagna che si possa vedere: arida, arenosa, senza vedervi un arboscello; e vi dà una malinconia mortale. (dalla lettera a Bernardo Tanucci del 27 maggio 1760 da Aranjuez; p. 13.)
  • Stanno così umiliati [alla corte spagnola] che non hanno più animo di nominare niente delle cose loro ed in vero citerò solo questo: tutte le funzioni di corte sono una sporcizia a paragone della magnificenza e proprietà con la quale in Napoli si facevano. La corte stessa non è da paragonarsi [...] si vedono figure che danno schifo a vedere. Così a proporzione è tutto il resto. Per assuefarmi jo a questo paese credo che non basterà la mia vita. È troppo, è troppo crudele il cambio fatto, ed ogni giorno si conosce più. (dalla lettera a Bernardo Tanucci dell'8 luglio 1760 dal Palazzo del Buen Retiro; p. 13)
  • Napoli, la mia cara Napoli, è la pupilla degli occhi miei. E più pare che sia per lei il mio amore e premura ora che ne vivo lontana, che allora che godevo il suo delizioso soggiorno. (dalla lettera al principe di San Nicandro del 1 gennaio 1760; p. 14)
  • Oh quanto sono ingannevoli le mondane apparenze. Ognun crederebbe che molto contenta esser dovrei del cambio fatto; e pure, senza pensarci nemmeno un momento, lascerei di essere Regina di Spagna per tornare ad esserlo di Napoli [ ] Non posso lagnarmi di niente. In casa godiamo una perfetta tranquillità [ ] La nazione, grazie a Dio mi dimostra essere contenta di me, e pure non posso darmi pace d'aver dovuto lasciar Napoli. (dalla lettera al principe di San Nicandro del 5 febbraio 1761; p. 15)

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