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Maria Clelia Cardona

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Maria Clelia Cardona nel 2002

Maria Clelia Cardona (1940 – 2024), poetessa e scrittrice italiana.

Raffaela Fazio, lapoesiaelospirito.it, 5 giugno 2020.

  • Nel Vino del congedo molte poesie erano di argomento mitologico, nel senso che mi ero proposta di dare la parola a personaggi femminili del mito o della storia lasciati in ombra da una soverchiante presenza maschile. Euridice, Calipso, Persefone, Danae, Psiche, Lilith; e poi Santippe, la moglie di Socrate. Parlandone nella sua Introduzione, Luzi scrive: "Ecco, mi dicevo, come il mito e i passi della classicità possono essere assunti di nuovo nella circolazione del sentire attuale, non come ricuperi o reperti o citazioni ma come immedesimazioni sostanziali della continuità univoca dell'umano. [...] il mito cessa di essere mitologico e la soggettività emotiva della Cardona invoca quel paragone come presente perennemente coevo alla sofferenza umana, e dunque alla sua".
  • Della poesia di Luzi amo soprattutto la capacità di sollevare la quotidianità su un piano di assolutezza che ne preserva sia la verità umana sia la sostanza metafisica. E poi la capacità di sperimentare stili e linguaggi anche diversi conservando intatta la riconoscibilità della voce. Voglio dire che ho amato soprattutto Quaderno gotico e Primizie del deserto, ma anche Nel Magma. E infine l'ereditare la lezione dei simbolisti, di Mallarmé, Rimbaud, Rilke, e insieme quella di Dante, Leopardi. Condivido poi l'idea che la poesia debba essere sostenuta dal pensiero. Un lascito importante del poeta sul piano umano: la pietas, unita a lucidità intellettuale, nei confronti di chi gli è stato vicino. E poi l'orrore per la guerra.   
  • Per classicità non si intende compostezza aulica e bello scrivere, come si tende a credere, né il contrario di sperimentazione e modernità. Per restare ai latini, i classici hanno inventato il gioco lessicale (Plauto) e l'invettiva sarcastica (Marziale); l'ellissi vertiginosa (Tacito) e la crudezza scommatica (Catullo); il romanzo on the road (Petronio e Apuleio) e il pamphlet politico-civile. La loro lezione ci insegna soprattutto a dare un senso percepibile a ciò che scriviamo, senza dimenticare che alla base della poesia (e della letteratura in genere) c'è la forma, e che in ogni parola c'è un nesso inscindibile di suono e di senso, entrambi da rispettare. E che nella scrittura affiorano le nostre ombre, l'inspiegabile e inconoscibile magma dell'inconscio.   

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