Marianello Marianelli

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Marianello Marianelli (1915 − 2003), germanista, traduttore, saggista, scrittore, docente universitario italiano.

In La letteratura tedesca moderna[modifica]

  • Aruspice, stilita e stilizzatore anzi gran manierista e corruttore della problematica moderna Jünger di diritto entra nella storia del dandysmo europeo: un acciaiato dandy che trae luce da ogni contrasto col nichilismo moderno, suo indispensabile sfondo. (p. 384)
  • [Paul Celan] [...] Orfeo nel limbo delle parole. (p. 484)
  • Dimesso Orfeo tragico della poesia tedesca, non è accostabile a nessuna corrente o poeta; pure ha sofferto e pagato per tutti e più di tutti, in una situazione limite, la «condizione disumana» indicata dalla Bachmann nei confronti del mezzo espressivo, quella di sentire la lingua di tutti come una lingua morta. (p. 484)
  • [Sulla Todesfuge di Paul Celan] Le figure musicali che si alternano e si richiamano in questa «fuga» sono, appena velate, quelle tremende della tragedia tedesca: il tiranno Hitler, i suoi sicari o cani, le sue fanfare, gli emblemi femminili dei due popoli, ebraico e tedesco, le sue vittime esalanti per i camini dei forni a gas, la morte [...][1] Il più ermetico dei loro poeti ha così lasciato ai tedeschi il più tragico e armonioso monumento del loro orrore, delirante inno ebraico-cristiano, a versi alterni come canne d'organo, in cui la sintassi musicale quasi subentra a quella normale, lontanissimo dall'ira seppur sacrosanta delle sequenze di Enzensberger. I tedeschi non ne hanno altri da mettergli accanto [...] (pp. 484-485)
  • [Sulla lirica di Paul Celan] [...] condizionata dall'assurdo e dalla morte − anche della lingua – di cui essa è una meditazione o iniziazione; volendo è solo la lunga variazione di una poesia di Else Lasker-Schüler che incominciava: «Io so che devo morire...» di cui Celan usava pronunciare, tanto gli piaceva, solo l'inizio: «Ich weiß...»
    Molti critici se ne sono accorti quando nella primavera del 1970 Celan si è suicidato nella Senna. È allora stato e sarà facile, inutile e retorico trovare nelle poesie della raccolta uscita postuma, Lichtzwang (Obbligo di luce, 1970), e nelle più antiche gli infiniti indizi, a cominciare da «ihn ritt die Nacht» (lo cavalcò la notte), che rendono plausibile il suo gesto. Ora ci accorgiamo che questa specie di tragico Orfeo il cui contributo a un rinnovamento della lingua poetica tedesca, esiguo per quantità, è superiore per qualità a quello di chiunque altro, aveva gia scritto in Von Schwelle zu Schwelle il suo «cenotafio»: Ora egli andò e bevve uno strano liquore: | il mare. | I pesci | accorsero verso di lui? (pp. 488-489)

Bibliografia[modifica]

  • Vittorio Santoli, La letteratura tedesca moderna, con un'analisi della letteratura contemporanea di Marianello Marianelli, Sansoni/Accademia, Firenze/Milano, 1971.

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  1. Segue il testo della Todesfuge nella traduzione di Marianelli.