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Mario Corti

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Mario Corti (-), scrittore e giornalista italiano.

Introduzione a Le testimonianze del Tribunale Sacharov...

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Il principio del «non intervento negli affari interni» di una nazione sovrana, in sé evidentemente valido, si presta però ad utilizzazioni strumentali che non possono essere accettate. Ad esempio vi ricorrono di frequente quelle nazioni che più di ogni altra cosa temono che siano messi in mostra i loro «panni sporchi». Per esse il principio del «non intervento» funge da schermo protettivo destinato ad impedire che cittadini o governi di altri paesi interferiscano, nel tentativo di ovviare, almeno in qualche modo, alle ingiustizie che vi si commettono. Per converso, l'osservatore «esterno» può trovare nel principio del «non intervento» un comodo alibi che gli consente di non compromettere qualche suo interesse oppure anche semplicemente la propria tranquillità soddisfatta.

Citazioni

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  • I delitti contro l'umanità non possono e non devono essere considerati affari esclusivi di questa o quella nazione, ma riguardano l'umanità intera. (p. VII)
  • Le autorità sovietiche, diversamente da altri governi totalitari, si sono sempre dimostrate alquanto riluttanti ad accogliere in casa propria visitatori stranieri incaricati di indagare sulla situazione relativa all'attuazione dei diritti umani. Del resto, nemmeno i giornalisti stranieri accreditati a Mosca vengono ammessi nelle aule dei tribunali dove si celebrano processi politici «a porte chiuse». (p. VIII)
  • Solženicyn racconta che, dopo la guerra, la Svezia restituì all'Unione Sovietica un gruppo di marinai sovietici approdati sulle spiagge svedesi all'inizio del conflitto. Furono immediatamente rinchiusi in un lager per «tradimento della patria». (p. IX)
  • Richiesto da un giornalista se a suo avviso la stampa italiana dedichi uno spazio sufficiente ai fatti di repressione che accadono nei paesi dell'Est, il signor Enrico Berlinguer ha bensì ammesso che «si potrebbe fare di più», ma solo nel senso di «approfondire le ragioni storiche che hanno portato i socialisti in via di sperimentazione nei paesi dell'Est europeo a limitazioni nel campo della libertà».
    Non è molto se si tien conto che poco prima il Segretario generale del PCI aveva affermato, giustamente, essere il Cile «un paese fondato sulla dittatura, sull'oppressione e sulla tortura». (p. XV)

Quanto all'accusa di fare «propaganda antisovietica» mossa interessatamente al «Tribunale Sacharov», essa trova una lucida risposta nelle parole di Julij Borissovič Margolin, un ex prigioniero dei lager staliniani: «Si possono propagandare le opinioni, le dottrine, le idee, i programmi e gli ideali. Non si propagandano i fatti, i fatti si portano a conoscenza. Non si propagandano le conoscenze. Le conoscenze si diffondono».
La realtà fattuale, infatti, va affrontata secondo criteri che le sono propri, diversi comunque da quelli ideologici o partitici, eminentemente contingenti e strumentali.

[Mario Corti, Introduzione a Le testimonianze del Tribunale Sacharov sulla violazione dei diritti dell'uomo nell'Unione Sovietica, Cooperativa editoriale «La casa di Matriona», Milano 1976]