Massimo Tamburini

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Massimo Tamburini (1943 – 2014), designer italiano.

Citazioni di Massimo Tamburini[modifica]

  • [Sulla Ducati 916, parlando di Claudio Castiglioni] Ebbe un ruolo importante nel successo della 916, però mi ha dato massima fiducia e libertà di espressione. [...] Chiese una moto nuova, moderna, che fosse identificabile come una Ducati e per questo non doveva assomigliare ad una giapponese.[1]
  • [Su Claudio Castiglioni] [...] lui ha trasformato l'industria [motociclistica] italiana da cenerentola a principessa. Prima con il fratello Gianfranco, poi da solo, impiegando i capitali personali in ciò che sognava. Oggi l'industria nazionale sarebbe un'altra cosa e di questo gli sarò riconoscente per tutta la vita. Lo conoscevo dagli anni Settanta, lo incrociavo sulle piste, la sua passione si vedeva da lontano. Poi nel febbraio dell'85 ecco l'occasione che ci unì: ero uscito dalla Bimota già da due anni, e l'anno prima, 1984, avevo fondato con Roberto Gallina un piccolo centro ricerche. Claudio lo acquistò e da lì sarebbe nato il Centro Ricerche Cagiva. Dall'85 al 2008, una collaborazione di ventitre anni [...]. Claudio era un grande. Difetti ne aveva, certo, si entusiasmava anche troppo facilmente e qualche volta tendeva a fidarsi delle persone sbagliate. Ma nessuno è perfetto e poi da lui ho imparato molto, moltissimo. Era come un fratello, per me. Se abbiamo creato insieme delle cose belle è grazie a lui e alla libertà che mi ha sempre concesso.[2]
  • La [Ducati] 916 è stata un'icona di stile e prestazioni, ma quando si inizia un progetto non si pensa che possa cambiare il corso della storia. Con la 916 ho avuto molta fortuna: il motore era molto efficace, quindi il successo in pista è stato sensazionale. E la Ducati aveva molti sostenitori tra gli appassionati, il che diede un'ulteriore spinta dal punto di vista del successo del progetto.[1]

Intervista a Massimo Tamburini

Andrea Perfetti, moto.it, 22 maggio 2008.

  • [«Come si conciliano stile e progettazione?»] Il rapporto non è sempre semplice. Spesso chi disegna non conosce i problemi che incontra chi poi deve realizzare e usare un particolare.
  • [Sulla Ducati 916] Si voleva fare una moto sportiva che fosse immediatamente riconoscibile come Ducati, diversa dalle solite giapponesi. Esplorammo anche la strada dei telai tipo deltabox in alluminio, ma alla fine fu decisiva la scelta di Claudio Castiglioni e ci orientammo verso il classico traliccio. Difficile fu anche dare personalità all'anteriore, volevo che la moto avesse un fanale piccolo, ma i fornitori erano contrari. Alla fine la nostra scelta è stata premiata e ha tracciato la strada ai giapponesi. D'altra parte sono le viste anteriore e posteriore a rendere riconoscibile una moto. [«Anche il lato "B" di 916 ha fatto scuola, è stata la prima moto con gli scarichi sotto il codone»] C'era già la Honda NR 750 con gli scarichi sotto sella, ma lì erano chiusi alla vista. Con Ducati abbiamo scelto di percorrere una strada diversa, con la meccanica bene in vista secondo la classica scuola italiana, più spartana. È stato un successo incredibile, vedevi una 916 in strada e la riconoscevi subito.
  • La mia grande passione è la meccanica, non è tanto la parte in plastica. Quando ero in Bimota, non potendo contare su nessuno, ho cominciato a occuparmi anche di design e ho visto che mi riusciva abbastanza bene. Io mi sarei fermato al metallo.
  • [«Da dove arriva la sua passione per le motociclette?»] Tutta colpa di mio padre, che era un grande appassionato di motori. E del barbiere. [...] Da bambino tutte le domeniche volevo andare a tagliarmi i capelli, nella bottega del barbiere c'erano le foto alle pareti dei grandi campioni, in particolare quelli della Gilera. Non mi pareva possibile che esistessero delle moto così belle. La sera mi attaccavo alla radio ad ascoltare i risultati dei piloti Gilera. Non sopportavo che vincessero le MV. Ma guarda te il destino...

Note[modifica]

  1. a b Da 916: come una magia, SLICK nº 21, maggio-giugno 2023; citato in un post sul profilo ufficiale facebook.com, 26 maggio 2023.
  2. Citato in L'ultimo saluto dei motociclisti a Claudio Castiglioni, moto.it, 17 agosto 2011.

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