Michael Carreras

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Michael Carreras (1927 – 1994), produttore cinematografico e regista britannico.

Citazioni di Michael Carreras[modifica]

  • Noi ci siamo sempre ispirati all'espressionismo tedesco, ai film della Ufa. Il nostro gotico veniva di là: ci siamo arresi soltanto quando ci siamo accorti che non rendeva più.[1]
  • È difficile per il momento creare altri "mostri". L'horror richiede nuove componenti. Forse, come la Walt Disney, siamo finiti in una scatola di ghiaccio.[1]

Da Carreras, Francis, Guest, Lester

Intervista di Marco Zatterin al White Elephant Club, Mayfair, Londra, 12 febbraio 1986, integrata con estratti da altre interviste concesse a The Little Shop of Horrors e Halls of Horror; Fantafestival, 1986.

  • Credo proprio che la Hammer abbia avuto la fortuna di fissare uno standard, un nuovo approccio al modo di fare cinema. O, meglio, credo che abbiamo messo insieme un gruppo di tecnici in grado di imporre i propri standards. Ho l'impressione che tutti insieme abbiamo creato la "qualità Hammer", lo vedi chiaramente se pensi ai registi e ai cameraman che usavamo. Erano dei veri maestri.
  • [Su La maschera di Frankenstein] Dopo il primo Quatermass, avevamo capito che esisteva terreno fertile per rilanciare il cinema fantastico. Soprattutto avevo capito che il pubblico poteva provare simpatia per il mostro pur desiderandone la distruzione. Nessuno, comunque, avrebbe potuto immaginare che il successo sarebbe stato di quelle proporzioni.
  • [Su Terence Fisher] Era un uomo perfettamente competente e devoto al Gotico. Ho passato molte serate a discutere con lui sulle origini di questo suo sentimento ma non siamo mai arrivati a nulla. Era un regista romantico e, con tutto il rispetto che porto per Freddie Francis, devo dire che quest'ultimo non ha mai avuto lo stesso cuore di Terry.
  • C'è stato un momento in cui il vecchio approccio al film non era più adattabile alle nuove esigenze del mercato. E quando dico questo parlo del mercato horror anche se credo che bisognerebbe dare più importanza ai lavori che abbiamo prodotto al di fuori di questo genere. Il problema fu che tutti avevamo cominciato a girare film horror e la domanda andava lentamente saturandosi con prodotti giapponesi, tedeschi, spagnoli e statunitensi senza considerare quello che arrivava dall'America Latina e quello che veniva fatto in Inghilterra dalla Amicus e dalla Tyburn. Ad un certo punto gli americani, che erano il mercato maggiore, hanno detto basta e tutto il ciclo ha visto arrivare la parola fine. Voglio sottolineare che non penso siano stati i fans a perdere il proprio interesse nei nostri lavori. Credo che loro non sopportassero solo i punti in cui i film della Hammer cominciavano a deviare dalla vecchia strada, ritengo volessere sempre lo stesso tipo di film, senza contaminazione alcuna. I distributori non erano dello stesso avviso.

Da Hammer, la casa dai mille volti

Fantafestival, 1986.

  • Per un produttore, sceneggiatore e regista, un film è qualcosa che deve essere giudicato dagli altri, lui lo ha esaminato infinite volte. Ogni film diventa il meglio che il materiale che lo ha prodotto era capace di dare. Quando è finito è solo una cosa del passato e quello che conta è solo il successivo...
  • I film della Hammer hanno significato cose diverse per molta gente diverse ma credo che alla fine debbano essere considerati largamente responsabili per aver fatto accettare, sul mercato americano come su quello internazionale, il cinema inglese.
  • La Hammer tutta ha dato un contributo fondamentale alla storia del cinema inglese. Un grande contributo da una piccola compagnia indipendente di produzione, una di quelle che spesso vengono dimenticate dai critici per l'assenza di grandi nomi, ma che mai è stata abbandonata dagli studiosi del cinema inglese, dagli amanti del gotico o semplicemente dai suoi fans.

Citazioni su Michael Carreras[modifica]

  • Carreras è l’uomo che a poco a poco ha condotto l’Hammer Film al fallimento e poi si è ritirato nella sua fattoria in Spagna. (Luigi Cozzi)
  • Come regista gotico, Michael Carreras si trova evidentemente a disagio nel raccontare una storia in cui lui per primo non crede. (Luigi Cozzi)

Note[modifica]

  1. a b Citato in Mostro, dove sei?, La Stampa, 3 giugno 1986.

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