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La maschera di Frankenstein

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La maschera di Frankenstein

Descrizione di questa immagine nella legenda seguente.

Peter Cushing nel ruolo del barone Frankenstein

Titolo originale

The Curse of Frankenstein

Lingua originale inglese
Paese Regno Unito
Anno 1957
Genere Horror
Regia Terence Fisher
Soggetto Mary Shelley (Frankenstein o il moderno Prometeo)
Sceneggiatura Jimmy Sangster
Produttore Anthony Hinds, Max Rosenberg
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Note
Casa di produzione: Hammer Film Productions

La maschera di Frankenstein, film del 1957 con Peter Cushing e Christopher Lee, diretto da Terence Fisher.

Incipit

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Più di un secolo fa, in un villaggio di montagna, in Svizzera viveva un uomo i cui strani esperimenti con i morti sono diventati leggenda. La leggenda si è tramandata con orrore fino ai giorni nostri. È la leggenda de "la maschera di Frankenstein". (Testo)

Frasi

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  • Ma quando incominciò? Immagino che fosse quando andavo ancora a scuola. Ho sempre avuto una brillante intelligenza. Quel povero vecchio del mio maestro riusciva a darla a bere ai miei compagni, ma cosa sapeva? Mi insegnava le stesse scemenze da trent'anni e, secondo me, non aveva più aperto un libro negli ultimi venti. (Barone Frankenstein)
  • La mia prima impressione di Paul ebbe una pronta conferma. Egli si rivelò infatti un eccellente tutore. In due anni, imparai tutto ciò che egli aveva da insegnarmi, ma poi proseguimmo insieme penetrando nell'incognito, investigando, annotando, cercando e ricercando, finché a poca poco la nostra frenetica attività di studio cominciò ad assumere un unica direzione, verso la quale riversammo insieme tutte le nostre energie. Ci vollero anni di lavoro indefesso per scoprire quello che stavamo cercando, finché una notte, fuori dalla vista e dalle indiscrezioni del resto della casa, i nostri sforzi furono colmati dal successo. (Barone Frankenstein)
  • Ma il mondo è preparato per le rivelazioni fatte dagli scienziati? Esiste una enorme differenza tra conoscere un dato fenomeno e conoscere come sfruttare tale fenomeno per il bene dell'umanità. Il difetto di noi scienziati è che ci stanchiamo presto delle nostre scoperte, e le rendiamo note ad un pubblico che non è pronto per esse. Poi, noi ci rituffiamo di nuovo nell'oscurità dell'ignoranza ricercando altre verità che saranno male utilizzate proprio nello stesso modo, al momento opportuno. (Prof. Bernstein)
  • Il lavoro di tutta una vita andò distrutto, distrutto in un attimo, e dalla stessa mano che gli aveva dato la vita. In mezz'ora non rimase più niente di lui. Questa è la mia storia, la pura e semplice verità. Voi non mi credete, vero? Ma dovete credermi! (Barone Frankenstein)

Dialoghi

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  • Prete: Mi è stato detto che volevate parlarmi. È il conforto spirituale che cercate, figliolo? Ditemi.
    Barone Frankenstein: Serbate il vostro conforto spirituale per chi crede di averne bisogno.
  • Paul Krempe: C'è un certo intervallo tra la reazione cardiaca ed i primi visibili segni di vita. Sarebbe il tempo necessario ai primi battiti per far circolare il sangue in tutto il corpo. Se noi potessimo ritardare o prolungare il periodo in cui il corpo è apparentemente morto mentre il cuore è vivo, avremmo un corpo animato dalla minima scintilla di vita. Immagina che significherebbe nell'esecuzione di operazioni importanti. Potremmo salvare centinaia di vite. Lo choc ridotto al minimo senza perdita di sangue. Victor, a fine mese c'è il Congresso Medico a Berna. Sarà pronta la documentazione?
    Barone Frankenstein: Può darsi, ma non ci parteciperemo.
    Paul Krempe: Perché no? Il Congresso successivo sarà fra un anno. Perché aspettare tanto?
    Barone Frankenstein: Dobbiamo aspettare. Ciò che abbiamo fatto è nulla in confronto a ciò che faremo. Abbiamo solo cominciato, solo aperto la porta. Ora è giunto il momento di entrare attraverso quella porta e vedere quello che c'è aldilà. Ma non ti rendi conto? Abbiamo scoperto la fonte della vita e l'abbiamo usata per resuscitare un essere morto. Questa è un eccezionale scoperta, Paul. Ma non dobbiamo divulgarla. Bisogna procedere alla fase successiva. Abbiamo restaurato la vita quando ormai era estinta. Non dobbiamo limitarci a riportare i morti alla vita. Dobbiamo creare dall'inizio, fabbricare una creatura nostra, crearla dal nulla.
    Paul Krempe: Da cosa? Si può sapere che diavolo stai dicendo?
    Barone Frankenstein: Non ci pensare. Dobbiamo procurarci i pezzi: gli arti, gli organi. E poi dobbiamo costruire.
    Paul Krempe: Ma che cosa?
    Barone Frankenstein: La cosa più complessa sulla Terra: l'uomo stesso. Noi dobbiamo creare un essere umano, un uomo con un fisico perfetto, le mani di un artista e la materia cerebrale di un genio. Possiamo farlo, capisci?
    Paul Krempe: Niente affatto. Tutte quelle che dici sono sciocchezze, una rivolta contro la natura, un'iniziativa diabolica.
    Barone Frankenstein: Andiamo, Paul, di che cosa hai paura? Non hai avuto scrupoli finora. E la rivolta contro la natura non l'abbiamo già sperimentata con successo? Non è stabilito che i morti restano morti per sempre? Eppure li abbiamo riportati alla vita. Noi racchiudiamo nelle palme delle nostre mani segreti di cui non si è mai neanche sognato, e se la natura ha innalzato barriere per circoscrivere il campo dell'uomo, noi le abbiamo abbattute. Nulla può fermarci ora.
La creatura, interpretata da Christopher Lee
  • Barone Frankenstein: Cosa ne pensi?
    Paul Krempe: È orribile!
    Barone Frankenstein: I lineamenti non sono importanti. Ciò che conta è che ho creato un essere che vivrà e respirerà. Rimarginate le cicatrici, non sarà poi tanto brutto.
    Paul Krempe: Io ti supplico, Victor. Smetti ciò che stai facendo o sarà troppo tardi.
    Barone Frankenstein: Ma perché ti ecciti? Non faccio male a nessuno. Ho solo spogliato qualche tomba. Lo fanno barbari, dottori e scienziati. Se no, come conosceremmo la complessità dell'organismo umano?
    Paul Krempe: I dottori lo fanno in vista del bene dell'umanità. Tu invece non otterrai altro che male.
    Barone Frankenstein: Ma come fai a dire questo? Ammetto che non è decisamente un campione di bellezza, ma non dimenticare che i tratti somatici sono in funzione di ciò che c'è dentro, nel cervello. Con un animo nobile, la faccia assume l'espressione di benevolenza. Una mente perversa, una brutta faccia. Per questo useremo il cervello di un genio, e quando il cervello comincerà a funzionare dentro il cranio, allora il viso assumerà i caratteri della saggezza e dell'intelligenza. Ti ho detto che mi mancava l'ultima fase: il cervello, il cervello di un intelletto superiore, con una vita intera di conoscenze acquisite. Immagina, Paul. La mia creatura nascerà con un bagaglio di sapienza.
    Paul Krempe: Victor, dove conti di prendere questo cervello?
    Barone Frankenstein: Lo troverò.
  • Barone Frankenstein: Elizabeth sostiene che io passo troppo tempo in laboratorio.
    Elizabeth: Si rinchiude la dentro per ore ed ore, Professore. Non dorme e non mangia. Secondo me, il mondo sarebbe molto meglio senza tante ricerche ed esperimenti, almeno il mio mondo.
    Prof. Bernstein: Forse ha ragione la signorina. Si passano tanti anni della nostra esistenza rinchiusi in stanze polverose cercando oscure verità, scavando, consultando, finché si è troppo vecchi per godersi la vita.
  • Paul Krempe: Siete mai entrata nel suo laboratorio? No, non è possibile concepire le cose orribili che si è promesso di fare.
    Elizabeth: Cosa state cercando di dirmi, Paul? Che Victor è un pazzo? Un malvagio?
    Paul Krempe: Né l'uno né l'altro. È talmente preso dal suo lavoro che non ne afferra le conseguenze che potrebbero risultarne.
  • Paul Krempe: Dobbiamo distruggerlo prima che riprenda conoscenza. Hai capito?
    Barone Frankenstein: Come? Che cos'hai detto?
    Paul Krempe: Che devi distruggerlo, e subito.
    Barone Frankenstein: Paul, ma non capisci che sono riuscito?
    Paul Krempe: Riuscito?! Riuscito a farti quasi strangolare. Altri dieci secondi e...
    Barone Frankenstein: Questa è la mia creazione.
    Paul Krempe: Sì, un pazzo criminale che ha tentato di ucciderti.
    Barone Frankenstein: Perché il cervello si danneggiò quando tu mi aggredisti. Ciò significa che è colpa tua. È colpa tua se non è come volevo che fosse. Ma riuscirò a riparare il cervello. È il risultato che conta. Ho creato un essere umano.
    Paul Krempe: Mi hai promesso di distruggerlo, Victor.
    Barone Frankenstein: Quando avrò terminato i miei esperimenti.
    Paul Krempe: Ma non ti accorgi che hai creato un mostro?
    Barone Frankenstein: Non ha importanza!
  • Paul Krempe: È questa la tua creatura di sorprendente intelletto? Un perfetto essere umano? Quell'animale?! Ora fagli una domanda di fisica superiore. Ha tutta una vita di nozioni dietro di sé, quindi gli riuscirà facile.
    Barone Frankenstein: Stammi bene a sentire, quello è tanto il risultato della tua opera quanto della mia. Sì, io gli ho dato la vita, gli ho messo un cervello in testa, avevo scelto un cervello eccezionale, ma tu prima l'hai danneggiato, poi l'hai trapassato con un proiettile. Questa è colpa tua, Paul. Hai capito? Colpa tua.
    Paul Krempe: Sì, ho capito.
    Barone Frankenstein: Ma tu non vincerai. E vuoi sapere perché non vincerai? Perché io continuerò. Se non riuscirò a rimediare con la chirurgia, mi procurerò un altro cervello, e un altro, e un altro ancora.

Citazioni su La maschera di Frankenstein

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  • Cushing è ottimo, ma la regia di Fisher non è così geniale come vogliono molti cinefili. (Il Mereghetti)
  • Dopo il primo Quatermass, avevamo capito che esisteva terreno fertile per rilanciare il cinema fantastico. Soprattutto avevo capito che il pubblico poteva provare simpatia per il mostro pur desiderandone la distruzione. Nessuno, comunque, avrebbe potuto immaginare che il successo sarebbe stato di quelle proporzioni. (Michael Carreras)
  • È il film che ha definitivamente lanciato nel firmamento dell'horror la casa britannica Hammer e i suoi futuri divi, Peter Cushing e Christopher Lee. [...] Veloce, cinico, ricco di atmosfera è un film che rende di nuovo attraente un percorso già allora risaputo. (Dizionario dei film horror)
  • Si può dire che con questa pellicola, datata 1956, nasca la tradizione dell'horror britannico; già vi sono presenti tre personaggi che ritroveremo spesso in qualità di inevitabili punti di riferimento per la produzione a venire: il regista Terence Fisher ed i due interpreti Cushing e Lee. (Dario Argento)
  • Il mostro incarnato da Christopher Lee è una belva a tutti gli effetti. Alla luce di questa considerazione il trucco creato per lui dallo specialista Phil Leakey è perfettamente adatto al personaggio: un volto butterato di cicatrici, una maschera rivoltante quale quella di un lebbroso che riflette l'anima di una creatura che nulla ha di umano.
  • La maschera di Frankenstein si segnala per l'estrema graficità dei dettagli orrorifici che presenta: mani tagliate, cervelli trapiantati su corpi semi putrefatti... un campionario di orrori che oggi forse può non impressionarci più dato ciò che vediamo regolarmente sugli schermi dei cinema o durante i notiziari in televisione, ma che nel 1957 costituisce un indubbio elemento di forte shock per il pubblico, al quale mai sino ad allora erano state offerte immagini del genere.
  • Mentre il dottor Frankenstein interpretato da Colin Clive nella serie della Universal era uno scienziato di buoni sentimenti che soltanto per errore creava un mostro, nel film della Hammer del novembre 1956 Peter Cushing è uno studioso geniale ma del tutto privo di scrupoli che non esita a ricorrere al delitto per procurarsi un pezzo (il cervello) che gli serve per completare la sua creatura. In altre parole, malgrado l'apparente identicità del tema, il Frankenstein della Hammer e quello della Universal sono due film diversissimi tanto nel concetto di base che nell'ambientazione della storia. Cushing è pronto a tutto pur di arrivare ai risultati che desidera e sicuramente è più perfido del suo stesso mostro.
  • The Curse fu infatti una sorta di banco di prova per l'equipe Hammer, una palestra per imparare le nuove regole del cinema horror nell'epoca del colore. L'esperimento fu premiato da un enorme successo di incassi, oltre ogni aspettativa, dando il via a una vera e propria rinascita dell'horror cinematografico. Tuttavia, i critici ufficiali erano molto severi con i film della Hammer e fin dagli inizi sentenziarono che il filone non avrebbe funzionato. Al contrario gli spettatori regalavano quasi immancabilmente dei risultati economici eccezionali: con pochi mezzi e scarsi investimenti, la Hammer riusciva a realizzare dei film di grande successo internazionale.
  • L'aspetto del Mostro era una grande innovazione, che ne allontanava l'immagine dalla classica testa quadrata con gli elettrodi portata al successo da Boris Karloff negli anni Trenta. Il problema era che non si poteva imitare il make-up dei Frankenstein prodotti dalla Universal, perché era protetto da copyright, ed era necessario cercare qualcosa di completamente differente. Christopher Lee affrontò almeno tre prove per il make-up della creatura, con il truccatore Phil Leakey. In alcuni primi tentativi il naso di Lee era schiacciato o con delle protesi, tanto da farlo sembrare un animale, poi si arrivò al trucco definitivo, che è stato definito "da incidente stradale". Poiché la creatura era composta di frammenti prelevati ad altri corpi, si realizzò un volto irregolare, pieno di cicatrici e con un occhio latteo.
  • Per caratterizzare un personaggio che non parla e può comunicare solo con i movimenti, gli atteggiamenti, le reazioni, Lee mise a frutto le sue esperienze come mimo. E la sua interpretazione resta memorabile, soprattutto per la capacità di rendere il dolore della creatura, senza parlare e solo con i movimenti e gli sguardi.
  • È stato nel 1957 che ho cominciato ad interpretare ruoli veramente bizzarri per le produzioni Hammer. Quando mi proposero la creatura Frankenstein, non il mostro, mi sono detto: nessuno ti conosce, non il nome, né il volto. Se avrai successo sarai famoso, se il film non va non succede niente. E venne il successo, Dracula e tutto il resto.
  • Il film era indubbiamente ottimo, e poi mi ha dato la grande possibilità di lavorare insieme con Peter (Cushing), una delle migliori persone che abbia mai incontrato, un amico insostituibile e di grande levatura morale. Non ricordo con particolare affetto il film a causa del pesante make-up, che mi costrinse a recitare in uno stato di grande disagio. Ricordo che il primo giorno delle riprese entrai completamente truccato nel camerino di Peter dicendo: "guarda qua, tutto questo sacrificio e non dico nessuna battuta nel film, non una singola parola!" ero molto seccato e lui mi rispose con lo humour inglese che lo distingueva "sei fortunato, io ho letto lo script".
  • Per la prima volta la mia statura giocò a mio favore e con lei tutta la mia esperienza. L'attività passata come mimo mi aiutò moltissimo per quella parte senza battute.

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