Michail Tomskij

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Michail Tomskij

Michail Pavlovič Tomskij, pseudonimo di M. P. Efremov (1880 – 1936), sindacalista e rivoluzionario sovietico.

Citazioni su Michail Tomskij[modifica]

  • Nel 1927 Bukarin e Tomski proclamavano cinicamente: «Con la dittatura del proletariato, due, tre, quattro partiti possono coesistere, ma ad una condizione: uno al potere e gli altri in prigione.» Bukarin e Tomski hanno fatto in seguito, per loro conto, l'esperienza dello Stato-prigione. Tutti i quadri del vecchio partito sono distrutti. I sopravvissuti della lotta contro lo zarismo sono in prigione. I compagni di Lenin sono stati uccisi o sono dispersi. (Ugo D'Andrea)
  • È singolare che tra i seguaci di Bucharin e Rykov[1] fosse anche il più in vista tra i capi dei sindacati russi, Tomski. Egli è uno scettico, politico realista, che aveva accettato come un fatto indiscutibile il carattere agricolo dell'economia russa: secondo lui l'operaio russo non doveva correr dietro a chimere, ma cercar di farsi nelle condizioni attuali un tenore di vita quanto migliore possibile. E se il paese si lasciava rovinare dagli esperimenti utopistico-socialisti, chi ne avrebbe avuto maggiormente a soffrire sarebbe stato proprio l'operaio, che avrebbe di nuovo sofferta la fame. (Arthur Rosenberg)
  • Tomski rappresentava quella minoranza, soprattutto di operai qualificati e meglio stipendiati, che, stanchi di rivoluzioni, non volevano più saperne di mitologia socialista. Essi intendevano di proteggere e migliorare le proprie condizioni di vita con l'aiuto dei sindacati, né li disturbava il fatto che lo Stato avesse a riprendere a poco a poco un carattere semiborghese. Infatti gli operai qualificati non ne avrebbero sofferto nella loro situazione professionale. C'era press'a poco lo stesso rapporto, fra Tomski e lo Stato dei Soviet, come tra un socialista dell'Europa occidentale e il suo Stato borghese capitalista; e questo spiega come mai proprio Tomski sia stato, negli anni dal 1925 al 1927, il più fervido patrocinatore dell'unione tra gli operai russi ed i sindacati socialisti europei. (Arthur Rosenberg)

Note[modifica]

  1. Nikolaj Ivanovič Bucharin e Aleksej Ivanovič Rykov, esponenti della cosiddetta "opposizione di destra" del partito guidato da Stalin.

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