Mirone
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Mirone di Eleutère (... – V secolo a.C.), scultore greco antico.
Citazioni su Mirone
[modifica]- Giustamente l'antichità poteva dire di lui (Plin. XXXIV, 57), che aveva moltiplicato la verità ma che, curioso soprattutto dei corpi, non aveva reso lo stato dell'animo. E così Mirone, mentre è il primo dei grandi scultori dell'antichità, è l'ultimo degli scultori arcaici. Egli aduna in sé ed affina i pregi dell'arte anteriore, chiude grandiosamente un'epoca antica ma non dischiude un'epoca nuova. (Alessandro Della Seta)
- Il giovane atleta [il discobolo] è rappresentato nel momento in cui, secondo le regole dell'arte, poggiando sulla gamba destra si è così rivolto su se stesso che volge il dorso alla meta, e brandendo con la destra il pesante disco stende il braccio per il lancio che egli ora eseguirà con forte movimento e rivolgimento del corpo. Questo atto di massima tensione può durare solo un istante: questo istante Mirone l'ha fissato nella sua statua. L'arditezza del motivo, il «distorto» delle figure, secondo l'espressione di un antico giudizio, risalta assai bene se si guarda il corpo non soltanto dalla veduta principale trattata a modo di rilievo, ma dal di dietro. (Anton Springer)
- L'ideale di Mirone è limitato; esso non vuole l'individuale con tutte le sue varietà, ma il generale della vita, cioè le situazioni generali come si sviluppano sotto certe date condizioni. [...].
Vi sono due tendenze, quella di generalizzare l'individuo e questa fu di Mirone e della sua scuola, e l'altra di individualizzare ancora più le divinità, e questa fu di Fidia e della sua scuola. (Ettore De Ruggiero) - Maggiore di Kalamis[1], un vero innovatore fu Mirone di Eleutere [...]. Come i Peloponnesi egli lavorava regolarmente in bronzo (di lega eginetica), particolarmente statue di vincitori negli agoni più diversi. Delle sue opere non possiamo additare in copie la vacca, celebre particolarmente presso i Romani per la sua vivezza; altre si rivelano come il riflesso ideale della ginnastica e portano al grado più alto la naturalezza piena di vita, la rappresentazione di manifestazioni energiche di forza, di azioni rapide che venivano colte ritmicamente nel breve istante di riposo tra due movimenti. (Anton Springer)
- Mirone fece il Discobulo in una nuova attitudine; e forse anche nella positura delle sue statue stanti o sedenti fu assai vario: certo è che Quintiliano nella varietà delle posizioni lo adduce in esempio. Inoltre i suoi soggetti furono ben vari: non solo egli figurò uomini, ma eziandio animali di diverse specie, e fra questi la celebre vacca, in cui lode abbiamo 36 epigrammi nell'Antologia greca lib. IV, e tanti altri versi latini, che quest'opera sembra essere stata fra tutte la più pregiata dalle Muse e da Apollo. Mirone sarebbe stato uguale ad ogni altro, se alla fecondità nell'arte avesse unita la espressione degli animi, e la diligenza per ammorbidire i suoi lavori, specialmente ne' capelli e ne' peli: ma non giunse mai a questa finezza. (Luigi Antonio Lanzi)
- Quando il grande Mirone, rincorbellito dalla vecchiaia, si vide arrivare in studio come modella Laìde[2], perse la testa e le offrì tutto ciò che possedeva purché restasse la notte. E siccome essa rifiutò, l'indomani il poveruomo si tagliò la barba, si tinse i capelli, indossò un giovanile chitone color porpora e si passò una mano di carminio sul viso. «Amico mio», gli disse Laìde, «non sperare di ottenere oggi ciò che ieri rifiutai a tuo padre». (Indro Montanelli)