Nina Siciliana
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Nina Siciliana (... – ...), poetessa italiana del XIII secolo.
Citazioni di Nina Siciliana
[modifica]- Ecco, Signor, la greggia tua d’intorno | cinta di Lupi a divorarla intenti; | ecco tutti gli onor d'Italia spenti, | poiché fa altrove il gran pastor soggiorno. | Deh quando fia quell'aspettato giorno, | ch'ei venga per levar tanti lamenti; | e riveder gli abbandonati armenti, | Che attendon, sospirando il suo ritorno?[1]
- [...] il volgo inerte, che dal rio costume | vinto ha d'ogni suo ben la via smarrita, | come degna di biasmo ognor m'addita | che ir tenti d'Elicona al sacro fiume. | All'ago, al fuso, più che a lauro o al mirto, | come che qui non sia la gloria mia, | vuol ch'abbia sempre questa mente intesa. | Dimmi tu omai, che per più dritta via | a Parnaso ten vai, nobile spirto, | dovrò dunque lasciar sì degna impresa?[2]
- Tapina me che amava uno sparviero, | amaval tanto ch'io me ne moria; | a lo richiamo ben m'era maniero, | ed unque troppo pascer nol dovria. || Or è montato e salito sì altero; | assai più altero che far non solia; | ed è assiso dentro a un verziero, | e un'altra donna l'averà in balìa. || Isparvier mio, ch'io t'avea nodrito; | sonaglio d'oro ti facea portare, | perchè nell'uccellar fossi più ardito. || Or sei salito siccome lo mare, | ed hai rotto li geti[3]e sei fuggito, | quando eri fermo nel tuo uccellaro.[4]
Citazioni su Nina Siciliana
[modifica]- Contrastasi dai dotti l'anteriorità nella vulgare poesia fra Nina Siciliana e Gaja da Camino. [...]. So certamente, ch'ella fu detta Nina di Dante, per l'amore da lei portato a Dante da Majano, del quale si accese alla lettura de' suoi versi: si vuole ancora ch'ella non lo abbia veduto mai, e che soltanto un metafisico sorprendente amore le abbia ispirate soavissime rime. Ciò proverebbe in questa donna un'anima oltre ogni dire bollente, ed un cuore fatto per l'amore il più puro; il quale avrebbe probabilmente operato prodigi, se fosse stato avvalorato dalla vicinanza di grato oggetto e perfezionato dalla santità di legittimi nodi. (Ginevra Canonici Fachini)
Note
[modifica]- ↑ Al papa perché ritorni da Avignone a Roma; citato in Luigi Cancrini, Gemme o collezione di poetesse italiane antiche e moderne dal 1290 al 1855, Napoli, 1855, Nina Siciliana, p. 1.
- ↑ Al Petrarca; citato in Luigi Cancrini, Gemme o collezione di poetesse italiane antiche e moderne dal 1290 al 1855, Napoli, 1855, Nina Siciliana, p. 2.
- ↑ Lacciuoli di pelle che vengono legati ai piedi dei falconi o di altri rapaci. Cfr. Francesco De Sanctis, Storia della letteratura italiana, vol. I, p. 18, nota 1.
- ↑ Lamento d'amore tradito, citato in Francesco De Sanctis, Storia della letteratura italiana, Cav. Antonio Morano, Napoli, 18904, vol. I, p. 18.
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