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Orso bruno

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Un orso bruno

Citazioni sull'orso bruno.

Citazioni

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  • Benché pigro e pesante mostra un'agilità grandissima nell'arrampicarsi sugli alberi, nello strisciare lungo le pareti rocciose, nel nuotare, nel correre galoppando.
  • È animale diffidente, che fugge ogni pericolo, schiva ogni altro animale, fa vita notturna ed ha solo un breve periodo di socievolezza durante la sua prima età in cui passa il tempo a dilettarsi coi suoi riuscendo grazioso non ostante la sua naturale goffaggine. Dopo i due anni comincia a perdere la sua giovialità, abbandona ogni compagnia, si fa sempre più... orso e non esce se non a notte inoltrata.
  • L'Orso è conosciuto fin dalle epoche più remote e mentre prima era comune dalla zona glaciale alla torrida, è andato in seguito man mano sempre più diminuendo da per tutto sia per le mutate condizioni di terreno, sia per le persecuzioni di cui è vittima da parte dell'uomo che lo ricerca e solamente per cacciarlo, e per allevarlo e addomesticarlo, e per usufruire della carne e dell'abbondante suo grasso, e per far uso della sua fitta ed ispida pelliccia. In America sono anche ricercate le sue carni salate e specialmente i suoi prosciutti ritenuti ottimi.
  • Le carni dell'Orso sono sempre molto gradite a quelle popolazioni e un Orso ammazzato rappresenta sempre un boccone prelibato: io stesso che le ho saggiate le ho trovate tenere e di ottimo sapore.
  • Nonostante la sua poca socievolezza naturale, si addomestica con una certa facilità e zingari serbi e montenegrini, profittando di questa sua qualità, portano in giro orsi che tirano di scherma, che ballano, che saltano, che suonano e che raccolgono soldi.
  • I bei giorni dell'orso sono passati. Esso può trattenersi soltanto nei luoghi dai quali l'uomo, coi suoi tormenti, è rimasto lontano. La progressiva coltura del suolo, la diradazione delle vaste foreste che la nostra Europa possiede ancora, insomma l'irruzione dell'uomo dovunque, respingono più e più il nostro eremita e lo bandiranno totalmente, almeno dall'Europa centrale e meridionale.
  • I movimenti dell'orso sembrano più pesanti di quello che sono, poiché malgrado il suo pacato andamento nelle scorriere abituali sa molto bene correre in caso di bisogno, ed è in grado di raggiungere presto un uomo sul suolo piano. Nella salita la sua corsa è proporzionalmente ancora più veloce che non in pianura, perché le lunghe gambe posteriori gli giovano maravigliosamente; nella discesa per contro cammina con prudenza per paura di capitombolare.
  • In vero è comico, ma tutt'altro che buono ed amabile. Non si mostra coraggioso se non quando non vede altra via di scampo. Intellettualmente è mal dotato, piuttosto stupido, indifferente e pigro. Tutti i felini ed i cani sono più intelligenti di lui. La sua bontà deriva unicamente dalla poca attitudine alla rapina, appare ridicolo solamente per le sue forme. Il gatto è coraggioso, il cane è scaltro, l'orso è rozzo e non raffinato. La sua memoria è debole, esso non è dotato di una intelligenza calcolatrice. La sua dentatura lo destina ad un cibo misto, perciò rapina di rado e solo in modo limitato. Questo è scarso merito, e non gli se ne può tener conto. È poco suscettivo d'istruzione e di ammaestramento, e non affatto di vera amicizia per l'uomo. Ama più il cibo che non il custode. Vero questo rimane sempre rozzo e pericoloso. Il lupo occupa decisamente un grado più elevato, e deve esser tenuto in conto di più nobile.
  • La carne di un orsatto di cinque o sei mesi è di gusto fino e gradevole e le cosce degli orsi adulti grassi sono una vera leccornia arrostite od affumicate, massimamente se sono preparate a dovere. Le zampe degli orsi adulti sono ricercate dai buongustai; tuttavia è d'uopo anzi tutto avvezzarsi alla loro vista, giacché spelate e preparate rassomigliano nel modo più schifoso ad un piede umano di straordinaria mole.
  • Nell'Alpi, e soprattutto nei giorni nebbiosi, l'orso è pericoloso molto, perché si può avvicinare inosservato al gregge e saltar sul dorso ad una vacca senza che le altre se ne accorgano. Se ha osservato un vitello e gli altri se ne avvedano, il gregge tutto spumando e mugghiando si raccoglie intorno al comune nemico, e i coraggiosi tori precipitandosi sopra di lui, colle corna abbassate, lo costringono alla fuga. Ma sovente accade che egli combatta anche con tanto accanimento che invece di una, dieci o dodici vittime giacciano al suolo.
  • In ogni modo l'Orso bruno è un animale assai mansueto, sanguinario soltanto per necessità, di indole sincera, e inoffensivo all'uomo, quando non è provocato.
  • L'orso bruno vive solitario, nelle buie foreste di larici, in mezzo alle gole più profonde e sulle cime dei monti. Dimora nelle caverne, negli spacchi delle rocce, sovente anche nel cavo dei vecchi alberi. Talora si costruisce una specie di capanna con rami e muschi. Generalmente riposa di giorno, e cerca il suo pasto nelle tenebre; ma questa abitudine non è punto assoluta. Si nutre delle frutta del faggio, del sorbo, dello spino berbero e di altre bacche selvatiche, sopratutto quelle che sono un tantino acide, di vari semi, di legumi e di radici. Ama molto il miele, le fragole, le pere, l'uva, e fa di buona voglia parecchie leghe per procurarsele. Anche le formiche sono per l'Orso un cibo gustosissimo pel loro sapore acido, ed è ben fortunato quando può trovare una repubblica di questi insetti.
  • Quando è aggredito e ferito, o disturbato mentre dorme, o anche allorché i suoi piccoli corrono qualche rischio, l'Orso è veramente pericoloso. Intrepido e fidente nella sua forza, accetta sempre la lotta. Affronta l'avversario, gli va sopra, ritto sulle zampe posteriori, e cerca di stringerlo colle potenti sue braccia. Se in questa lotta fatta corpo a corpo, non rimane ucciso sul colpo da una pugnalata nel cuore, il cacciatore è perduto. L'Orso gli dilania il cranio coi denti, o gli divora il volto; dopo di che lo abbandona mezzo morto, lo fiuta, lo rivolta, e se gli trova ancora un soffio di vita, con un colpo poderoso di zampa gli apre il ventre e ne estrae i visceri palpitanti.

Voci correlate

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Altri progetti

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