Palazzo della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia
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Citazioni sul Palazzo della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.
- In sott'ordine, rispetto al «Monumentissimo» [il Vittoriano di Roma], fra molti [edifici in stile eclettico del XIX secolo], cibreo[1] disgustoso il palazzo della Cassa di Risparmio a Pistoia. Costato quasi un milione (il concorso fu bandito sulla somma di 300.000 lire) quella città toscana ha veduto sorgere, questi ultimi anni, un ampio dado di cui tutte le parti, dalle grandi alle piccole, sono copiate. Il basamento è copiato dal banco di giustizia nel Palazzo Pretorio della città, l'ingresso sulla facciata principale è copiato dalla porta di Leon Battista Alberti sulla facciata di S. Maria Novella a Firenze con squallide alterazioni (il dorico sostituito al corinzio), la imposta è copiata sotto il portico degli Uffizi a Firenze, i ferri sono copiati in un palazzo a Lucca e male applicati (troppo triti); e, nell'interno, le finestre dell'atrio appartengono alla facciata del palazzo della Cancelleria a Roma, e a Pistoia ingenuamente non si tolsero le rosette, sul fregio, emblema del cardinale Raffaello Riario che ordinò il celebre palazzo. Né curo i piccoli balaustri copiati dalla scala del palazzo Gondi a Firenze e il resto. Ma, almeno, il palazzo fosse comodo! (Alfredo Melani)
Note
[modifica]- ↑ Intingolo, miscuglio mal combinato.
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