Paola Pigni
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Paola Pigni (1945 – 2021), mezzofondista italiana.
Luisella Berti, spazio50.org, 20 settembre 2018.
- [«Come ha fatto a farsi strada nel mezzofondo, specialità dominata dagli uomini?»] Grazie all’educazione scolastica ricevuta: sono nata a Milano, dove ho frequentato la scuola tedesca. Esisteva solo l'essere umano e le opportunità. Sono stata la prima a fare i 1.500, i 3.000, i 5.000. Dicevo che nessuno doveva impedirmi niente. E lo penso ancora.
- [«Come si allenava?»] Ho iniziato a correre per le strade di Milano, la gente mi prendeva in giro. Poi non ho avuto una vita facile. Mio padre è morto quando avevo 23 anni, per aiutare mia madre ho iniziato a lavorare. Mi allenavo alle cinque del mattino, poi andavo a lavorare, non mangiavo, la sera tornavo ad allenarmi. Diventavo sempre più forte e ho trovato chi credeva in me. I record prima o poi vengono battuti, ma l'unica cosa irripetibile è essere i primi a fare qualcosa. Significa aprire una strada, essere uno "scopritore". Questo non me lo può togliere più nessuno.
- [Sulla medaglia di bronzo vinta ai Giochi olimpici di Monaco 1972] Quella medaglia fu un furto che mi fecero. Chi era davanti a me era drogato fin sopra ai capelli: Russia e Germania dell'Est. Poi si scoprì che fu un doping di Stato. Molte atlete hanno pagato con gravissime malattie, con situazioni personali e umane terribili. [«Comunque, è stata "ripagata" da tutti i record che ha conquistato [...]»] No, affatto: io, come tanti atleti, ci siamo ammazzati di fatica per giocare pulito. Io correvo 45 km tutti i giorni, sono stata incredibilmente brava in quell'Olimpiade [...]. Il brutto è il messaggio che si manda. Purtroppo il doping non sarà mai sconfitto. È una pura illusione. Davanti ai soldi si fa di tutto. Comunque, poi la storia ci ha dato ragione.
Citazioni su Paola Pigni
[modifica]- [«Cosa ha rappresentato Paola Pigni per l'atletica italiana?»] Per lo sport italiano, direi. E soprattutto per quello femminile. Lei ha aperto una via. Il messaggio lanciato da quel bronzo olimpico nei 1500 metri a Monaco 1972 è ancora qui. Le ragazze, le campionesse che sono venute dopo ne sono testimoni, hanno trovato la strada spianata davanti al loro talento. (Sara Simeoni)
- Un'apripista che ha mostrato in anni difficili che noi azzurre potevamo tenere testa al mondo. (Novella Calligaris)
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