Phil Read
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Phillip William Read (1939 – 2022), pilota motociclistico britannico.
Citazioni di Phil Read
[modifica]- [Sul motomondiale 1975, «quando hai capito che era venuto il tempo di salutare il titolo?»] Ad Imatra [...] quando il motore è rimasto senza scintille per il cedimento del magnete. Anche se Agostini mi era alle costole avevo la netta sensazione di poter vincere, poi addio vittoria e addio titolo. Con l'attuale regolamento sapevo che non ci sarebbe stato niente da fare, salvo una improbabile debacle di Agostini a Brno. Comunque non si può pensare di conquistare il titolo con una macchina che ha possibiltà di imporsi solo in tre tracciati su dieci. Non è proprio possibile con l'attuale regolamento, anche se uno tira a finire sempre nella migliore posizione possibile. Vincendo in Finlandia sarebbe stato diverso, Agostini a Brno avrebbe dovuto attaccare per forza, con i rischi relativi, mentre io in Cecoslovacchia ero favorito dal percorso, che si adatta alle doti della MV, potendo così impostare una gara di rimessa. È andata così [...][1]
- Era uno di quei giorni di freddo pungente a Modena: neve sugli Appennini e un vento gelido che ti penetrava sotto i vestiti. Indossavo una pelliccia con cappuccio che avevo comprato in Alaska insieme alla mia tuta da corsa e stavo ancora tremando. Non c'è da stupirsi che la gente intorno alla pista accendesse fuochi che facevano salire nuvole di fumo su tutto il circuito. Geoff, il mio meccanico, reduce da un'estate a Brisbane, era tutt'altro che entusiasta e lo faceva capire. Eravamo a Modena [...] e stavamo cercando di sistemare la nuova Suzuki prima dell'inizio dei Gran Premi del Campionato del Mondo. [...] La mia gara è durata fino alla prima curva. Non ricordo bene cosa sia successo: altri mi hanno dato versioni diverse. Pare che Gianfranco Bonera, mio vecchio compagno di squadra alla MV, sia scivolato alla curva, una lenta curva a sinistra, e che io abbia tirato giù la moto per evitare di colpirlo. [...] Purtroppo non ho tenuto conto dei motociclisti dietro di noi. Qualcuno mi ha investito; me lo ricordo, mi hanno detto che un altro mi è passato sopra la testa. Non me lo ricordo, ma il fatto di poterlo raccontare oggi è un'ottima pubblicità per i caschi Premier. Ai box [...] stavano aspettando che mi riprendessi. Nessun segno, e i loro peggiori timori sono stati confermati quando hanno sentito le sirene dell'ambulanza, poi l'hanno vista sfrecciare verso quella curva. [...] si precipitarono, ma arrivarono in tempo per vedere l'ambulanza allontanarsi e un paio di stivali rossi Read spuntare dal retro. [...] La stanza dell'ospedale era già piena di italiani, alcuni dei quali ho riconosciuto, altri forse non li conoscevo nemmeno. In effetti, sembrava che ci fossero molte cose che non conoscevo, probabilmente perché ero ancora in preda alla commozione cerebrale. Per prima cosa non sapevo dove mi trovavo e, quando Geoff si fece strada tra la folla, continuai a chiedergli cosa fosse successo. "È stato proprio come l'incidente che hai avuto a Brands", ha detto. "Quale incidente a Brands?", chiesi. "Non ho mai avuto un incidente a Brands". [...] Cercò di parlarmi con calma, ma non c'era speranza. La confusione regnava, nella mia testa e intorno al letto. C'erano medici che mi dicevano che avevo bisogno di due settimane di riposo; altre persone, ignare delle ragioni mediche, mi dicevano che potevo alzarmi dal letto proprio in quel momento e tornare in albergo. Beh, non sono mai stato uno che resta a letto più del dovuto, non senza qualche incentivo, e un incoraggiamento del genere era tutto ciò di cui avevo bisogno. Geoff aveva portato con sé la pelliccia dell'Alaska, così, indossando quella, gli stivali da corsa e pochissimo altro, mi sono congedato. Il giorno seguente sui giornali italiani apparvero le foto di questo pazzo inglese rivestito di pelliccia che usciva dall'ospedale.[2]
- [...] guardate le persone che arrivano in cima. Sono quelli che vanno in pista ogni giorno, con la pioggia o con il sole. Non se ne stanno con le mani in mano, vivendo con l'indennità di malattia o la previdenza sociale. Io sono un pilota di moto. È stata la mia carriera, tutta la mia vita.[2]
Citazioni su Phil Read
[modifica]- Che pilota era? Sono sincero, non si faceva amare, era disposto a tutto, una volta mi ha spinto fuori pista di proposito, voleva vincere anche quando non era fattibile. Mai ci siamo tolti il saluto, però. Nonostante l'astio che si era creato anche nel team MV, ci rispettavamo a vicenda. (Giacomo Agostini)
- Era un grande pilota e dotato di un stile stupendo, Phil. Era un osso duro, molto motivato e ostico per tutti i suoi compagni di squadra. (Nico Cereghini)
- Se vuoi un giudizio su Read è presto fatto: sarebbe più facile essergli amici che a cucirgli la lingua; è una tale peste che credo riuscirebbe a essere caustico anche solo con gli occhi. Sul pilota Read me ne hanno fatte dire tante... (Giacomo Agostini)
Note
[modifica]- ↑ Dall'intervista di Bruno De Prato, «Cuor di leone» resterà alla M.V., Guerin Sportivo nº 37, 10-16 settembre 1975, pp. 62-63.
- ↑ a b Da Phil Read, The Real Story, con Chris Carter, 1976; citato in MotoGP, Phil Read: "non sono mai stato uno che resta a letto più del dovuto", gpone.com, 7 ottobre 2022.