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Pietro Scoppola

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Pietro Scoppola (a sinistra) saluta il presidente Giorgio Napolitano (2006)

Pietro Scoppola (1926 – 2007), storico, politico e accademico italiano.

Chiesa e democrazia in Europa e in Italia

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  • Alla formazione culturale di Romolo Murri avevano contribuito due opposti indirizzi di pensiero: da un lato il tomismo, da lui appreso all'Università Gregoriana ove aveva avuto a maestro, tra il 1888 e il 1892, il padre Luigi Billot; dall'altro il materialismo storico nell'interpretazione di Antonio Labriola, del quale aveva frequentato il corso all'Università di Stato della Sapienza nell'anno accademico 1893-1894; sulla formazione scolastica del giovane Murri si era innestata dunque la filosofia marxista, senza peraltro intaccare la sua fiducia nella filosofia antica, nella metafisica del tomismo. (pp. 172-173)
  • La formazione del Buonaiuti era stata dominata da un netto orientamento antintellettualistico, che lo aveva portato al rifiuto della Scolastica e a guardare invece con simpatia e interesse alle nuove tendenze apologetiche ispirate alla filosofia dell'azione e allo stesso pragmatismo di William James diffuso in quegli anni in Italia. D'altro canto, dallo studio dell'opera del Loisy[1] e da un incontro con l'esegeta francese, che ebbe nell'estate del 1906, Buonaiuti aveva tratto la ferma convinzione dell'importanza dominante, per l'interpretazione del messaggio cristiano, dell'aspetto escatologico [...]. Sulla base di questi presupposti Buonaiuti tenterà, nel clima delle polemiche suscitate dall'enciclica Pascendi[2], una delle più originali e sconcertanti sintesi del cristianesimo con le affermazioni del socialismo moderno. (p. 177)
  • George Tyrrel, una delle figure più significative del modernismo europeo e assiduo collaboratore della rivista romana Nova et vetera promossa dal Buonaiuti stesso, negava che il progresso terreno potesse da solo essere un ideale sufficiente a colmare l'ansia religiosa dell'umanità e a riassorbire in sé tutta la religiosità. (p. 178)
  • Lo «strano concorso di circostanze», per riprendere l'espressione di Alexis de Tocqueville, che ha portato la Chiesa a combattere, per un lungo tratto di strada, le rivendicazioni di libertà e di democrazia nella vita europea e in particolare negli stati di tradizione cattolica, il suo attestarsi, a livello di insegnamento ufficiale, su posizioni di indifferenza rispetto al processo di costruzione della democrazia europea, la mancata percezione delle valenze etiche del processo medesimo – percezione che si ha soltanto in gruppi e movimenti minoritari – hanno profondamente influito sui caratteri stessi della democrazia europea, hanno favorito una sua connotazione laicista e l'hanno soprattutto impoverita dal punto di vista della sua stessa ispirazione morale. La constatazione appare tanto più evidente dal confronto fra l'evoluzione della democrazia europea, specialmente negli stati di tradizione cattolica, e quella della democrazia americana: proprio da questo confronto Alexis de Tocqueville aveva tratto spunto per la sua riflessione sulle circostanze che avevano spinto la Chiesa nella vecchia Europa a schierarsi fra le forze travolte dalla democrazia, mentre negli Stati Uniti d'America l'esperienza religiosa gli era apparsa uno dei fattori di stabilità della democrazia. (p. 180)

Note

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  1. Alfred Loisy (1857–1940), biblista e storico francese, il più famoso dei modernisti.
  2. Pascendi Dominici gregis enciclica di Pio X, pubblicata nel 1907.

Bibliografia

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  • Pietro Scoppola, Chiesa e democrazia in Europa e in Italia, in AA.VV., Storia del cristianesimo 1878-2005, vol. 1, I cattolici e la questione sociale, cap. 4, pp. 147-184, supplemento a Famiglia cristiana, Periodici San Paolo, Milano, 2005.

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