Carlo Cattaneo

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Carlo Cattaneo

Carlo Cattaneo (1801 – 1869), patriota, politico federalista, filosofo e scrittore italiano.

Citazioni di Carlo Cattaneo[modifica]

  • Che dite? L'Italia | Non anco s'è desta. | Convulsa, sonnambula | Scrollava la testa.[1]
  • Chi ha diritto, non ringrazia.[2]
  • [...] l'interesse non miete se non ciò che il disinteresse ha seminato.[3]
  • La legge Casati è indegna del tempo e dell'Italia. Non conviene porvi mano per rappezzarne la decima parte.[4]
  • La patria è come la madre, della quale un figlio non può parlare come d'altra donna.[5]
  • La satira è l'esame di coscienza dell'intera società; è una riazione del principio del bene contro il principio del male; è talora la sola repressione che si possa opporre al vizio vittorioso; è un sale che impedisce la corruzione.[6]
  • No, cittadini; non si speri riposo; la civiltà è una milizia.[7]
  • Quando ingenti forze e ingenti ricchezze di conoscenze stanno raccolti in pugno di un'autorità centrale è troppo facile costruire o acquisire la maggioranza di un unico Parlamento. La libertà non è più che un nome, tutto si fa come tra padroni e servi.[8]
  • [A proposito di Luigi Bolza, catturato dagli insorti durante le Cinque giornate] Se l'uccidete fate cosa giusta, se lo risparmiate fate cosa santa.[9]
  • Siamo i più ricchi dell'Impero, non vedo perché dovremmo uscirne.[10]

Incipit di alcune opere[modifica]

Dell'India antica e moderna[modifica]

In onta alle rapide evoluzioni del nostro incivilimento che fanno ogni nuova generazione tanto diversa da’ suoi padri, sopravive ai nostri giorni nella penisola indiana un gran popolo, o piuttosto una gran famiglia di popoli, numerosa di cento e più millioni, su la quale sembra che la mano innovatrice del tempo non abbia forza. Le sue leggi, le scienze, le opinioni; i costumi, li idoli, i sacrificii si conservano al tutto quali erano milliaia d’anni addietro, quantunque sia da più secoli penetrata per ogni parte da genti straniere, e annodata seco loro a ineluttabile convivenza.

Gli antichi messicani[modifica]

Se fosse vero che la natura dei luoghi determina la natura dei popoli e il loro destino, il Messico, per la sua posizione unica al mondo, dovrebbe essere il convegno universale del commercio e dell'incivilimento.
Ampio triangolo, chiuso a settentrione da lande inospite, ma lambito a oriente e occidente dai due Oceani, esso può da' suoi porti communicare senza alcun circuito, da un lato direttamente coll'Europa, coll'Africa, coll'Asia Minore fino agli intimi recessi del Mar Nero; dall'altro colla grande Asia, coll'Australia, colla Polinesia, mentre può con facile costeggio raggiungere qualunque punto d'ambo i littorali d'ambo le Americhe fino alle zone polari. E inoltre un breve passaggio terrestre congiunge i due mari sia per la terra di Tehuantepec, ch'è sgombra di monti, sia per la via quasi tutta navigabile di Nicaragua, sia finalmente per l'istmo di Panàma; fino al quale può tuttavia geograficamente estendersi il nome del Messico, come già si estendeva politicamente. E infine alcuno direbbe che la natura, col corso spontaneo dei venti e dei mari, abbia voluto guidare le navi dall'Africa al Messico, dal Messico agli Stati Uniti e all'Inghilterra; e sull'altro Oceano, dal Messico al Giapone, alla China, all'India.

La città considerata come principio ideale delle istorie italiane[modifica]

In un paragone tra l'economia rurale delle Isole Britanniche e dell'Insubria inserto in questi fogli sul cadere dello scorso anno, abbiamo dimostrato come l'alta cultura (high farming), essendo una precipua forma della moderna industria, una delle più grandi applicazioni del capitale, del calcolo, della scienza, ed effetto in gran parte d'un consumo artificialmente provocato dall'incremento delle popolazioni urbane, non si può spiegare se non per l'azione delle città sulle campagne.

Il Politecnico Repertorio mensile di studj applicati alla prosperita e coltura sociale[modifica]

Sotto un titolo che ad alcuno sembrerà per avventura ambizioso, noi divisiamo annunciare la più modesta delle intenzioni, quella cioè di appianare ai nostri concittadini con una raccolta periodica la più pronta cognizione di quella parte di vero che dalle ardue regioni dell Scienza può facilmente condursi a fecondare il campo della Pratica, e crescere sussidio e conforto alla prosperità comune e alla convivenza civile.
Desiderosi di pur giovare anche nella debolezza dei nostri studj: obbedienti alla voce del secolo che preferisce allo splendore delle teorie i pazienti servigi dell'Arte: persuasi che ogni scienza più speculativa deve tosto o tardi anche da' suoi più aridi rami produrre qualche insapettato frutto all'umana società: noi intendiamo farci quasi interpreti e mediatori fra le contemplazioni dei pochi e le abitudini dei molti.

Notizie naturali e civili su la Lombardia[modifica]

Le Alpi Rètiche, che divìdono la nostra valle adriàtica da quelle dell'Inn e del Reno versanti a più lontani mari, sono un ammasso di rocce serpentinose e granìtiche, le quali emèrsero squarciando e sollevando con iterate eruzioni il fondo del primiero ocèano, in quelle remote età geològiche, che sèmbrano ancora un sogno dell'imaginazìone. – Fu quello il primo rudimento della terra d'Italia.

Psicologia delle menti associate[modifica]

La più adulta e perfetta forma del nostro pensiero è la contemplazione scientifica, - la contemplazione dell'ordine universale, - dell'ordine nella natura e nell'umanità.
Or bene, molti sono gli uomini, molte anzi sono le nazioni, le cui menti non toccarono mai queste sublimi altezze. Mentre il nome d'alcuni popoli si trova scritto con note gloriose sul vestibolo d'ogni scienza, innumerevoli nazioni si sono estinte senza lasciar di loro al mondo una sola idea. Oggi ancora le selve dell'America, le lande dell'Africa, e dell'Australia, ampie regioni dell'Asia, alcune estremità dell'Europa, sono seminate di genti dal cui sterile intelletto il corso dei secoli non vide mai spuntare germoglio di scienza.

Vita di Dante di Cesare Balbo[modifica]

Perché mai mentre il cinquecento ebbe quaranta edizioni di Dante, il seicento, tutto addottrinato e fastoso di collegi e d'academie, ne diede tre sole e assai meschine?
Perché mai, col succedere del settecento, Dante tornò in tanto favore agl'Italiani, che alla fine di quel secolo se ne contavano già trentaquattro edizioni; ed ora, nei soli trentott'anni che corsero di questo secolo XIX, se n'ebbero già più di settanta, ossia altrettante a un dipresso quante se ne fecero nei trecento anni precorsi?

Citazioni su Carlo Cattaneo[modifica]

  • Carlo Cattaneo, colui che pronunziò per primo la formula «Stati Uniti d'Europa». (Paolo Brezzi)
  • Cattaneo, come un egiziano antico adorante l'Iside velata, si chiude in arcani colloqui colla natura e ce li nasconde. (Giuseppe Guerzoni)
  • I due santoni del federalismo, Cattaneo e Ferrari. (Indro Montanelli e Marco Nozza)
  • Gli italiani non sembrano disposti ancora tutti a confessare il dovere di ammirazione riconoscente che hanno verso Carlo Cattaneo. Federalista convinto a cui l'intiera esistenza di scienziato della storia e della società recava ininterrottamente la prova del suo concetto fondamentale, lombardo nell'anima, c'è da chiedersi se gli unitarî più ardenti abbiano amato l'Italia e le abbiano giovato più del grande federalista. (Paolo Orano)
  • Siamo sinceri, ma in dodici milioni d'uomini a cui può salire il regno unito, tra Piemonte e Lombardia e Ducati e Toscana e Legazioni forse non si trovano sei uomini della poderosa efficacia di Cattaneo; or la sua patria offrirebbe lo scadolo indecoroso di declinare la candidatura, perché è stato federalista? perché sommosse la storia contemporanea con severissimo sindacato, e con critica terribile degli uomini e delle cose? Ma il parlamento ha forse bisogno d'adulatori e di cerimonieri e di coristi? (Giuseppe Rovani)

Note[modifica]

  1. Da Controcanzone Ai fratelli d'Italia, in "Scritti politici ed epistolario", vol. II, Firenze, 1894, p. 15.
  2. Da Considerazioni sulle cose d'Italia nel 1848.
  3. Da Ugo Foscolo e l'Italia, Editori del politecnico, Milano, 1861, p. 18.
  4. Citato in Fabrizio Dal Passo, Storia della scuola italiana, in "Commentario al codice della scuola", Brescia, La scuola, 2003, p. 4.
  5. Da La scienza nuova di Vico.
  6. Da Della satira.
  7. Da Il problema sociale, ne Le più belle pagine, a cura di Gaetano Salvemini, Donzelli, Roma, 1993, p. 115.
  8. Dalla prefazione a Il Politecnico; citato da Giancarlo Giorgetti nella Seduta n. 12 della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale del 29 maggio 2019.
  9. Citato in Maria Luisa Astaldi, Manzoni ieri e oggi, Rizzoli, Milano, 1971, p. 418.
  10. Citato in Ugo Bertone, Roberto Camagni e Marco Panara, La buona società: Milano Industria, 1987, p. XIV.

Bibliografia[modifica]

Altri progetti[modifica]