Quo vadis, baby?

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Quo vadis, baby?

Immagine VHS recorder, camera and cassette.jpg.
Titolo originale

Quo vadis, baby?

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 2005
Genere drammatico, thriller
Regia Gabriele Salvatores
Soggetto dall'omonimo romanzo di Grazia Verasani
Sceneggiatura Gabriele Salvatores, Fabio Scamoni
Produttore Maurizio Totti
Interpreti e personaggi

Quo vadis, baby?, film del 2005 con Elio Germano, Gigio Alberti e Luigi Maria Burruano, regia di Gabriele Salvatores.

Frasi[modifica]

  • Io vivo perché ci sei tu, sorellina. (Ada)
  • A Roma non si sta male. Questa città è come una puttana: che ti promette molto, ma che non ti lascia niente dopo. Però è bella. Si lascia camminare addosso, si lascia esplorare, annusare. Ti mette allegria. (Ada)
  • Dio quanto detesto gli attori professionisti con quelle loro voci impostate, con quella loro fiducia nel testo che hanno imparato a memoria. (Ada)
  • Comunque quella con A. non è una storia destinata a durare. Una gran fretta di consumarsi e di andar via senza pagare. (Ada)
  • Mi piace quando mi prende all'improvviso, senza preliminari. Sento il corpo libero e la testa staccata da tutto il resto. È come ballare il tango. È come… ballare il tango. (Ada)
  • Io vedo il cinema puro dentro di me e lo difendo. (Ada)
  • Poi quando il dolore ti schiaccia, anche il viso appassisce. Allora puoi solamente nasconderti, prima che nessuno ti guarda più. (Ada)
  • Non si può giocare con il passato, soprattutto se non è soltanto il tuo. (Capitano Cantini)
  • A volte mi fa paura, in fin dei conti non so niente di lui, però quando siamo insieme è come indossare un vestito da sera molto scollato e non i soliti jeans di tutti i giorni. (Ada)
  • Voi uomini amate le donne che vi mettono nella merda. (Giorgia)
  • Sai qual è il problema? Che tu sembri sempre bastare a te stessa. Fai di tutto perché si pensi questo di te. Chi l'ha detto che bisogna essere forti? Mh? Dove sta scritto? (Lucio)

Dialoghi[modifica]

  • Lattice: Ho fatto tutto per lei. Ho lavorato come un mulo. Mi sono indebitato con tutto il mondo: pellicce, gioielli, cabriolet. Mentre io ero al locale per mettere insieme quei cazzo di soldi, lei andava in giro all'aria aperta a fare la ginnastica! Poteva farsi pagare la troia! Guardi Signorina, come si chiama? Io l'amo, eh? Porca puttana, non posso neanche chiedere il divorzio. Non so mica stare senza di lei. Che cazzo faccio? Cosa faccio adesso? Eh?
    Giorgia: Signor Lattice, io la lascerei da solo con i suoi interrogativi. Questi sono i dati per il bonifico.
    Lattice: Siete tutte uguali. Soldi, sapete parlare solo di soldi. Mi ha rovinato. Mi ha depositato sui binari di un treno. Mi ha infilato in un pacco di sola andata verso l'Inferno. E adesso vuole i soldi. [ride]
  • Giorgia: Tu credi in Dio?
    Andrea: Diciamo che lo stimo.
  • Giorgia: E tu? Perché non sei fidanzato?
    Andrea Berti: Posso fartela prima io questa domanda?
    Giorgia: Con quelli più grandi di me non so di cosa parlare; con i più giovani so di cosa parlare, ma loro non sanno come scopare. E i quaratenni, lasciamo perdere...
    Andrea Berti: No, no, no, no... sono interessato; perché?
    Giorgia: Sono adolescenti intrappolati in corpi che invecchiano. Vanno in paranoia a ogni compleanno e, per consolarsi, comprano delle macchine sempre più potenti.
    Andrea Berti: Be', è il mio ritratto. E in più io non ho nemmeno la macchina.
  • Lucio: Giorgia, non è colpa di nessuno.
    Giorgia: Per il tuo Berti, mia sorella è una delle tante che la dava via solo per diventare ricca e famosa. Sei mai stato innamorato tu?
    Lucio: Sì, una volta. Ma dopo un week-end ad altissimi livelli, devo dire... ho saputo che stava per sposarsi.
    Giorgia: Voi uomini amate le donne che vi mettono nella merda.
    Lucio: Si chiamava Mario, Giorgia, era un ingegnere. A me piacciono gli uomini.
    Giorgia: Stai scherzando?
    Lucio: Non te ne eri accorta? Vedi com'è? Uno vive fianco a fianco con una persona e non puoi mai dire di conoscerla veramente.

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