Rastrellamento del ghetto di Roma
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Citazioni sul rastrellamento del ghetto di Roma.
- Gli ebrei romani nell'ottobre del '43 avevano pensato di essere salvi dopo aver consegnato, in cambio della sicurezza, cinquanta chili d'oro che avevano tanto faticato a trovare, al maggiore delle SS Kappler. I nazisti avevano assicurato che, una volta ricevuto quell'oro, avrebbero lasciato in pace gli ebrei del ghetto di Roma. Invece, il 16 ottobre, sono arrivati la mattina presto con i carri bestiame e vi hanno chiuso dentro i giudei su cui sono riusciti a mettere le mani: donne, bambini, anziani che non erano riusciti a scappare. Sono tutti deportati ad Auschwitz. (Dacia Maraini)
- Nella notte tra il 15 e il 16 ottobre [1943], [Kappler] fece circondare il ghetto, dove risiedevano gli ebrei più poveri, da reparti delle SS arrivati appositamente a Roma e fece dare la caccia agli israeliti che abitavano in altri quartieri della città. Più di mille ebrei furono catturati e rinchiusi provvisoriamente nel locali dell'ex Collegio militare; quindi il 18 ottobre furono caricati su di un treno composto di carri merci, che, dopo un viaggio bestiale di sei giorni, li scaricò al campo di sterminio di Auschwitz in Polonia, ove quasi tutti furono uccisi nelle camere a gas. In tutto, tenuto conto degli ebrei catturati negli altri quartieri della città durante i nove mesi dell'occupazione tedesca, 2.091 israeliti di Roma furono inviati nei campi di sterminio. Di essi sarebbero ritornati soltanto 73 uomini e 28 donne. (Giorgio Candeloro)
- Un'alba piovosa d'ottobre squadre armate [di SS tedesche] circondarono il ghetto, mentre altre andavano a sforzare gli appartamenti degli ebrei ricchi ai quartieri alti; portarono via tutti con meticolosa ferocia, non lasciarono addietro un bambino un malato una puerpera, ne caricarono gli autocarri con furia sgarbata, cacciavan su a pedate a urtoni i malati i vecchi gli storpi, non lasciarono portar via dalle case che una valigetta di biancheria e di oggetti personali; i lattanti erano strappati dalle braccia della madre e lanciati sul carro come fagotti, un paralitico fu scaraventato con tutta la poltrona sul mucchio. Furono portati alla stazione, sigillati in un treno, mandati in Germania a morire chissà dove. (Paolo Monelli)
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