Ravenna

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Ravenna

Citazioni su Ravenna e sui ravennati.

  • O solitaria Ravenna! molti racconti sono stati fatti | delle tue grandi glorie negli antichi giorni: | Duemila anni sono passati dacché vedesti | Cesare cavalcare alla vittoria imperiale. (Oscar Wilde)
  • Questa Ravenna naturalmente non ha niente a che fare con la Ravenna morta, con la Ravenna delle antichissime architetture cristiane e dei mosaici più belli del mondo. Se scriverò in maniera più dettagliata su quello che ho visto – e certamente non lo farò – i mosaici ravennati saranno la pagina più commossa. (Karel Čapek)
  • Ravenna è di per sé una città semimorta, senza tratti caratteristici, per giunta è il paradiso dei fascisti, e quelle camicie nere scorrazzano con fucili e bande musicali per la città, il fascio, i nonnetti garibaldini, la musica, le processioni, le parate. Tra parentesi, i fascisti in uniforme somigliano ai nostri spazzacamini; portano una simile cuffia nera con un fiocco, e anche a loro brillano i denti; curiosa impressione. (Karel Čapek)
  • Ravenna, glauca notte rutilante d'oro, | sepolcro di violenti custodito | da terribili sguardi, | cupa carena grave d'un incarco | imperiale, ferrea, construtta | di quel ferro onde il Fato | è invincibile, spinta dal naufragio | ai confini del mondo, | sopra la riva estrema! (Gabriele D'Annunzio)
  • Scoprimmo una Ravenna numinosa nell'estate, grossa cittadina simile a quelle del Mezzogiorno di Francia, senza una sua precisa personalità, eppure, improvvisamente, attraverso tre o quattro luoghi di culto, Ravenna diventava una delle più enigmatiche città del mondo, muta testimone di un secolo prodigioso, indecifrabile, e quasi più esotico dell'Islam o della Cina: Sant'Apollinare in Classe, i mausolei, i mosaici freschi come erba di primavera, magici pavimenti, lane appena tinte di colori stupendi, le vestigia di quella civiltà meravigliosa d'oro e di teologia, Bisanzio alta nel suo orgoglio e nel suo splendore. (Robert Brasillach)
  • Tutto ciò che balena un solo istante | e perisce, tu l'hai gia' seppellito | nei secoli, o Ravenna, e come un bimbo | dormi nell'assonnata eternità. || Più non varcan gli schiavi le romane | soglie portando a te ricchi mosaici | e si spengono già le dorature | sui muri delle fresche tue basiliche. || [...] || Soltanto nello sguardo fisso e dolce | delle fanciulle di Ravenna a volte | la tristezza d'un mare irrevocabile | in timida sequenza scorre e passa. || Sol nelle notti, china sulle valli, | enumerando i secoli futuri, | l'ombra di Dante dal profilo d'aquila | per me cantando vien la Vita Nova. (Aleksandr Blok)

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