Riccardo Dalla Volta

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Riccardo Dalla Volta (1862 – 1944), economista italiano, vittima dell'Olocausto.

Saggi economici e finanziari sull'Inghilterra[modifica]

  • Egli [David Lloyd George] impersona nei ricordi della sua infanzia e nelle lotte della sua giovinezza, nelle caratteristiche del suo temperamento oratorio e nelle tendenze della sua attività politica, la fede protestante e l'utilitarismo sociale, che costituiscono la grandezza e la forza della piccola borghesia e del partito radicale di là della Manica. (cap. IV, pp. 100-101)
  • Uomo di Stato, economista, oratore, John Bright è una tra le più illustri individualità che negli ultimi cinquant'anni hanno partecipato alla vita politica dell'Inghilterra e personifica, forse meglio d'ogni altro, una scuola insigne pei suoi principî politici ed economici. Egli ha lasciato nella storia parlamentare dell'Inghilterra traccie profonde, le quali fanno splendida testimonianza del suo grande amore per la pace e la libertà dei popoli. (cap. VII, p. 163)
  • [John Bright] [...] le dottrine liberali da lui sempre difese, l'avversione inflessibile contro la guerra, certe abitudini di linguaggio, per le quali la sincerità in lui pare violenza, l'amore e la simpatia che nutriva per i deboli e per gli oppressi, l'intrepidità nella lotta, l'attività che nulla riesce a stancare, tutto questo a chi ben consideri l'uomo e la società religiosa di cui faceva parte, appare determinato in misura assai rilevante appunto dall'ambiente religioso nel quale crebbe. (cap. VII, pp. 164-165)
  • La grande e più duratura opera che il Gladstone compì fu questa, per usare le parole del Buxton, ch'egli trovò la entrata e le imposte del paese ancora fondate sostanzialmente sul vecchio sistema caotico, con i suoi dazi vessatori restrittivi e dannosi e ch'egli lo lasciò libero da tutti i dazi protettivi, differenziali e speciali, con un sistema di imposte semplici, riunite su pochi oggetti e prelevate soltanto per scopi finanziari. È questa la politica alla quale la nazione inglese ha d'allora in poi fermamente e persistentemente aderito; politica che ha subito la prova del tempo e lo sforzo intenso di una spesa enorme e crescente. (cap. IX, p. 225)
  • Secondo un paragone rimasto famoso del Gladstone, il ministro delle finanze è simile a un uomo che si sia impegnato ad attraversare una foresta spinosa tenendo in equilibrio i due piatti d'una bilancia. Ad ogni passo, egli è assalito da briganti, che sono poi i suoi colleghi e amici. Ma il suo dovere e il suo titolo d'onore è di compiere il periglioso viaggio, conservando intatto il suo fardello. Questo apologo dice chiaramente che il ministro delle finanze difende l'interesse generale dello Stato sia contro i propri colleghi del Gabinetto, che gli domandano i mezzi per le spese delle loro rispettive amministrazioni, sia contro i partigiani e gli avversari, che cercano di far cedere l'interesse pubblico davanti a un interesse elettorale o di popolarità, senza troppo darsi pensiero dell'equilibrio del bilancio. (cap. IX, p. 227)
  • [...] il Gladstone si mantenne [...] sempre seguace dell'insegnamento ch'egli diceva di aver avuto da Peel, che cioè il principio giusto e sano in finanza è di essere larghi nella previsione della spesa, prudenti nel calcolo delle entrate, di far in modo che ogni esercizio finanziario paghi le sue proprie spese e di aver cura che queste non sorpassino il reddito dello Stato. (cap. IX, p. 227)

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