Roberto Taparelli d'Azeglio

Giuseppe Nepomuceno Roberto Taparelli d'Azeglio (1790 – 1862), politico italiano.

Notizie inedite e documenti intorno alla vita di Giovenale Boetto e di Carlo Antonio Porporati

Il primo intaglio che si conosce del Boetto nella storia dell'arte è una bella testa di villano che suona il flauto; bella per la sveltezza della mano, e tutta a linee rette senza incrociatura di tratti.
Molte sono le incisioni da lui condotte all'acquaforte, non essendo allora coltivata presso noi la maniera dell'intaglio a bulino. Le più stimate sono le quattro stagioni, da lui non solo incise ma inventate e disegnate, le quali, al dire del Vernazza, non cedono in niente a quelle del famoso Stefano della Bella. (pp. 8-9)

[Carlo Antonio Porporati] [...] ottenne un posto nell'Ufficio della topografia reale. Ma la sua passione pel disegno era tale che, malgrado il lavoro d'ufficio cui doveva attendere, volgeva le poche ore d'ozio che gli rimanevano a studiare le opere dei migliori intagliatori, che gli erano imprestate da un famigliare di casa, persona erudita e ricca di stampe. Il Porporati soleva ricopiarle alla penna; e quest'esercizio in breve gli addestrò la mano a una gran sicurezza di tratto ed esattezza di contorno, abilitandolo eziandio ad imitare con singolare perfezione qualunque incisione a bulino. (p. 38)

Le lodi date in Francia al Porporati non furono una di quelle infatuazioni che sogliono avvenire presso un popolo vivace che scorda spesso l'indomane l'idolo della vigilia; la sua memoria e le sue opere vi sono rimaste in venerazione. L'Italia e l'Europa tutta hanno ratificato il giudizio di quella nazione. Molti Italiani ne hanno scritto con ammirazione, e più di tutti quel giudice supremo [Giuseppe Longhi] che colla penna e col bulino provò di essere nell'arte profondamente versato, onde le sue sentenze sono divenute come il Magister dixit dei Peripatetici. (pp. 43-44)