Salvatore Ferragamo
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Salvatore Ferragamo (1898 – 1960), stilista e imprenditore italiano.
Citazioni di Salvatore Ferragamo
[modifica]- Fabbricai le mie forme rivoluzionarie che, dando appoggio all’arco, permettono al piede di muoversi come un pendolo all’inverso.[1]
- Ho diviso le donne che sono venute da me in tre categorie: le Cenerentole, le Veneri e le Aristocratiche. Le Cenerentole calzano sempre scarpe più piccole della misura 6. Le Veneri calzano la taglia 6, le Aristocratiche il 7 o sopra.[2]
- I piedi mi piacciono. Mi parlano. Appena li prendo in mano, ne sento la forza, la debolezza, la vitalità, i difetti. È un piacere toccare un piede buono, dai muscoli saldi, dall'arco robusto – è un capolavoro del Creatore.[3][4]
Citazioni su Salvatore Ferragamo
[modifica]- [Diventò famoso] Aprendo in California a Santa Barbara un negozio di 4 metri per 4. Venne John Wayne a farsi gli stivali. Poi arrivarono tutte le dive di Hollywwod. Quando papà si trasferì in Italia, le attrici veninavo a farsi costruire i modelli a Firenze. Abbiamo 14 mila modelli di quel periodo, compresi quelli per Marilyn Monroe. (Ferruccio Ferragamo)
- Papà diceva che quattro mesi di vacanza erano troppi. Ero in quinta elementare. Mi portò a palazzo Feroni, nel salone c'era il magazzino spedizioni. Mi disse di inchiodare le casse per spedire le scarpe. Ne produceva 80 paia al giorno. (Ferruccio Ferragamo)
- Era nato come me a Bonito, 45 chilometri da Avellino, un paese da cui potevi solo andartene: la strada finisce lì. Undicesimo di 14 figli. I genitori erano contadini. Non avrebbero voluto che facesse il ciabattino, ma che studiasse, come Agostino, il primogenito, che aveva vinto la cattedra universitaria di lettere e filosofia proprio a Firenze. Anche se non arrivò mai a insegnare. Lo stroncò la tubercolosi.
- Salvatore diceva d'essere nato calzolaio. Una passione alimentata da Luigi Festa, l'artigiano che stava sotto casa e che lo prese a bottega a 9 anni. Gli faceva raddrizzare i chiodi storti caduti sul pavimento. Alla prima risuolatura il bambino si ferì a una mano. «Mio Dio!» esclamò mastro Luigi. «Credevo che m’avessi tagliato una scarpa».
- Venne a Bonito ai primi di settembre del 1940 per inaugurare un refettorio per i poveri che mio padre, religiosissimo, era riuscito a far costruire spillandogli un po' di quattrini. In casa non c'era nessuno. Andai ad aprire io. Appena mi vide, disse in inglese, per non farsi capire, a una sorella che lo accompagnava: «Questa diventerà mia moglie». Siccome ero una civettona, gli feci un sacco di complimenti: così lei è il famoso Ferragamo, che ha dato un elevato contributo all'eleganza femminile. E lui: «Signorina, come fate a conoscermi?». Be', le riviste... Invece me l'aveva detto l'ortolano. La mattina seguente giunse un fascio di rose rosse con un biglietto: «Potrei rivederla?».
- Mio marito utilizzava tutti gli animali: capretto, vitello, lucertola, pitone, struzzo. E anche oggi non c'è motivo per cambiare, tanto più che sono d'allevamento. Se la borsetta di coccodrillo non la facciamo noi, la fa un concorrente. A Salvatore interessava di più la salute degli uomini. Nel 1942 la principessa Maria José di Savoia, che era crocerossina, lo pregò di produrre uno scarpone anticongelamento per i nostri soldati in Russia. Con una calzatura speciale riuscì a far camminare un mio nipote di 7 anni colpito da paralisi infantile.
Note
[modifica]- ↑ Citato da Salvatore Ferragamo e il comfort, ferragamo.com.
- ↑ Da Il calzolaio dei sogni: autobiografia di Salvatore Ferragamo, Sansoni, Firenze, 1971; citato in Il Museo Salvatore Ferragamo a Firenze celebra la moda in tutte le sue forme, hapersbazaar. com, 16 novembre 2020.
- ↑ Da Il calzolaio dei sogni, p. 77.
- ↑ Citato in Livia Fabietti, Marilyn, il mito rivive a Firenze, lastampa.it, 25 giugno 2012.
Voci correlate
[modifica]- Ferruccio Ferragamo, figlio
- Salvatore Ferragamo (azienda)
- Wanda Ferragamo, moglie
Altri progetti
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