Salvatore Lombardo

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Salvatore Lombardo (1948 – vivente), politico ed ex arbitro di calcio italiano.

Citazioni di Salvatore Lombardo[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Quando arbitravo dovevo mantenere un certo profilo, ero molto riservato. Adesso gli arbitri scambiano il cinque e danno del tu ai calciatori... Ai miei tempi non esisteva. Ci davamo del Lei, avevamo un certo distacco [...], però se vedevo un bel passaggio, un bel cross o una bella azione non rinunciavo nel dire che fosse bellissima.[1]
  • [«Com'era Maradona visto dagli occhi di un arbitro?»] Aveva un comportamento eccellente, non si lamentava mai, anche se poteva farlo. Veniva spesso aggredito dagli avversari, che usavano spesso mezzi non molto morbidi per fermarlo. Ma non si lamentava mai, davvero. Emanava grande tranquillità in campo, una signorilità unica, non protestava, e non rompeva le scatole, ma accettava le decisioni. [...] Era uno che vedeva l'azione meglio degli altri, sapeva come si dovevano svolgere le cose. Maradona caricava i compagni, li incitava, era un leader in campo, si notava bene questa cosa. Aveva un carisma naturale.[1]

Salvatore Lombardo: "Notaio, sindaco e arbitro, una vita segnata dal rigore"

Intervista di Massimo Norrito, palermo.repubblica.it, 6 febbraio 2022.

  • [...] in un periodo della mia vita avevo tante cariche piacevolissime che però si accavallavano. Ero sindaco di Marsala, presidente dell'Aia [l'Associazione italiana arbitri, ndr], commissario della Can di serie C. E per hobby facevo il notaio, l'unico ruolo che dava sostentamento della mia famiglia. [«Ma dove trovava il tempo?»] Quando uno dice che non ha tempo significa che non fa niente tutto il giorno. Se sei impegnato non hai modo di annoiarti e il tempo lo trovi per tutte le cose e per farle bene.
  • [...] l'arbitro non è quel personaggio negativo che sbaglia se non dà un calcio di rigore, ma è un uomo di sport che si sacrifica come gli atleti e cerca di portare in campo principi di giustizia applicati allo sport.
  • [...] è l'attività che dà maggiori soddisfazioni perché si è a contatto con i cittadini, si lavora nella propria città e si vedono i risultati di quello che si fa. Quando ero sindaco, ogni giorno scendevo per strada e parlando con la gente percepivo subito se stavo facendo bene o male.
  • [«Soffriva di più il giudizio del pubblico di uno stadio o quello dei suoi concittadini se le cose a Marsala non andavano per il meglio?»] Sono due giudizi diversi. Quando facevo l'arbitro, con i cittadini di Marsala si instaurava un rapporto di amore-odio. Se i giornali parlavano male di una mia prestazione, i marsalesi erano i primi a difendermi. Se però erano tifosi, ad esempio, del Milan, e con me il Milan aveva perso, ero un "disgraziato". Tendenzialmente però difendevano quello che ritenevano un simbolo della città.
  • Ricordo una volta che andai ad arbitrare in serie D a Palma Campana e trovai all'interno del recinto di gioco quattro sedie accanto alle panchine. Chiesi al presidente per chi fossero e mi rispose: "Sono per me e la mia famiglia". Gli dissi che doveva toglierle e lui di rimando mi fece notare che ero il primo che si comportava così. Dopo quell'episodio, ogni volta che tornavo in Campania ad arbitrare, trovavo una macchina mandata da quel presidente che mi aspettava. [«E lei?»] Naturalmente rifiutavo l'offerta. Questo andò avanti per qualche tempo, sino a quando quel presidente non venne ammazzato dalla camorra.

Note[modifica]

  1. a b Dall'intervista di Cosimo Giordano, Salvatore Lombardo: da arbitro ho visto davvero Maradona, sottoporta.it, 27 novembre 2020.

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