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Sara Ricci

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.

Sara Ricci (1968 – vivente), attrice italiana.

Intervista di Teresa Cornacchia, pathosmagazine.it, 7 aprile 2021.

  • Lincontro con la recitazione non è stato casuale ma non è stata neanche una mia passione da sempre. La danza contemporanea è stato il mio primo grande amore, il mio primo approccio con l'arte. Ero nella compagnia de I Danzatori Scalzi, ma a causa di un problema al ginocchio ho dovuto ripiegare sul teatro. In realtà io volevo fare l'interprete parlamentare, perché mi piaceva l'idea di parlare le lingue, di tradurre qualcosa. All'università ho capito di voler mettere in scena i personaggi che studiavo, le donne meravigliose della drammaturgia italiana e internazionale. Quindi per me la recitazione è un lavoro di traduzione, dalla scrittura alla messa in scena, come diceva Carmelo Bene: trasformare delle cose morte in qualcosa di reale, che ha un pathos, un'emozione. E questo mi diverte molto.
  • Conoscevo Michelangelo Antonioni perché insieme ad altre mie amiche universitarie gli tenevamo compagnia durante il pomeriggio, lo accompagnavamo a fare una passeggiata, alle mostre, al cinema, lungo il fiume, a teatro. C'era un bellissimo rapporto col maestro, perché era molto semplice, naturale e diretto come me. Essere stata scelta per interpretare un piccolo ruolo nel suo film è stato un vero e proprio sogno.
  • Per quanto riguarda la recitazione, in tv e al cinema bisogna essere più intimi, più veri. Se piangi devi piangere realmente, mentre in teatro non è necessario. Quando portavo in scena Uno sguardo dal ponte, per cinque anni ho pianto tutte le sere nel finale. Questo perché sono abituata alla televisione. In realtà al teatro ci si può permettere di non essere così descrittivi, ma l’emozione va provata lo stesso. La difficoltà del teatro sta nel mantenere una certa intimità, pur dovendo alzare molto la voce per farti sentire dal fondo della sala. Nonostante questo, la carne, l'anima dell'attore è la stessa, sono solo linguaggi diversi, è come parlare delle lingue diverse. Per questo a volte può cambiare anche un po' l'interpretazione, è come se recitassi in un’altra lingua.
  • Ho frequentato un corso alla Fondazione Italiana Sommelier e mi sono talmente innamorata che ho deciso di scriverci un testo comico. Credo che interpretare un testo scritto da me sia molto più difficile che interpretare Arthur Miller, per esempio. Secondo me è molto più facile interpretare dei personaggi assoluti, che sono stati scritti nel 500 ma che hanno una validità imperitura, perché sono stati scritti da geni. Io non sono un genio, almeno non della scrittura, e per questo è molto più complicato, perché non ho la penna di un grande talento, ma una penna disconnessa.

Filmografia

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Serie televisive

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Altri progetti

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