Serie A 1980-1981

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Giuseppe Furino, capitano della Juventus campione d'Italia 1980-1981.

Citazioni sul campionato italiano di Serie A 1980-1981.

  • La Juventus, adusa in passato a marce trionfali, questa volta si è guadagnata la conquista con sudore proletario. Il suo finale tutto in salita giustifica l'esultanza: questa squadra ha saputo ripetutamente risorgere dalle proprie ceneri, annullare svantaggi apparentemente incolmabili, sotto il profilo tecnico e psicologico. Al traguardo è giunta stremata [...]. Ma proprio l'irriducibilità degli avversari regala toni autentici al trionfo di Trapattoni e soci. Un campionato così accanitamente disputato lascia fatalmente rimpianti e veleni. La Roma, che ha a lungo accarezzato il sogno e se lo è visto svanire nelle battute conclusive, può legittimamente agganciarsi a episodi sfavorevoli. Cosa sarebbe stato se il guardalinee di Bergamo non avesse colto il fuorigioco quanto meno opinabile che ha condotto all'annullamento del gol di Turone, nel rissoso testa-a-testa di Torino? E se il Perugia non avesse lanciato il solo acuto del suo campionato a Fuorigrotta, dove sarebbe arrivato il Napoli-miracolo di Krol e di Marchesi? Gli interrogativi sono leciti, ma è pericoloso giudicare un campionato intero da circostanze singole, sganciate dal contesto. La Juventus ha chiuso il torneo avendo segnato più di tutte [...] e subìto meno di ogni altra [...]. Nel gioco dei confronti diretti ha raccolto cinque punti [...] contro i quattro del Napoli [...] e i tre della Roma [...]. Anche applicando alla testa della classifica il metodo per stabilire la retrocessione (la famosa «classifica avulsa») il risultato non sarebbe cambiato. (Adalberto Bortolotti)
  • La Juventus ha guadagnato questo stressante scudetto con una grandiosa prova di carattere. Già in partenza, presentava una formazione squilibrata, nel senso che le difettava, in organico, una punta di propensioni esclusivamente offensive. Le lunghe rinunce a Bettega hanno poi esasperato la lacuna, costringendo la squadra a stroncanti manovre di aggiramento per portare il maggior numero possibile di uomini in zona-gol. Se, malgrado questo, alla fine è risultata la squadra più prolifica, ciò depone a favore della qualità dei suoi difensori e centrocampisti [...] e della preparazione atletica davvero eccezionale nel complesso. Grande merito di Trapattoni, al quale vogliamo aggiungerne subito un altro. La capacita di tenere in perfetto ordine la sua panchina «lunga». Volta a volta sono mancati Bettega, Causio, Tardelli, Furino, alla fine anche l'inossidabile Cuccureddu: sempre i sostituti sono stati all'altezza del compito. Marocchino, una volta immesso in pianta stabile, è stato forse l'elemento decisivo per freschezza e fantasia. Verza ha risolto la fondamentale partita di Napoli. Prandelli ha surrogato un po' tutti a turno, con esemplare costanza di rendimento. (Adalberto Bortolotti)

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