Severino Boezio

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Boezio

Anicio Manlio Torquato Severino Boezio (480 circa – 520 circa), filosofo romano.

Citazioni di Severino Boezio[modifica]

  • L'uomo è un mondo in miniatura.
Homo est minor mundus.[1]
  • La musica è parte di noi, e nobilita o degrada il nostro comportamento.[2]
  • Ogni cosa è conosciuta non secondo la propria virtù, ma piuttosto secondo la facoltà del conoscente.[3]

Consolazione della filosofia[modifica]

Incipit[modifica]

Luca Orbetello[modifica]

Io, che un tempo poetai con giovanile ardore,
or devo con voce di pianto scegliere modi dolenti.

Benedetto Varchi[modifica]

Io che, già lieto e verde, alto cantai
Nel mio stato fiorito, or tristo e bianco
Pianger convegno i miei dolenti guai.

Citazioni[modifica]

  • Se vi è Dio, da dove vengono le cose malvagie? E da dove le cose buone, se Egli non è? (I, 4; 1996, p. 49)
  • Ora conosco [...] la principale causa del tuo male; hai cessato di sapere quel che tu stesso sei. (I, 6; 1996, p. 61)
  • Non si sente mai ricco chi, gemendo timoroso, | si crede nel bisogno. (II, 2; 1996, p. 71)
  • [...] in omni aduersitate fortunae infelicissimum est genus infortunii fuisse felicem. (II, 4; 1996, p. 74)
In ogni avversità della fortuna l'esser stato felice è il genere più doloroso di sfortuna. (1996, p. 75)
Fra tutte l'avversità della fortuna la più infelice maniera di mala ventura è l'essere stato avventuroso. (1832, p. 44)
  • Ebbene, ritengo che agli uomini giovi più l'avversa che la prospera fortuna; questa infatti inganna sempre con l'apparenza della felicità, quando sembra propizia, mentre quella è sempre veritiera, quando con il continuo mutare si dimostra instabile. Questa inganna, quella istruisce [...]. (II, 8; 1996, p. 99)
  • L'uccel canoro, che sugli alti rami | gorgheggia, vien rinchiuso in una gabbia; | per quanto sollecita mano gli porga | con cura affettuosa melate bevande | per gioco, e copia di cibi; | se saltellando sul breve graticcio | vede l'ombre dei boschi a lui gradite, | con le zampette schiaccia le vivande, | e mesto cerca soltanto le selve, | le selve canta con la dolce voce. (III, II; 1996, p. 108)
  • Chi può dettar leggi agli amanti? | Suprema a sé l'amore è legge. (III, XII; 1996, p. 153)
Quis legem det amantibus? | Maior lex amor est sibi.
  • Sta infatti nelle vostre mani la possibilità di foggiarvi la sorte che preferite; ogni fortuna che sembra avversa, se non serve a provare o a correggere, serve a punire. (IV, 7; 1996, p. 199)
  • L'uomo è un animale bipede razionale.
[...] homo est animal bipes rationale. (V, 4; 1996, p. 221)

Citazioni su Consolazione della filosofia[modifica]

  • Per quanto concerne d'altra parte le Consolationes di Boezio, credo che il dolore non possa esserne in alcun modo diminuito. Dobbiamo gustarlo fino in fondo. Se però il dolore, nei circuiti vitali inferiori, possiede una potenza caotica, al contatto con l'essere più elevato e nobile acquista invece la sua forma. La consolazione lo chiude in una gabbia dorata, o meglio: lo pone su un altare dotato di un valore più alto di tutti i mali che la breve vita di un uomo può patire.
    La consolazione offerta da Boezio sortisce dunque il suo effetto ancora oggi; e tale effetto nel tempo è solo un riflesso del superiore guadagno che la poesia promette così bene nel verso: «O terra sconfitta, donaci le stelle». (Ernst Jünger)

Citazioni su Severino Boezio[modifica]

  • Sanguinosa, in un sorriso | di martirio e di splendor: | di Boezio è il santo viso, | del romano senator. (Giosuè Carducci)

Note[modifica]

  1. Da De diffinitione, in Patrologia Latina, a cura di Jacques Paul Migne, vol. LXIV, col. 907 B.
  2. Da Della dottrina musicale; citato in Elena Spagnol, Citazioni, Garzanti, 2003.
  3. Citato in AA.VV., Il libro della filosofia, traduzione di Daniele Ballarini e Anna Carbone, Gribaudo, 2018, p. 75. ISBN 9788858014165

Bibliografia[modifica]

  • Severino Boezio, Consolazione della filosofia, traduzione di Luca Orbetello con testo latino a fronte, Rusconi, Milano, 1996. ISBN 88-18-70150-9
  • Severino Boezio, Della consolazione della filosofia, traduzione di Benedetto Varchi, Minerva, Padova, 1832. (Anteprima su Google Libri)

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