Marco Valerio Marziale: differenze tra le versioni
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* ''Questa è la legge stabilita per le poesie giocose: | possono divertire solo se sono pruriginose.'' (I, [[s:la:Epigrammaton_liber_I#XXXV|35]], 10; 1995) |
* ''Questa è la legge stabilita per le poesie giocose: | possono divertire solo se sono pruriginose.'' (I, [[s:la:Epigrammaton_liber_I#XXXV|35]], 10; 1995) |
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*''Ti stupisci che le orecchie di Mario puzzino. | Colpa tua, Nestore: sei tu che gli parli nelle orecchie.'' (III, [[s:la:Epigrammaton_liber_III#XXVIII|28]]; 1995) |
*''Ti stupisci che le orecchie di Mario puzzino. | Colpa tua, Nestore: sei tu che gli parli nelle orecchie.'' (III, [[s:la:Epigrammaton_liber_III#XXVIII|28]]; 1995) |
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*''Per poeta vorresti passare, | ma un verso tuo non ce l'hai detto mai: | prometti che per sempre tacerai, | e passa pure per chi cazzo ti pare.'' |
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*''Lascia che si veda il tuo piccolo difetto: | un difetto, se nascosto, sembra molto più grave.'' (III, [[s:la:Epigrammaton_liber_III#XLII|42]]; 1995) |
*''Lascia che si veda il tuo piccolo difetto: | un difetto, se nascosto, sembra molto più grave.'' (III, [[s:la:Epigrammaton_liber_III#XLII|42]]; 1995) |
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:''Simpliciter pateat vitium fortasse pusillum: quod tegitur, maius creditur esse malum.'' |
:''Simpliciter pateat vitium fortasse pusillum: quod tegitur, maius creditur esse malum.'' |
Versione delle 14:20, 15 apr 2009
Marco Valerio Marziale (38 – 104), poeta latino.
Senza fonte
- Il povero, di solito, coltiva amicizie che non gli rendono nulla.
- La fortuna dà troppo a molti, a nessuno abbastanza.
- Le persone dissolute hanno vita breve: raramente invecchiano.
- Le uniche ricchezze che avrai per sempre saranno quelle che hai donato.
- Lodano quelli, ma leggono gli altri.
- L'uomo buono è sempre un inesperto.
- L'uva è rigonfia d'acqua, flagellata da continui acquazzoni; oste, ammesso che tu ne avessi voglia, non puoi vendere quest'anno il vino puro.
- Non è da uomo saggio dire: "Vivrò". Vivere domani è già troppo tardi: vivi oggi.
- Saper vivere con piacere il passato è vivere due volte.
- Se la fama giunge solo dopo la morte, che aspetti.
- Se non vuoi essere la moglie di tua moglie, non sposare una donna ricca.
- Smettila di abusare dei miei versi, o pubblicane alcuni dei tuoi.
- Soffre veramente solo chi soffre senza testimoni.
- Tu osservi in un bassorilievo dei pesci, illustre opera di Fidia. Sommergili nell'acqua: nuoteranno.
- Apro non beve? Non mi importa un fico! Sobrio mi piace il servo, non l'amico.
- La fortuna da troppo a molti, ma abbastanza a nessuno.
Epigrammi
- Lasciva è la mia pagina, ma onesta la vita. (I, 4, 8)
- [A un plagiario] Si dice in giro, Fidentino, che tu le mie poesie | reciti in pubblico come se fossero le tue. | Te le regalerò, se vuoi che si dicano mie: comprale | se vuoi che si dica che sono tue, e non saranno più mie. (I, 29; 1995)
- Questa è la legge stabilita per le poesie giocose: | possono divertire solo se sono pruriginose. (I, 35, 10; 1995)
- Ti stupisci che le orecchie di Mario puzzino. | Colpa tua, Nestore: sei tu che gli parli nelle orecchie. (III, 28; 1995)
- Per poeta vorresti passare, | ma un verso tuo non ce l'hai detto mai: | prometti che per sempre tacerai, | e passa pure per chi cazzo ti pare.
- Lascia che si veda il tuo piccolo difetto: | un difetto, se nascosto, sembra molto più grave. (III, 42; 1995)
- Simpliciter pateat vitium fortasse pusillum: quod tegitur, maius creditur esse malum.
- Tutto quello che mi chiedi, Cinna maledetto, non è mai nulla: | se non mi chiedi nulla, Cinna, allora non ti nego nulla. (III, 61; 1995)
- Ciabattino, non devi prendertela con il mio libretto. | Le mie poesie colpiscono il tuo mestiere, non la tua vita. | Permettimi le mie spiritosaggini innocue. (III, 99; 1995)
- Quando non avevi seimila sesterzi, Ceciliano, una portantina | da sei schiavi ti scarrozzava in giro per tutta Roma. | dopo che la dea cieca te ne ha dati due milioni, | tanti da sfondarti le tasche, ecco, te ne vai in giro a piedi. (IV, 51; 1995)
- I regali fatti agli amici non sono preda del fato: | avrai soltanto le ricchezze che hai donato. (V, 52; 1995)
- La vita non è vivere: la vita è stare bene. (VI, 70, 15; 1995)
- Vuoi sposare Prisco: non mi stupisco, Paola, scema non sei. | Prisco non ti vuole sposare: scemo non è neppure lui. (IX, 10; 1995)
- Mi sorprendi a letto con un ragazzino e, con tono severo, | moglie, mi sgridi dicendo che un culo ce l'hai anche tu. | Quante volte Giunone disse la stessa cosa al lascivo Giove! | Ma lui dorme con Ganimede, che non è più un ragazzo. | Ercole metteva da parte il suo arco e faceva piegare Ila: | credi forse che sua moglie Megara non avesse le chiappe? | Febo si tormentava per Dafne che lo fuggiva: ma Giacinto, | il giovane spartano, fece spegnere quel fuoco d'amore. | Anche se Briseide, dormendo, gli offriva il fondoschiena, | Achille preferiva l'amichetto dal volto senza peli. | Smettila di dare alle tue cose due nomi maschili: | tu hai due fiche, dammi retta, mogliettina. (XI, 43; 1995)
- Un uomo onesto aumenta il tempo della sua vita: | vive due volte chi riesce a godere del passato. (X, 23; 1995)
- Hai fatto un errore, Lupo, per colpa delle vocali: | infatti, quando mi hai dato un terreno, | avrei preferito che tu vessi dato un torrone. (XI, 18; 1995)
- [All'amante] Vergognati, Fillide: rispetta almeno verità e giustizia. | Io non ti nego nulla, Fillide: tu, Fillide, non mi negare nulla. (XI, 49; 1995)
- Dal momento che conosci la vita e la fedeltà di tuo marito | e sai che nessun'altra donna agita o monta sul tuo letto, | perché sciocca ti tormenti per i suoi schiavi come fossero | i suoi amanti, che amano di un amore breve e fuggitivo? [...] | La vera matrona, la vera donna deve conoscere i suoi limiti: | lascia ai ragazzi la loro parte, tu tieniti la tua. (XII, 96; 1995)
- [Alle terme] Hai sentito che applausi ai bagni pubblici? Entrò l'enorme minchia di Marone!
Bibliografia
- Marco Valerio Marziale, Epigrammi, a cura di Simone Beta, Mondadori, 1995. ISBN 9788804571438
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