Italo Alighiero Chiusano: differenze tra le versioni

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==Bibliografia==
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*Italo Alighiero Chiusano, ''Törless, claustrofobia e vertigine'', introduzione a [[Robert Musil]], ''Il giovane Törless'', Newton Compton, 1991.
*Italo Alighiero Chiusano, ''Törless, claustrofobia e vertigine'', introduzione a [[Robert Musil]], ''Il giovane Törless'', Newton Compton, 1991.
F.VERDONA, ''La figura di Cristo nell'opera di I.A. Chiusano (1926-1995''), Lateran University Press, Roma 2003.


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Versione delle 16:54, 5 ott 2011

Italo Alighiero Chiusano

Italo Alighiero Chiusano (1926 – 1995), scrittore, critico e storico-letterario, saggista, autore di drammi teatrali per la radio e giornalista italiano.

Törless, claustrofobia e vertigine

Incipit

L'accostamento più ovvio del Törless (1906) è col filone dei romanzi o dei drammi in cui autori di lingua tedesca, nel corso di quegli anni, trattarono la problematica agra e scottante, o addirittura la tragedia del'età puberale. Turbamenti del sesso, incomprensione coi genitori, attrazioni semincestuose verso la madre, il carcere scolastico. Aveva cominciato con Risveglio di primavera (1891), Frank Wedekind, suscitando scandalo e prurigine. In note assai più sfumate si era inserito Thomas Mann, nell'indimenticabile finale dei Buddenbrook (1901), centrato nella figura dell'ipersensibile giovane Hanno, votato alla morte. Note strazianti, e suicidio finale, nell'Amico Hein (1902) di Emil Strauss. Ambiente scolastico deformato sino all'astiosa caricatura (ma tenendo d'occhio più l'educatore-boia che gli educati-vittime) nel Professor Unrat (1903) di Heinrich Mann. Nello stesso anno del Törless esce anche Sotto la ruota di Hermann Hesse: nuova tragedia di uno scolaro, con finale luttuoso. Qui terminiamo la sommaria rassegna: solo ricordando che tra non molto sarebbero esplose le varianti – ben più urlate e in un certo senso rozze – degli autori espressionisti, dove violenze contenute e incesti inconsci deflagreranno in gesti clamorosi di mélo o da grand guignol: e avremo Il figlio (1914) di Walter Hasenclever, Non l'assassino ma l'assassinato è il colpevole (1919) di Franz Werfel, Parricidio (1920) di Arnolt Bronnen.
Che Il giovane Törless di Robert Musil sia anche questo, non c'è dubbio. Che nasca da un'esperienza ampiamente autobiografica, è altrettanto accertato.

Citazioni

  • Se Musil fosse morto subito dopo aver pubblicato il Törless, lasciandoci dell' Uomo senza qualità solo le schegge contraddittorie di una tessitura di cui mai avremmo potuto immaginare la complessità e la ricchezza, certo nessuno di noi, oggi, saprebbe che immenso scrittore avremmo perduto: ma ogni critico appena superiore alla mediocrità avrebbe potuto dire, senza alcuna incertezza, che in lui si era spento un autore di già stupefacente e matura originalità. (p. 17)
  • Che si accettino o no gli schemi e le «verità» della psicanalisi, è indubbio che il presente romanzo [Il giovane Törless] è una mappa incredibilmente precoce d'una lettura della psiche e della società in cui tale tipo di speculazione domina sovrana, e coi mezzi d'indagine e i materiali (si veda l'uso del sogno, le simbologie edipiche, le associazioni mentali) che in quell'ambito sono considerati canonici. (p. 18-19)
  • Musil non tralascia mai di operare da perfetto artista, da creativo, da poeta, perciò lascia un'amplissima zona opinabile e di suggestivamente ambiguo e polivalente alla curiosità dei lettori e degli interpreti. (p. 19)

Bibliografia

  • Italo Alighiero Chiusano, Törless, claustrofobia e vertigine, introduzione a Robert Musil, Il giovane Törless, Newton Compton, 1991.

F.VERDONA, La figura di Cristo nell'opera di I.A. Chiusano (1926-1995), Lateran University Press, Roma 2003.

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