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'''Vittorio Emanuele Chesi''' (1916 – 1991), giornalista italiano. |
'''Vittorio Emanuele Chesi''' (1916 – 1991), giornalista italiano. |
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* Sono passate le giornate gloriose<ref>Insurrezione partigiana iniziata il 25 aprile 1945.</ref> dell'insurrezione armata: la seconda stagione eroica |
* Sono passate le giornate gloriose<ref>Insurrezione partigiana iniziata il 25 aprile 1945.</ref> dell'insurrezione armata: la seconda stagione eroica dell'Italia moderna si è compiuta. La tradizione, spezzata violentemente dalle coscienze corrotte di una minoranza, è stata ricomposta, per virtù di popolo, nella sua feconda continuità. Nelle ore sorde della cattività sembrava che tutto dovesse essere perduto; che il nostro popolo fosse costretto a piegare, in una mortale stanchezza, il suo cuore antico alle voglie mostruose di un potere folle e sanguinario; che gli Italiani insomma, addormentati dale parole ipnotiche del recente passato, stessero per smarrire definitivamente il senso reale dell'avvenire.<ref name=":0">Da ''[https://www.bdl.servizirl.it/bdl/bookreader/index.html?path=fe&cdOggetto=1024#page/1/mode/1up Il nostro impegno], Mantova Libera,'' 6 maggio 1945</ref> |
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* Come uomini nuovi potremo poi iniziare l'immenso programma di ricostruzione materiale che ci attende; potremo attuare le profonde riforme sociali ed economiche che ragioni di giustizia reclamano, nella serena cooperazione di tutte le tendenze politiche; potremo edificare con il nostro lavoro quello Stato del Popolo, che i profeti della prima Italia sognarono nell'anticipazione dei tempi. Soltanto allora, senza pericoli di contaminazione, potremo affondare le mani nel tronfio vocabolario del passato e ripescarvi la parola [[grandezza]], pel propriamente usarla.<ref name=":0" /> |
* Come uomini nuovi potremo poi iniziare l'immenso programma di ricostruzione materiale che ci attende; potremo attuare le profonde riforme sociali ed economiche che ragioni di giustizia reclamano, nella serena cooperazione di tutte le tendenze politiche; potremo edificare con il nostro lavoro quello Stato del Popolo, che i profeti della prima Italia sognarono nell'anticipazione dei tempi. Soltanto allora, senza pericoli di contaminazione, potremo affondare le mani nel tronfio vocabolario del passato e ripescarvi la parola [[grandezza]], pel propriamente usarla.<ref name=":0" /> |
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Vittorio Emanuele Chesi (1916 – 1991), giornalista italiano.
- Sono passate le giornate gloriose[1] dell'insurrezione armata: la seconda stagione eroica dell'Italia moderna si è compiuta. La tradizione, spezzata violentemente dalle coscienze corrotte di una minoranza, è stata ricomposta, per virtù di popolo, nella sua feconda continuità. Nelle ore sorde della cattività sembrava che tutto dovesse essere perduto; che il nostro popolo fosse costretto a piegare, in una mortale stanchezza, il suo cuore antico alle voglie mostruose di un potere folle e sanguinario; che gli Italiani insomma, addormentati dale parole ipnotiche del recente passato, stessero per smarrire definitivamente il senso reale dell'avvenire.[2]
- Come uomini nuovi potremo poi iniziare l'immenso programma di ricostruzione materiale che ci attende; potremo attuare le profonde riforme sociali ed economiche che ragioni di giustizia reclamano, nella serena cooperazione di tutte le tendenze politiche; potremo edificare con il nostro lavoro quello Stato del Popolo, che i profeti della prima Italia sognarono nell'anticipazione dei tempi. Soltanto allora, senza pericoli di contaminazione, potremo affondare le mani nel tronfio vocabolario del passato e ripescarvi la parola grandezza, pel propriamente usarla.[2]
Note[modifica]
- ↑ Insurrezione partigiana iniziata il 25 aprile 1945.
- ↑ a b Da Il nostro impegno, Mantova Libera, 6 maggio 1945
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