Cimitero monumentale di Staglieno: differenze tra le versioni

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*A [[Genova]] {{Sic|...,}} per più di un secolo, le famiglie dei grandi mercanti o professionisti fecero a gara nell'erigere cappelle squisitamente domestiche. Le vediamo tutt'attorno a due grandi quadrilateri e sulle terrazze della collina, dove gli echi di Canova evidenti nei primi esempi, si smorzano in sussurri di Mestrovic e di Epstein nei più recenti. Sono in marmo o in bronzo: un affastellato compatto ed intricato. Figure più o meno drappeggiate, simboli di lutto e speranza. Sono qui collocate in disinvolta intimità con i ritratti dei defunti di un realismo inquietante. Qui stanno le immagini dei cari estinti che mostrano, sull'arco di un secolo, le mutevoli mode: l'uomo coi basettoni, vestito alla finanziera, occhialuto; la signora in crinolina, scialle guarnito di pizzi, il cappellino di piume, ogni bottone o laccio esattamente riprodotto... E gli angeli di marmo che emergono, consolatori, dalle porte di bronzo, sussurrano qualcosa all'orecchio dei parenti inginocchiati: veri tableaux vivants! In uno di questi gruppi l'illusione doppia: una mamma di marmo regge il bambino che bacia il busto di marmo del padre! Verso gli anni '80 lo stile liberty ammorbidisce il troppo acuto cesello. Quello che è stato fatto dopo il 1918 non ha alcun interesse per il vero conoscitore. Il Camposanto di Genova, nel pieno e vero senso della parola, è un museo dell'arte borghese della seconda metà del secolo scorso. Il [[Cimitero del Père-Lachaise|Père Lachaise]] e l'[[Albert Memorial]] sono nulla al confronto e la loro scomparsa non sarebbe una perdita grave fino a quando questa collezione esisterà. ([[Evelyn Waugh]])
*Mi fu raccomandato di andare a vedere i cimiteri di Genova. Raggiunsi in tram un antico camposanto in una valle del fiume Bisagno, molto amena e placida, e mi riferirono che a poca distanza ve n'era un altro {{NDR|il cimitero di Staglieno}}, pieno di statue. Lo vidi e non mi piacque per niente. Mi diede l'impressione di un baraccone di figure di cera, prive di colore. ([[Pío Baroja]])
*Mi fu raccomandato di andare a vedere i cimiteri di Genova. Raggiunsi in tram un antico camposanto in una valle del fiume Bisagno, molto amena e placida, e mi riferirono che a poca distanza ve n'era un altro {{NDR|il cimitero di Staglieno}}, pieno di statue. Lo vidi e non mi piacque per niente. Mi diede l'impressione di un baraccone di figure di cera, prive di colore. ([[Pío Baroja]])
*Mi sono letteralmente innamorata di quella piccola parte del cimitero antico. Ho visto una galleria meravigliosa di tombe imponenti fatte erigere nell'Ottocento da ricchi e colti genovesi. Decine e decine di sculture raffiguranti famiglie di commercianti e industriali, di quella borghesia intelligente che aveva fatto la fortuna della città, e che aveva chiamato a lavorare eccellenti scultori perché raccontassero, con una precisione "fotografica", fisionomie e consuetudini familiari. [...] Detestavo ciò che molte sculture rappresentavano, per esempio lo stereotipo della donna timorosa e dipendente dagli uomini, ma ero anche colpita dalla capacità di chi, ancora in vita, aveva progettato la propria tomba. Le guardavo con occhio ammirato e ho cominciato a fotografare appassionandomi sempre di più, di tomba in tomba, di scultura in scultura, trascinandomi dietro una scaletta per avere un punto di vista più elevato. Ho copiato decine e decine di scritte tombali. Ho preso anche la bronchite. ([[Lisetta Carmi]])
*Mi sono letteralmente innamorata di quella piccola parte del cimitero antico. Ho visto una galleria meravigliosa di tombe imponenti fatte erigere nell'Ottocento da ricchi e colti genovesi. Decine e decine di sculture raffiguranti famiglie di commercianti e industriali, di quella borghesia intelligente che aveva fatto la fortuna della città, e che aveva chiamato a lavorare eccellenti scultori perché raccontassero, con una precisione "fotografica", fisionomie e consuetudini familiari. [...] Detestavo ciò che molte sculture rappresentavano, per esempio lo stereotipo della donna timorosa e dipendente dagli uomini, ma ero anche colpita dalla capacità di chi, ancora in vita, aveva progettato la propria tomba. Le guardavo con occhio ammirato e ho cominciato a fotografare appassionandomi sempre di più, di tomba in tomba, di scultura in scultura, trascinandomi dietro una scaletta per avere un punto di vista più elevato. Ho copiato decine e decine di scritte tombali. Ho preso anche la bronchite. ([[Lisetta Carmi]])

Versione delle 16:05, 31 ago 2017

Cimitero di Staglieno

Citazioni sul cimitero monumentale di Staglieno a Genova.

Citazioni

  • A Genova ..., per più di un secolo, le famiglie dei grandi mercanti o professionisti fecero a gara nell'erigere cappelle squisitamente domestiche. Le vediamo tutt'attorno a due grandi quadrilateri e sulle terrazze della collina, dove gli echi di Canova evidenti nei primi esempi, si smorzano in sussurri di Mestrovic e di Epstein nei più recenti. Sono in marmo o in bronzo: un affastellato compatto ed intricato. Figure più o meno drappeggiate, simboli di lutto e speranza. Sono qui collocate in disinvolta intimità con i ritratti dei defunti di un realismo inquietante. Qui stanno le immagini dei cari estinti che mostrano, sull'arco di un secolo, le mutevoli mode: l'uomo coi basettoni, vestito alla finanziera, occhialuto; la signora in crinolina, scialle guarnito di pizzi, il cappellino di piume, ogni bottone o laccio esattamente riprodotto... E gli angeli di marmo che emergono, consolatori, dalle porte di bronzo, sussurrano qualcosa all'orecchio dei parenti inginocchiati: veri tableaux vivants! In uno di questi gruppi l'illusione doppia: una mamma di marmo regge il bambino che bacia il busto di marmo del padre! Verso gli anni '80 lo stile liberty ammorbidisce il troppo acuto cesello. Quello che è stato fatto dopo il 1918 non ha alcun interesse per il vero conoscitore. Il Camposanto di Genova, nel pieno e vero senso della parola, è un museo dell'arte borghese della seconda metà del secolo scorso. Il Père Lachaise e l'Albert Memorial sono nulla al confronto e la loro scomparsa non sarebbe una perdita grave fino a quando questa collezione esisterà. (Evelyn Waugh)
  • Mi fu raccomandato di andare a vedere i cimiteri di Genova. Raggiunsi in tram un antico camposanto in una valle del fiume Bisagno, molto amena e placida, e mi riferirono che a poca distanza ve n'era un altro [il cimitero di Staglieno], pieno di statue. Lo vidi e non mi piacque per niente. Mi diede l'impressione di un baraccone di figure di cera, prive di colore. (Pío Baroja)
  • Mi sono letteralmente innamorata di quella piccola parte del cimitero antico. Ho visto una galleria meravigliosa di tombe imponenti fatte erigere nell'Ottocento da ricchi e colti genovesi. Decine e decine di sculture raffiguranti famiglie di commercianti e industriali, di quella borghesia intelligente che aveva fatto la fortuna della città, e che aveva chiamato a lavorare eccellenti scultori perché raccontassero, con una precisione "fotografica", fisionomie e consuetudini familiari. [...] Detestavo ciò che molte sculture rappresentavano, per esempio lo stereotipo della donna timorosa e dipendente dagli uomini, ma ero anche colpita dalla capacità di chi, ancora in vita, aveva progettato la propria tomba. Le guardavo con occhio ammirato e ho cominciato a fotografare appassionandomi sempre di più, di tomba in tomba, di scultura in scultura, trascinandomi dietro una scaletta per avere un punto di vista più elevato. Ho copiato decine e decine di scritte tombali. Ho preso anche la bronchite. (Lisetta Carmi)
  • Sono andato a Genova a vedere la tomba di Constance. È molto graziosa – una croce di marmo con foglie di edera scura intrecciate in un buon motivo. Il cimitero è un giardino ai piedi dei bei colli che si arrampicano verso i monti alle spalle di Genova. (Oscar Wilde)

Friedrich Nietzsche

  • Caro amico, Le mando di corsa una cartolina solamente per comunicarLe la forte sensazione che ho in questo momento: credo che Lei e io siamo sulla via giusta! Solitudine e rigore nel giudicare noi stessi; mai più tendere l'orecchio agli altri, modelli e maestri! Una vita adatta e via via adattabile ai nostri desideri più profondi, un'operosità senza affanno, e senza nessuna coscienza estranea a vigilare su di noi e sul nostro operato! È così che tento ancora una volta di arrangiarmi, e Genova mi sembra il luogo adatto: ogni giorno per tre volte qui il cuore mi è traboccato, di fronte a questa vastità che chiama alle lontananze e al cospetto di una così imponente operosità. Qui ho la calca e il silenzio e sentieri sulle alture, e una cosa che è più bella di come l'ho sognata, il campo santo.
  • Forse accompagno l'amico a fare una gita sulla Riviera. Speriamo che gli piaccia quanto Genova: io qui mi sento davvero a casa mia. [...] Quando c'è stato il grande corteo di Carnevale siamo andati al Cimitero, il più bello tra i più belli del mondo.
  • Io amo te, antro dei sepolcri, | te, bugiarderia di marmo! | Sempre mi liberate l'anima | alla più libera beffa.

Voci correlate

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