Stefania Falasca

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Stefania Falasca (1963 – vivente), giornalista, scrittrice e saggista italiana.

Citazioni di Stefania Falasca[modifica]

  • Una novità profonda caratterizza in filigrana la nuova lettera enciclica di Francesco: quella di essere ecumenica. La presentazione oggi della Laudato si’ affidata anche al teologo metropolita ortodosso Ioannis Zizioulas in rappresentanza del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli non è solo un atto di cortesia verso le Chiese sorelle, né il simbolico omaggio all'operato di Bartolomeo I, con il quale il Papa più volte e con gesti straordinari ha manifestato di condividere «una forte amicizia, un'unica fede che si fa comunione di intenti». Già nella conferenza stampa sul volo Sri Lanka-Filippine, il 15 gennaio, Francesco aveva dato conferma di quanto fosse effettivo, in quella «comunione di intenti», il contributo reso dal Patriarca all'elaborazione di questo testo di dirompente riflessione sui destini e la cura del comune habitat della famiglia umana: «Ora vorrei ricordare il mio amato fratello Bartolomeo, che da anni, da anni predica su questo tema. E io ho letto tante cose sue per preparare questa enciclica».[1]

«Perchè non siamo i padroni del pianeta»

Intervista di Manuela Petrini, interris.it, 5 giugno 2020.

  • Per imparare a rispettare e curare la nostra casa comune, come credenti e cristiani cattolici, è importante comprendere che si tratta di una dimensione della fede. Non è un'azione aggiuntiva alla vita ecclesiale, ma una sua manifestazione sostanziale. Il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo, pioniere nel far comprendere che la cura del creato è un'istanza di fede biblica, citato all'inizio della Laudato si', afferma che si tratta di un servizio liturgico. Per cui tutte le iniziative della Chiesa in questo senso sono ecclesiologia applicata. Questo per spiegare quanto sia importante la dimensione della fede e per far comprendere che l'emergenza ecologica è parte della missione di liberazione integrale a cui è chiamata la Chiesa che vuole essere fedele al Vangelo. È necessario capire che è una questione di fedeltà al Creatore, Dio ha creato il mondo per tutti. Guardare questa realtà ci offre la possibilità di riscoprire il dono della difesa della vita, affinché non sia soggiogata al lucro e al guadagno con i quali si devasta l'ambiente e andiamo verso l'autodistruzione.
  • Il Papa dice che stiamo spadroneggiando sul creato. È ora di abbandonare la dipendenza dai combustibili fossili a favore di un'energia pulita e un'economia sostenibile. Abbiamo visto che sono i giovani ad alzare la voce in tutto il mondo e a invocare scelte coraggiose, indicando quelle che possono essere azioni incisive, guardando con molto realismo la matrice di questo atteggiamento che ha portato il mondo sull'orlo del baratro. Sono delusi da troppe promesse disattese per interessi e convenienze di parte. Forse, proprio le nuove generazioni ricordano più di noi che la terra non è un bene da prosciugare ma da trasmettere. Sperare nel domani non è solo un bel sentimento, ma un compito che richiede azioni concrete, perché ai nostri figli dobbiamo dare risposte vere e non illusioni.
  • L'Amazzonia è un luogo rappresentativo e decisivo, di importanza planetaria, come lo è tutta la regione, la Panamazzonia. Si estende per quasi 8 milioni di chilometri e contribuisce in maniera determinante alla vita sulla terra. Quando il Papa è andato a Puerto Maldonado annunciando il Sinodo sull'Amazzonia ha detto che lì si gioca la vita di ognuno di noi. Proprio in questa regione si è scatenata una grave crisi, sia ambientale che sociale, causata da una prolungata ingerenza umana in cui predomina la cultura dello scarto e uno sfruttamento sconsiderato delle risorse naturali. Il Papa ha indicato in maniera chiarissima la causa profonda della crisi, strettamente collegata al modello di sviluppo adottato, che nell’enciclica Laudato si' indica con l'espressione 'globalizzazione del paradigma tecnocratico', che vuol dire un modello che induce a considerare la terra alla stregua di una merce e che come tale può essere sfruttata, degradata, depredata senza scrupoli, senza rendere conto a nessuno, per accumulare denaro. [...] L'Amazzonia è lo specchio di tutta l'umanità, che a difesa della vita esige cambiamenti personali e culturali di tutti, degli Stati e della Chiesa. Quello che accade in Amazzonia è il paradigma imperante della cultura dello scarto che trasforma la terra in una grande discarica.

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