Stefano Jurgens
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Stefano Jurgens (1953 – vivente), autore televisivo e paroliere italiano.
Citazioni di Stefano Jurgens
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
Intervista di Luca Caruso, raivaticano.blog.rai.it, 22 febbraio 2011.
- Questa Tv, fatta per lo più di reality e contenitori, è lontana anni luce dal mio modo di vedere.
- Oggi la televisione è un punto di partenza, prima era un punto d'arrivo.
- Ho iniziato a scrivere proprio per sentirmi uno scrittore... libero.
- Sono un innamorato di Gesù. Egli è ovunque dentro e fuori di me, Lo amo da peccatore quale sono, ma sperando che almeno un soffio di questo amore un giorno possa arrivargli.
- Molta gente del mondo dello spettacolo è piena di fede.
Intervista di Massimo Falcioni, tvblog.it, 12 giugno 2020.
- Avevo scritto Sei forte papà per Gianni Morandi e il disco vendette milioni di copie. Quando si sparse la voce venni chiamato dalla Rai. Mi comunicarono che Corrado cercava un giovane autore per completare il suo gruppo di lavoro. Risposi subito di sì, per me era già un mito, lavorarci assieme sarebbe stato un sogno. Da lì cominciò una lunga ed affettuosa amicizia.
- [«[...] il 16 marzo 1978, le Brigate Rosse rapirono Aldo Moro massacrando i cinque agenti della sua scorta. Tre giorni dopo Corrado andò in onda e cercò di rassicurare un Paese sconvolto»] Venne pregato dalla direzione della Rai, che a sua volta aveva ricevuto un messaggio dal Ministro dell'Interno. Domenica In era un programma molto visto, nato per promuovere le domeniche a casa in tempo di austerity. Chiesero a Corrado di tranquillizzare gli spettatori, ancora ricordo il suo discorso di apertura: "Al mondo i buoni sono più dei cattivi. Se i buoni fossero solidali, forse i cattivi non troverebbero il terreno adatto". Fu un periodo spaventoso, io abitavo dietro via Fani e proprio quel giorno uscendo di casa per recarmi da Corrado ad Arezzo trovai il traffico bloccato. Non sapevo ancora cosa fosse accaduto, lo appresi dalla radio.
- Per Corrado scrissi tutte le sigle di Domenica In, che cambiavamo ogni tre mesi. Carletto invece era perfetta per Mike [Bongiorno], andai a casa sua per fargliela ascoltare. Impazzì, gli piacque così tanto che chiamò Gianni Ravera, allora patron di Sanremo, per farsi inserire al Festival come ospite. [...] Corrado realizzò un provino imitando la voce di Bongiorno, ma Mike sparì per i 2-3 mesi successivi. Lo cercavamo, ma si faceva negare. Finché un giorno lo trovammo e ci confidò che la moglie Daniela si era opposta. [«Il motivo?»] Mai saputo. Fatto sta che dicemmo a Corrado: "Cantala tu". Stavamo preparando Fantastico e accettò. A quel punto serviva un bambino e gli prestai mio figlio [ride, ndr]. Fu la prima e unica esibizione. In pochi giorni scalò le classifiche e andò in vetta. Corrado era felicissimo, prese anche il disco d'oro. E pensare che nessuna casa discografica voleva produrla.
- [Su Il pranzo è servito] Si presentò Silvio Berlusconi, voleva un programma che coprisse la fascia di mezzogiorno, non c'era nulla. Ci spiegò il suo modo nuovo di fare tv, che consisteva nel mandare la stessa videocassetta in onda in contemporanea sulle varie emittenti locali che aveva acquistato, così da ottenere un prodotto identico a quello di una piattaforma nazionale. Lo guardammo come se fosse pazzo. [«Invece vi convinse»] Realizzammo una puntata pilota e gliela facemmo vedere. Ne volle trecento. La scenografia era minimal, la famosa ruota con le portate girava grazie ad una bicicletta posizionata nel retro. C'era un operaio che pedalava. Andammo avanti così per molti anni, solo nell'ultimo periodo il procedimento diventò elettronico.
- [Su La Corrida - Dilettanti allo sbaraglio] I provini si svolgevano in varie città d'Italia e ce ne occupavamo noi autori. Andavo quasi sempre con il maestro Pregadio. Registravamo le performance e le mostravamo a Marina Donato. Incontravamo personaggi divertenti, per loro non era importante il posizionamento in classifica, ma farsi vedere in tv, con luci e orchestra alle spalle. Diventavano le star del loro paese. [«Corrado li vedeva per la prima volta in diretta?»] No, li vedeva il giorno prima. Però si trovava davanti tantissime esibizioni, la scrematura la facevamo noi successivamente. La prova musicale invece avveniva il pomeriggio stesso, i concorrenti accennavano una piccolissima parte del brano. [...] Era gente normale, senza la pretesa di diventare famosa a tutti i costi. Erano contenti così, pubblicizzavano il loro negozio in diretta, salutavano gli amici. E venivano accolti sempre con un grande applauso. Durante l'esibizione il pubblico fischiava e batteva i coperchi delle pentole, ma l'uscita avveniva sempre tra gli applausi.
- [«Con Corrado ideaste Tira e Molla per Paolo Bonolis. Gli inizi non furono facili»] Corrado e Paolo avevano e hanno stili diversi. Non conoscendo il carattere di Bonolis, il programma venne scritto immaginando come l'avrebbe presentato Corrado. Paolo lavorò per adattarlo. [...] I primi mesi furono un po' difficili, la gente non capiva, ma tutti i programmi hanno bisogno di tempo. Pian piano lo adeguammo inserendo le telefonate, accompagnate ad una conduzione più irriverente. Anche Corrado era ironico, ma restava sempre nelle righe. Non che Bonolis non sia una persona educata, ma va volutamente oltre, lo fa apposta.
- Avanti un altro è un format di Paolo Bonolis, se gli levi Paolo non funziona più.
- [«Tra i flop della sua carriera possiamo inserire Italiani?»] È l'unico programma che non ci è riuscito bene. Il format non era centrato, eravamo in tanti a crearlo e probabilmente volevamo inserirci troppa roba. Purtroppo andò in onda pochi giorni dopo l'attacco alle Torri Gemelle. Era un periodo complesso, registravamo e subito dopo andavamo in redazione per vedere cosa accadeva nel mondo. Tuttavia, non fu tutto da buttare, fu antesignano di cose che poi riproponemmo altrove. A volte si fanno programmi anche per sperimentare delle piccole cose.
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