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Roger Federer (1981 – vivente)
Tennista svizzero.
- C'è stato un tempo in cui credevo fosse tutta una questione di tecnica e tattica. Eppure, ogni partita è diventata piuttosto una questione mentale e certo, anche fisica – cerco di forzarmi a muovermi nella maniera giusta, a non cadere in agitazione e restare positivo. Credo si tratti in assoluto del miglioramento principale di questi ultimi anni. Perché oggi, persino quando sono sotto pressione, riesco a rimanere lucido.
- Il talento può essere una trappola. La possibilità di scelta può confondere. E quel ch'è più pericoloso è il narcisismo. Ci si compiace del colpo miracoloso, si ricevono applausi, si finisce per giocare per gli altri, per il pubblico. È rischiosissimo.
- Non ho intenzione di iniziare a vantarmi, ma semplicemente, per me il gioco è naturale. Mi sento come se stessi "vivendo il gioco" quando sono là fuori. Percepisco quando qualcuno sta per colpire la palla. So esattamente con che angolo e che effetto la colpirà. Mi sembra semplicemente di averla già vista quella palla, e questo è un enorme vantaggio.
- Con Federer, l'eccellenza non dipende direttamente dalla perizia, dalla tecnica, dall'odio, dalla lotta, dalla competizione, ma dall'amore del gioco per il gioco, egli conduce il gioco su un piano dove il desiderio è causa di tutto il resto. (André Scala)
- È fortissimo, Federer. E geniale, oltremodo. Chi lo nega? Ma è anche algido, privo di carisma, infantilmente ancorato al feticcio dei record. Non gioca per divertire: gioca per mostrare che ce l'ha più lungo. Il suo non è gesto bianco: è onanismo. (Andrea Scanzi)
- Impossibile da descrivere concretamente la bellezza di un fuoriclasse. O evocarla. Il dritto di Federer è una possente scudisciata liquida, il rovescio è un colpo a una mano che lui sa tirare di piatto, caricare di topspin o tagliare – quello tagliato ha un tale nerbo che la palla cambia forma nell'aria e rasenta l'erba più o meno all'altezza della caviglia. Il servizio ha una velocità e un grado inarrivabile di varietà e precisione; i movimenti del servizio sono flessuosi e sobri, si distinguono (in tv) solo per il guizzo anguillaceo dell'intero corpo al momento dell'impatto. (David Foster Wallace)
- Non si vive di tennis, è ovvio, ma molte cose smettono di morire per un attimo, ogni volta che Federer stacca un rovescio lungolinea. Ne sono sicuro. (Alessandro Baricco)
- Qua bisogna stabilire se il tennis è questo, e allora noi giochiamo a un'altra cosa, o se il tennis è quello che giochiamo noi, e allora Federer a cosa sta giocando? (Paolo Bertolucci)
- Si mette a giocare, ed è come se la sua persona – quelle spoglie mortali che lo rendono cosi biologicamente simile a tutti noi – sparisse. Al suo posto c'è il Tennis. C'è la stessa ragion d'essere di questo sport nobilissimo e ricco di padri gloriosi, al quale però è mancata per oltre un secolo una vera, definitiva incarnazione. Adesso c'è, ed è lui, e io lo sto vedendo per la prima volta dal vivo. (Sandro Veronesi)