Timo Glock
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Timo Glock (1982 – vivente), pilota automobilistico tedesco.
Citazioni di Timo Glock
[modifica]- [Sul Deutsche Tourenwagen Masters] Ci ho messo un bel po' per capire come andare forte con queste macchine, soprattutto per uno che viene dalla F1 perché non è così automatico come per chi arriva da altre categorie. Ero troppo aggressivo all'inizio, abituato alle monoposto che erano molto più leggere. Qui bisogna staccare e poi sterzare continuando a premere il pedale del freno, è dura cambiare stile e per arrivare in prima fila ti serve quel decimo e mezzo che trovi proprio in queste situazioni. [...] A Valencia ricordo che andai molto forte al primo test, ma poi scoprii che era per via del tracciato appena riasfaltato. Con così tanta aderenza potevo riproporre lo stile della F1 e sono stato velocissimo fin dall'inizio [...]. L'euforia fu subito smorzata dal mio amico Timo Scheider, che chiamai appena concluso il test. Fu secco nel dirmi: "Aspetta di correre su una pista dove non c'è grip e vedrai". Pensavo stesse scherzando, andammo a Barcellona e dopo mezza giornata ero ancora ad 1"5 dalla vetta. Non avevo idea di come fare per ridurre un distacco del genere, non ci ho più capito niente. Richiamai Timo per vederci, ci sedemmo a prendere un caffè, mi guardò e mi disse: "Benvenuto nel DTM!". Lì ho capito che dovevo dimenticare tutto quello che avevo imparato fino a quel momento e ripartire da capo.[1]
- [...] quando sono arrivato in Toyota le strutture erano davvero molto grandi. C'era tutto quello che si poteva immaginare per costruire un'auto di Formula 1. Avevamo due gallerie del vento. C'era tutto quello che si poteva pensare per la ricerca e lo sviluppo, c'era davvero tutto. Ero lì per guidare quella vettura di F1 e per rappresentare la Toyota come costruttore, oltre a tutte le 1.200 persone o giù di lì che lavoravano a Colonia. All'inizio era un vero e proprio sovraccarico di lavoro, ma mi sono reso conto molto rapidamente che il problema era la Toyota, non le persone, che erano davvero molto brave. Il problema era il processo decisionale: le decisioni da prendere in tempi brevissimi ci portavano via troppo tempo. Per esempio, avevamo degli aggiornamenti della vettura, che si trovavano in una sorta di zona grigia, e [...] sono stati bloccati dal Giappone [...]. Ricordo un'ala posteriore che si bloccava al momento giusto, come se fosse un effetto DRS. La stavamo usando già nei test in rettilineo ed era pronta per essere utilizzata. Ci ha dato almeno mezzo secondo. In Giappone l'hanno fermato perché si trovava in una zona grigia. Hanno detto: "No, no, no, non vogliamo essere squalificati, non possiamo andare in quella direzione". Questa cosa ci ha impedito di compiere l'ultimo passo.[2]
- [Sul Gran Premio del Brasile 2008] [...] ricordo molto bene gli ultimi 3-4 giri perché per me era chiara la direzione in cui si stava andando. Voglio dire, non mi era chiaro che avrei deciso il titolo, ma noi eravamo tra il settimo e il nono posto e poi sono arrivate queste nuvole sul circuito. A tre giri dalla fine ricordo di aver detto alla squadra "penso che finirà in un disastro [...]. Se dovesse piovere sarà un caos". Loro mi dissero che non avevamo niente da perdere e che saremmo rimasti fuori. Al penultimo giro stava già iniziando a piovere sull'ultima curva e io ho detto via radio "ragazzi, devo rientrare" [...]. Loro mi dissero che [...] la pit-lane era già piena di gente per la cerimonia del podio e la gente era fuori di testa perché Massa in quel momento era campione del mondo. Quindi mi dissero di stare fuori. In quel momento ero quarto, anche se non avevo informazioni e cercavo solo di sopravvivere. Non potevo tenere la macchina. [...] Non c'era nessun grip. Il mio ingegnere di pista mi disse solo che Hamilton aveva vinto il titolo, ma non che l'avevo deciso io. Io sono tornato ai box, avevo Hamilton parcheggiato davanti e gli ho fatto le congratulazioni, davanti a non so quante migliaia di spettatori brasiliani. E poi sono arrivati tutti i giornalisti a chiedermi perché avevo aiutato Lewis [...]. E io dentro di me pensavo "ma che cavolo sta succedendo?". Poi il mio fisioterapista mi ha portato via e mi ha chiuso in uno stanzino spiegandomi tutto. Massa? Non gli ho più parlato per 10 anni. Pensavo mi avrebbe ucciso.[3]
Note
[modifica]- ↑ Dall'intervista di Francesco Corghi (informazioni aggiuntive di Sven Haidinger), Glock: "Per imparare nel DTM arrivi a farti fumare il cervello!", motorsport.com, 22 aprile 2020.
- ↑ Da un intervento al podcast Formula for Success; citato in Alessandro Prada, Glock 'avverte' Audi: "Avranno una grande sfida da affrontare", formulapassion.it, 17 giugno 2024.
- ↑ Da un intervento al podcast Beyond The Grid; citato in Matteo Senatore, Brasile 2008, la verità di Glock: "Volevo rientrare, non sapevo di aver deciso il titolo", formulapassion.it, 14 settembre 2022.
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