Tito Livio Cianchettini
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Tito Livio Cianchettini (1821 – 1900), scrittore e giornalista italiano.
Citazioni di Tito Livio Cianchettini
[modifica]- Accidenti ai capezzatori![1]
- Con un torchio da me inventato ed eseguito, faccio da me tutte le parti dell'esercizio tipografico.[2]
- Il travaso delle idee nella mia recipiente testa fatto dai corpi animati ed inanimati travaso nell'altrui recipienti teste.[2]
Citazioni su Tito Livio Cianchettini
[modifica]- Cianchettini, salvo che una macchina da far denari, ha inventato e costrutto quanto si può immaginare. Oggi, visto che nessuno gli dà retta, si adatterebbe a fare il maestro di metafisico-politica e calligrafia e d'imbastitura di abiti purché potesse abbandonare questa ingrata terra, questa Milano sempre sentina di popolo imbestialito che vive ferocemente. (Gaetano Crespi)
- Il Cianchettini si paragona a Galileo e a Gesù Cristo, ma scopa la scala della caserma. (Cesare Lombroso)
- Il primo scrittore di metafisica-politica, fondatore, direttore, redattore, amministratore, compositore, stampatore e venditore del Travaso (organo ufficiale delle tribolazioni e delle allucinazioni del suo fondatore ecc.).
Cianchettini è là nella via, dritto dritto, attaccato al muro, immobile; sembra l'Uomo di pietra in pelle ed ossa. (Gaetano Crespi) - Ogni giorno è buono per Tito Livio Cianchettini, con il suo «Travaso delle idee». Alto, smilzo, occhi piccoli, barbetta bianca, le mani coperte da mezzi guanti, bombetta, fa l'uomo-sandwich con cartelli di protesta, che sono appunto il suo giornale. «Abbasso i capezzatori d'ogni risma!» è il grido che lancia e riproduce a caratteri di scatola sui cartelli appesi alla schiena, al petto e alle mani. Scritte violente, di denuncia contro tutto e tutti, da Pasquino ambulante, in sosta a piazza Colonna, in silenzio, ma in grado di attirare su di sé l'attenzione dei passanti. Che fanno crocchio intorno, gli dicono che fa bene a lanciare i suoi reclami, si complimentano con lui, finché non arriva qualche poliziotto e lo fanno sbaraccare. E lui se ne va, urlandogli «Schiavi di iniqui sfruttatori!», alla ricerca di un'altra piazza, dove possa essere visto e ascoltato. (Claudio Rendina)
- Tito Livio Cianchettini, morto pochi anni fa in istato di onesta indigenza e di serena vecchiaia, fu un mattoide celebre in tutta Italia. Era il 1871 quando lanciava per le strade di Milano il primo numero del suo Travaso delle idee, ragione e principio della sua fama. Io lo ricordo ancora, all'ingresso del Liceo Parini, dov'ero scolaro, mentre attendeva di buon mattino il nostro arrivo a frotte. Alto, esile, silenzioso, riservato, niente importuno, niente accigliato, niente scortese, pareva piuttosto un asceta di buona pasta che uno strillone. Certamente era uno strillone d'élite: il suo giornale non costava che due centesimi, e non c'era pericolo che Cianchettini non rendesse il resto a chi gli dava un soldo o più: anche se gli si offrivano con buona grazia, non accettava regali, ma li respingeva con semplicità garbata. Il suo contegno serio disarmava i motteggiatori, e Cianchettini fu sempre rispettato. (Eugenio Tanzi)
- Una sorta di Don Chisciotte in sedicesimo che aveva per elmo la bombetta con stampate sul nastro sempre nuove sentenze, e per scudo un cartellone con la scritta Accidenti ai capezzatori, ossia coloro che vorrebbero impormi capezza (corruzione di cavezza) come a bestia da tiro o da soma. (Guglielmo Guasta)
Note
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