Tullio Martello

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Tullio Martello, La moneta e gli errori che corrono intorno ad essa, 1883

Tullio Martello (1841 – 1918), economista e accademico italiano.

Storia della Internazionale dalla sua origine al Congresso dell'Aja[modifica]

  • L'Internazionale non ha alcun scopo politico; essa mira esclusivamente a scalzare dalle sue basi la società, ed ha appunto per programma la violazione di quelle leggi dalla cui pratica osservanza risulterebbero perfette le funzioni del corpo sociale.
    Insorgere contro i fatti constatati dalla scienza è follia. Spezzando il barometro non si sopprime la pressione dell'aria; decretando l'eguaglianza tra gli uomini non si supplisce all'ineguaglianza delle intelligenze, delle attitudini, delle volontà, pella quale, nel dominio della giustizia e della logica, l'eguaglianza delle condizioni è l'assioma dell'assurdo. (cap. I, pp. 2-3)
  • Quest'associazione [internazionale dei lavoratori] non vede nella società che due classi nettamente delineate e divise, senza gradazione, senza intervallo neutro, senza anello di congiunzione: gli oppressi e gli oppressori; gli uni condannati nelle bolgie dell'industria ad un lavoro senza riposo e senza ricompensa, unicamente per soddisfare le voluttà degli altri, che vivono negli ozii beati dell'opulenza; essa vede da una parte il diritto senza doveri, dall'altra il dovere senza diritti; qui gli uomini che producono senza consumare; là i sibariti che consumano senza produrre. Nella trasformazione iniziata dall'89[1] essa non vede che la successione della classe media moderna all'antica aristocrazia feudale; la potenza dell'oro sostituita alla potenza del blasone. La legge è per essa la trincea dell'ingiustizia; la religione è la tirannide dell'intelligenza, la famiglia è la catena della schiavitù; la proprietà e la coalizione del male. (cap. II, pp. 7-8)
  • I mezzi radicali che, secondo l'Internazionale, devono condurre alla felicità dell'uomo sulla terra, sono:
    abolizione della eredità: questa riforma ha per iscopo diretto l'eguaglianza nella distribuzione della ricchezza, e la proprietà collettiva degli strumenti del lavoro;
    istruzione obbligatoria, gratuita, integrale e comune ai due sessi: questa riforma ha per iscopo diretto l'eguaglianza naturale degl'individui.
    abolizione delle nazionalità: questa riforma ha per iscopo diretto la solidarietà universale degli operai. (cap. II, p. 9)
  • [...] non si ammette che gli sforzi dell'operaio debbano avere per risultato il miglioramento delle sue condizioni; capaci od inetti, attivi o indolenti, economi o scialacquatori, tutti gli operai devono essere eguali di fronte alla ricchezza; uno non può sottrarsi dalla miseria coi suoi meriti personali, se un altro vi resta pei suoi demeriti; non è già il bene dell'operaio a cui mira l'Internazionale, è la punizione di colui che sa alzarsi dal livello comune. (cap. VII, p. 46)
  • Ma la Comune di Parigi non fu una rivoluzione; fu l'agitazione furibonda e feroce della pazzia politica, fu un delirio di febbre socialista, fu un errore d'impressione nello stereotipo di un antica utopia. [...]. Una rivoluzione solleva come la procella dell'oceano i fiotti delle passioni popolari; La Comune di Parigi non seppe che rimescolare il fango degli odii cittadini e svolgerne il miasma della vendetta. (cap. XIX, pp. 162-163)

Citazioni su Tullio Martello[modifica]

  • Martello, l'antico accademico universitario, nulla ha d'accademico e d'universitario: Quest'uomo di scienza specifica e tecnica, questo pensatore disciplinato dal metodo e dal rigore obbiettivo, questo didattico che ha il ritmo e la severità necessarii all'efficacia dell'insegnamento, ha potuto rimanere immune da quelle riplasmazioni inevitabili quasi sempre deformatrici del talento naturale. (Paolo Orano)
  • Tullio Martello s'impone alla propria scienza; egli ha sempre un'idea propria da enunciare sopra e fuori dell'enunciato economico, della conclusione statistica. Egli non concepisce la sua scienza come un dominio chiuso e tanto meno chiuso attorno a lui e vuol avere ed affermare la libertà di uscirne quando ciò gli paia necessario o bello, per fare estese ed improvvise e sempre nuove perlustrazioni nei dominii chiusi o aperti delle altre scienze ov'egli cerca liberamente quel che non trova in quella ch'è ufficialmente sua. (Paolo Orano)

Note[modifica]

  1. Dal 1789, inizio della rivoluzione francese.

Bibliografia[modifica]

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