Ueli Steck

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Ueli Steck, 2012

Ueli Steck (1976 – 2017), alpinista svizzero.

Citazioni di Ueli Steck[modifica]

  • È difficile valutare il rischio. Quando mi preparo per affrontare una scalata la variante "caduta" non esiste. E affinché questo possa essere possibile occorre una preparazione estremamente meticolosa. Devi insomma arrivare ai piedi della montagna con la convinzione che andrai ad affrontarla con il 100% di possibilità che riuscirai a raggiungere la cima. Se non ho questa convinzione non parto neppure. Affronto una salita solo se sono convinto di tornare a casa.[1]
  • Quando in partita le cose non vanno bene o la stagione è traballante, c’è la tendenza di cercare nell'altro la responsabilità del risultato mancato (quel giocatore ha fatto un errore, l'allenatore scelte sbagliate) e questo è un fenomeno che si trova un po' ovunque nella nostra società. Il contrario di quando ti confronti con una parete da scalare: si parte dal basso, si deve arrivare in vetta, se non ci riesci il solo responsabile sei tu."  Fonte? Fonte?
  • Quando ripenso al percorso di Walter Bonatti, riscopro un uomo che ha saputo cercare e trovare nuove vie, nuove idee, che hanno permesso di evolvere nel mondo dell'alpinismo, ma è stato un uomo che ha saputo fermarsi, accettare che non avrebbe potuto andare oltre. Quello che ha fatto per l'alpinismo è stato straordinario, e quando ha finito di scalare ha scoperto la passione per la fotografia e per l'esplorazione. Per me è davvero un esempio da seguire.[1]
  • Scalare correndo la parete nord dell'Eiger in due ore e quarantasette minuti non ha alcun senso. Ma allargando l'orizzonte di questo ragionamento potremmo allora dire che in definitiva non ha alcun senso scalare una qualsiasi montagna. Credo che in realtà ciò che conta è sapere accettare che ciò che non ha senso per qualcuno può averne parecchio per qualcun altro. Lo so, scalare la parete nord dell'Eiger in due ore e quarantasette minuti è una impresa che non cambia i destini del mondo. Per me, però, assume un valore molto importante. Volevo essere veloce, volevo raggiungere un obiettivo che era solo mio. Il fatto di esserci riuscito in qualche modo ha cambiato anche la mia vita. Credo che ognuno di noi debba fissarsi i propri obiettivi e non pensare allo sguardo degli altri.[1]

Note[modifica]

  1. a b c Dall'intervista alla Radiotelevisione Svizzera Italiana (RSI), Ueli Steck, non solo Annapurna, pubblicata il 2 maggio 2017.

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