Un anno senza Carlo
Un anno senza Carlo, saggio d'inchiesta di Antonella Marrone, Haidi e Giuliano Giuliani.
Bands on of black, pink, white
Travelling across the night
People from every state
Witness and delegate
of Earth in its silent pain
of children in chains again
Gathered in Genoa
to mourn for our whole sick world
Viva, viva, viva Carlo
Viva, viva, viva Carlo
[...]
Questi sono i versi di una canzone scritta da due ragazzi, americani, che vennero a Genova per contestare il G8. Jennifer e Sean, voce e chitarra. Una ballata melanconica e di protesta dai toni profondi, consueti e battaglieri: ci sono dentro Sacco e Vanzetti, fragole e sangue, Pete Seger, la voce e il verso come in Joan Baez e in Violeta Parra. Si intitola Viva Carlo! Haidi Giuliani, la madre di Carlo, la ama molto. Ora che non c'è più, questo mio piccolo figlio appartiene a tutti, ma la sua vita e le sue storie, dice con lei Giuliano, il padre, appartengono solo a noi e agli amici. Alla sorella Elena che vive a Milano con il fidanzato Fabrizio e ha quasi trent'anni. Ne aveva già sei quando nacque il fratello e la mamma lavora e lei ci passa un bel po' di tempo con lui.
L'incontro con Haidi e Giuliano è un incontro che non lascia spazio alla fantasia, è un incontro di forze di terra, di memoria (di un anno e poco più) che incontra la tenacia. La disperazione ha lasciato spazio all'impegno: avvertire altri ragazzi, perché certe cose non accadano ancora. Per Carlo non c'è più niente da fare, per gli altri sì. Un anno di testimonianza. Non parliamo di Carlo, allora, della sua vita, parliamo di questo anno senza di lui, parliamo del diritto a sapere la verità, parliamo del diritto ad avere giustizia: che nessuno si permetta più di ammazzare un altro ragazzo in questo modo, e per questo, mi dicono, se può servire, siamo pronti a usare nostro figlio.
Citazioni
[modifica]- Quel giorno Carlo era incerto se andare al mare con un amico. Esce di casa a mezzogiorno e si dirige, con l'amico, verso S. Agata. Fanno un giro. Alle due del pomeriggio vengono fotografati in corso Torino, curiosi e preoccupati e soprattutto indignati nel vedere quel putiferio scatenato dai Black Block e dalle Forze dell'Ordine. (pag. 45)
- Su Carlo sono state scritte tante cose. Poche quelle vere, dice chi lo ha conosciuto. I vicini hanno raccontato di un ragazzo gentile ed educato che salutava tutti. Gli aspetti positivi di Carlo non erano troppo interessanti per la stampa e le televisioni. E torniamo, così, al tema spinoso in queste faccende di cronaca. Difficile sfuggire all'articolo tendenzioso, alla esposizione morbosa di particolari, ai titoli a effetto. Ci cascano quasi tutti i giornali e allora la delusione è più grande. Contrastare le manipolazioni: impossibile. (pag. 59)
- Ci sono responsabilità individuali, certo, ma l'impressione in questi giorni è stata che molti individui abbiano agito dietro un ordine collettivo, e così, chi più chi meno, ha seguito le proprie frustrazioni affettive, sessuali o politiche, ha eseguito inseguendo la propria ignoranza o il proprio immaginario tv, quello del poliziotto extra duro che nei suburbi americani combatte da solo contro bande di assassini. (pag. 63)
- Un anno vissuto senza Carlo, faticosamente, dolorosamente, mentre intorno cresceva la presenza degli altri che, come un fluire e rifluire di acque, ha accompagnato le mosse dei genitori sospingendoli verso incontri insospettati, verso nuovi centri di pensiero. O verso vuoti, come la mancanza delle istituzioni. Lo hanno fatto notare i giornalisti stranieri che chiedevano, nelle loro interviste, ignari, in che modo lo Stato avesse aiutato la famiglia, per la causa per esempio. (pag. 67)
Bibliografia
[modifica]- Antonella Marrone, Haidi e Giuliano Giuliani, Un anno senza Carlo, Baldini&Castoldi, 2002. ISBN 8884902479