Valentina Romani
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Valentina Romani (1996 – vivente), attrice italiana.
Citazioni di Valentina Romani
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Se mi metto in testa di fare una cosa deve venire al 100%, sia che sia un lavoro o una torta da preparare. Se le cose non vanno come speravo naturalmente lo accetto, magari mi sento un po' frustrata, ma non demordo mai.[1]
- [«Qual è, secondo lei, il suo più grande talento?»] Ascoltare gli altri, mettermi da parte se qualcuno ha bisogno di dirmi qualcosa. Oggi è difficile farlo. Siamo figli della generazione di Instagram, quella dove si guarda e non si legge, ma senza l'ascolto non siamo niente.[1]
- Io prediligo la bellezza. Se un progetto è bello e il personaggio è giusto alla fine sposi ciò che per te è vincente e quindi la vita del personaggio stesso. Il modo in cui lo racconti, che poi sia su un palcoscenico o dietro la macchina da presa, in un certo senso passa in secondo piano. Ogni ruolo mi ha lasciato qualcosa. I personaggi a cui dai vita scavano dentro di te senza che tu te ne renda conto.[2]
- Qualcuno ha detto che il successo appartiene già al passato, dunque non è da prendere troppo sul serio. Bisogna stare la gioco. È come se le persone si fidassero di te anche senza conoscerti, e questo è un vantaggio. Lo svantaggio è quando non rispettano certi momenti intimi tuoi [...][3]
- [Sul Gianicolo] Io ci andavo quando bigiavo a scuola. Lì è come se tutto si fermasse, anche la città che non si ferma mai.[3]
Intervista di Mario Manca, vanityfair.it, 24 novembre 2021.
- Quando ero piccola ero [...] irrefrenabile. [«Poi cosa è successo?»] Sono cresciuta, e ho capito che non potevo fare tutto quello che volevo. Un conto, però, è l'incoscienza, un altro l'impulsività. Crescendo ti rendi conto che sei portato a guardarti da fuori e a darti dei paletti.
- Prendo le cose di petto, non mi piace rimandare: se non riesco a trovare una soluzione, lascio andare la cosa che mi ossessiona.
- [«È sempre stata curiosa?»] Sempre. Da bambina mi bruciavo le mani sulle piastre bollenti perché avevo bisogno di sentire sulla mia pelle qualsiasi cosa.
- I giovani hanno in mano il futuro: se non gli viene data fiducia adesso, è difficile che gli venga data dopo. Il giovane ha bisogno di fiducia per crescere, e credo che i ragazzi di oggi abbiano bisogno di essere ascoltati e di raccontarsi. Siamo una generazione affidabile, ma abbiamo bisogno che qualcuno creda in noi. Quindi, veniteci incontro.
Maria Luisa Fasano, theitalianreve.com, 17 dicembre 2021.
- A volte dobbiamo accettare che i personaggi a cui diamo vita non si muovono nel mondo esattamente come faremmo noi e probabilmente questo è uno dei lati più belli del mestiere.
- Il cinema, come la televisione e il teatro sono delle potentissime forme di comunicazione. È difficile riuscire a scegliere il campo migliore, alla fine ciò che conta è quello che hai da dire, le storie che racconti. Se un personaggio è bello e lo senti su misura per te, che sia cinema teatro o tv, lo sposi.
- [«Un epic fail sul set?»] Uno dei più divertenti riguarda uno dei primi progetti a cui presi parte [...] ricordo che in una scena entrai con il pettine incastrato tra i capelli senza accorgermene!
Intervista di Mario Manca, vanityfair.it, 17 febbraio 2023.
- Sono un po' fifona, il coraggio non è la mia prima caratteristica, ma per le cose importanti lo trovo. Le cose che mi fanno paura oggi sono le perdite, ma non la solitudine. Sono affascinata da quello che mi riserva la vita, ma ho anche paura di perdere quello che ho conquistato negli anni: le amiche, le conquiste lavorative. [«Paura di perdere il successo?»] Qualcuno diceva: mi sono preparata tutta la vita al dopo-successo. Essere pronti al successo è molto più facile, bisogna tenere d'occhio il dopo. Una volta che arriva, il successo può andare via in qualsiasi momento: non bisogna dimenticarselo, altrimenti si soffre più del dovuto.
- [«[...] ha mai paura di essere troppo legata al suo personaggio?»] È un rischio [...] ma bisogna saper stare al gioco anche su questo. Poi deve essere bravo tu a dimostrare che hai tanto altro da offrire. Personalmente è più fastidioso quando mi chiamano "Valeria" anziché "Valentina". A parte questo l'importante è che sia io a scindere la Valentina persona dalla Valentina attrice: il mio è un mestiere spinoso che ti coinvolge tanto, ed è per questo che devi sempre tenerti stretta una fetta di realtà e di identità molto integra. [«Le è mai capitato di portarsi un personaggio a casa?»] Quando succede, non te ne rendi conto. È difficile essere lucidi in questo senso [...]
- [«Cos'è la felicità?»] Tante cose. Credo che siano dei momenti molto alti in cui senti che tutto è possibile, ma anche delle cose semplici: non avere bisogno di tanto e riconoscere quello che si ha.
- Oggi mi sento una donna, ma non del tutto: mi tengo stretta la mia parte bambina che mi aiuta a meravigliarmi davanti alle cose, a gioire per dei successi anche in modo esagerato. Il bambino che è in noi è quello che ci intenerisce e ci porta a vedere le cose con grande stupore, allenandoci non all'abitudine, ma alla meraviglia.
Intervista di Stefania Saltalamacchia, cosmopolitan.com, 3 marzo 2023.
- [«Recitare è davvero quello che volevi fare da bambina?»] È molto diverso da come me lo immaginavo quando avevo sei anni, ma questo non mi ha mai fatto cambiare idea. Ovviamente è un mestiere e come tutti i mestieri è richiesta massima serietà però ci vuole anche, come in tutte le cose, un pizzico di divertimento. E io finché mi diverto e mi sento al mio posto vorrò continuare a farlo. Forse quando capirò che non mi diverto più, non sarà più il mio posto, ma per il momento sì. È proprio il mio luogo, il mio habitat.
- Il momento più divertente, ma anche più delicato, è la parte di approccio al personaggio, quando leggi per la prima volta la sceneggiatura, quando incontri il regista, gli altri attori, quando cominci a dare un volto alle battute. È il momento in cui cominci a capire cosa può raccontarti il personaggio, e cosa puoi dare tu in prestito. È come quando conosci una persona nuova e sei mosso dalla curiosità di conoscere la sua storia.
- [...] della mia adolescenza e soprattutto della mia infanzia conservo lo stupore e la meraviglia. Uno dei motivi per cui faccio questo mestiere è perché mi piace godermi le cose come fosse sempre la prima volta.
Note
[modifica]- ↑ a b Dall'intervista di Mario Manca, Valentina Romani: «Senza l'ascolto non siamo niente», vanityfair.it, 12 novembre 2020.
- ↑ Da Eleonora Gasparini, Mare Fuori, Intervista esclusiva a Valentina Romani: "Amo la fragilità e il coraggio di Naditza", comingsoon.it, 24 novembre 2021.
- ↑ a b Dall'intervista di Elvira Serra a 7, Corriere della Sera; citato in Imparare la libertà. Romani e Crescentini: «Cosa abbiamo capito vivendo dentro un carcere minorile», corriere.it 21 gennaio 2023.
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