Vernon Lee
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Vernon Lee, pseudonimo di Violet Paget (1856 – 1935), scrittrice inglese.
La scultura del Rinascimento
[modifica]- La scultura dell'antica Grecia e la scultura del medioevo italiano sono rami della stessa arte; ma del tutto divergenti: anzi, direi quasi , formano due arti diverse. Ciascuna di esse ha rivelati all'umanità eguali tesori di bellezza, ma l'una copiò mirabilmente una bella realtà; mentre l'altra prese l'imperfetto e il brutto; e riuscì a formarne bellezza. L'una è l'arte meridionale, pagana, del modellatore in creta; l'altra l'arte nordica cristiana, dell'intagliatore di pietra. (p. 293)
- Granulato come fibra vivente e capace allo stesso tempo di una delicata spulitura, il marmo può riprodurre la vera sostanza del corpo umano colle sue varietà d'opaco e di lucente. Può riprodurre, sotto ai variati colpi dello scarpello, quelle ombreggiature correnti ora in un senso, ora nell'altro, secondo che la pelle riveste il muscolo o l'osso. Il marmo inoltre è così resistente e insieme così docile al ferro, che può prendere i contorni più squisitamente sottili; e si presta all'incisione più superficiale ed al taglio più profondo, in modo che la luce e l'ombra diventano il materiale dell'artista quanto la pietra stessa. Quindi il marmo consente allo scultore di cercare non solo la forma assoluta, ma la forma relativa; non solo il rilievo, ma anche il chiaroscuro. (p. 296)
- Gli scultori del '400 avevano [...] dello scarpello una sicurissima pratica, quale non ebbero, né sognarono pur d'averla, gli antichi.
Nelle mani loro lo scarpello non era semplicemente un secondo stecco da modellare, riproducente nel marmo i delicati piani, le sottili concavità e convessità trovate prima nella creta.
Per questi tagliapietre della collina fiesolana, per questi orafi di Ponte Vecchio, lo scarpello era l'emulo della matita o del pennello; e con esso, a seconda della direzione che gli si dava, potevansi così imprimere nelle forme vigorosi tratteggi, come lasciarle svanire in impercettibili sfumature. O, per meglio dire, lo scarpello era per essi un pennello tuffato nelle varie tinte del bianco e del nero, con cui, secondo che versava nel marmo le luci e le ombre, o variava a guisa di spennellate le ruvidezze e le spuliture e ogni altro modo d'intaglio, potevansi riprodurre nella pietra la sostanza delle carni, dei capelli e delle stoffe – le carni e i capelli biondi e lisci dei bambini – le carni vizze o ruvide dei vecchi – le stoffe di lana, di tela e di broccato. (pp. 302-303)
- [La scultura del '400] Arte secondaria in tempi, che davano il primato alla pittura; serva, in gran parte, dell'architettura; turbata dalla vista di corpi cresciuti a caso, e spesso cresciuti male; turbata pure da ideali ascetici e da curiosità scientifiche, la scultura di Donatello e di Mino, di Jacopo della Quercia e di Benedetto da Majano, la scultura dello stesso Buonarroti fu una di quelle fioriture artistiche, che si nutrono degli elementi del terreno rifiutati dalla più fortunata e rigogliosa vegetazione, che l'aveva preceduta. (p. 304)
Citazioni su Vernon Lee
[modifica]- Vernon Lee, come artista appartiene più alla scuola critica francese che a quella inglese. Essa ha più analogia, più affinità elettive col Taine e col Michelet, che con qualunque insigne critico inglese; benché un accento Ruskiniano vi si faccia talvolta sentire, malgrado l'autrice... Come il Michelet, Vernon Lee ha la immaginazione simpatica, la facoltà di rianimare e rievocare personaggi ed epoche spente, di vivificare le più aride e astratte teorie con la luce della poesia e col calore dell'entusiasmo. Pur nonostante l'Inglese si rivela a ogni tratto, anche quando sostiene delle cause che hanno aria di paradossi, nella logica e serrata concatenazione degli argomenti, nello scrupolo delle investigazioni, nella importanza data a esperienze o impressioni personali, nella solida architettura della composizione, e in una vena di umorismo talora benigno e indulgente, talora caustico ed aggressivo. (Enrico Nencioni)
Bibliografia
[modifica]- Vernon Lee, La scultura del Rinascimento, in La vita italiana nel Rinascimento. Conferenze tenute a Firenze nel 1892, Fratelli Treves editori, Milano, 18963, pp.293-308.
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