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Vittorio Saltini

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Vittorio Saltini (1934 – vivente), critico letterario e scrittore italiano.

  • Tolstoj molto trasse dal rapporto della moglie con lui per costruire Anna Karenina e altri personaggi, ma non volle mai trattare a fondo (pur sfiorandoli più volte) gli aspetti terribili del suo rapporto con la moglie, quali risultano dagli appassionati e disperati "Diari" di lei; che sa di non essere amata e perciò tanto più ama, in modo timoroso, umiliato, fra tristezze opprimenti, sogni di suicidio, gelosie; e tuttavia resta presa perché sempre di nuovo sente il suo potere sessuale sul marito. Dalla parte di lui, fu un forte legame spietato, senza comunicazione paritaria e spirituale, senz'attenzione per l'intimo della moglie, senza vera stima: un legame intessuto per lunghi giorni di taciturna avversione, cui tuttavia sempre si alternava un'attrazione possessiva, che durò tutta la vita. La testarda fedeltà al matrimonio come istituzione rappresentò più per Tolstoj che per la moglie (che almeno amava, quindi si sentiva innocente) una tragedia interiore, che fece anche di lui una vittima.[1]

Note

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  1. Da l'Espresso, 4 novembre 1979 e 3 febbraio 1980; citato in Cristina Cacciari, Veronica Cavicchioni, Marina Mizzau, Il caso Sofija Tolstoj, Essedue edizioni, Verona, 1981, pp. 35-36.

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