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Walter Lippmann

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Walter Lippmann

Walter Lippmann (1889 – 1974), giornalista statunitense.

Citazioni di Walter Lippmann

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  • [Nel 1932, passando in rassegna i candidati alla presidenza; Franklin Delano Roosevelt] è un uomo simpatico, che pur essendo privo delle principali qualifiche necessarie alla carica, vorrebbe moltissimo diventare presidente.[1]
  • La prova fondamentale del valore di un leader è che si lasci dietro, in altri uomini, la convinzione e la volontà di proseguire la sua opera.[2]
  • Quando gli uomini non possono più essere teisti, se sono uomini civili, devono divenire 'umanisti'.[3]
  • Quando tutti pensano nello stesso modo, nessuno pensa molto.
Where all think alike, no one thinks very much.[4]
  • [...] uno di quei [Joseph P. Kennedy] dilettanti e diplomatici temporanei [che] prendono molto sul serio i propri discorsi. Gli ambasciatori di questo genere tendono a trasformarsi in piccoli Dipartimenti di Stato che conducono una loro piccola politica estera.[5]

L'opinione pubblica

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  • I fatti che vediamo dipendono dal punto di vista in cui ci mettiamo, e dalle abitudini contratte dai nostri occhi.
  • Il nostro assunto è che ciò che l'individuo fa si fonda non su una conoscenza diretta e certa, ma su immagini che egli si forma o che gli vengono date. Se il suo atlante gli dice che il mondo è piatto, l'uomo non farà rotta verso ciò che ritiene essere l'orlo del nostro pianeta per paura di cadere giù. Se le sue mappe comprendono una fontana dell'eterna giovinezza, Ponce de León continuerà a cercarla. Se qualcuno tira su con la pala della terra gialla che sembra oro, per un po' agirà proprio come se avesse trovato dell'oro. Il modo in cui il mondo viene immaginato determina in ogni momento il comportamento dell'uomo.[6]
  • Il resoconto di un fatto è già in realtà la sua trasfigurazione.
  • Il solo sentimento che si può provare per un fatto che di cui non si ha esperienza diretta è il sentimento che viene suscitato dall'immagine mentale di quel fatto.
  • L'ipotesi che a me sembra più feconda è che la notizia e la verità non siano la stessa cosa, e debbano essere chiaramente distinte. La funzione della notizia è di segnalare un fatto, la funzione della verità è di portare alla luce fatti nascosti, di metterli in relazione tra loro e di dare un quadro della realtà che consenta agli uomini di agire.[...] La notizia non dice in che modo il seme stia germinando nel terreno ma può dirci quando appare sul terreno il primo germoglio.
  • La democrazia, nella sua forma originaria, non ha seriamente affrontato il problema derivante dalla non automatica corrispondenza delle immagini, che gli individui hanno nella loro mente, alla realtà del mondo esterno.
  • La gente crea la propria facciata esteriore proprio nel momento in cui crede di rivelare il proprio mondo interiore.
  • La maggior parte dei fatti contenuti nella coscienza appaiono in parte costruiti.
  • Nella maggioranza dei casi noi definiamo non dopo, ma prima di aver visto.
  • Non c'è nulla più refrattario all'educazione, o alla critica, di uno stereotipo. Si imprime sull'evidenza, nell'atto stesso di constatarla.

Note

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  1. Citato in John Kenneth Galbraith, L'età dell'incertezza (The Age of Uncertainty), traduzione di Giovanni Dosi e Marina Bianchi, Edizione Euroclub Italia su licenza di Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1978, p. 339.
  2. Dal New York Herald Tribune, 14 aprile 1945; citato in Elena Spagnol, Enciclopedia delle citazioni, Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894
  3. Da Una prefazione alla morale, a cura di Giuseppe Buttà, traduzione di Fabrizio Buttà, Gangemi Editore, Roma, 2012, p. 101.
  4. (EN) Da Walter Lippmann e Anne Pierce, The stakes of Diplomacy, Transaction Publishers, 2009 (2nd printing), p. 54.
  5. A proposito del discorso tenuto da Joseph P. Kennedy agli alti ufficiali della Marina britannica il Trafalgar Day del 1938; citato in Edward Klein, La maledizione dei Kennedy, p. 130.
  6. Da L'opinione pubblica, traduzione di Cesare Mannucci, Donzelli Editore, Roma, 2018. 9788868438166

Bibliografia

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  • Walter Lippmann, L'opinione pubblica, traduzione di Cesare Mannucci, Donzelli, Roma, 1995.

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