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Wilhelm Michel

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Wilhelm Michel (1877 – 1942), scrittore e critico letterario tedesco.

Citazioni di Wilhelm Michel

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  • [Le bambole di Lotte Pritzel] Aprono occhi ebbri, pieni della malinconia d'amore; si chinano imploranti sulla mano cerea di un compagno, conoscono i brividi in cui si chiudono gli occhi e allungano quasi dolorosamente le mani per difendersi, conoscono il desiderio e la dolce fatica.
Sie tun trunkene Augen auf, voll Schwermut der Liebe; sie neigen sich flehend über das wächserne Händchen einer Partnerin; sie kennen die Schauer, in denen man die Augen schließt und die Hände fast schmerzlich abwehrend ausstreckt, sie kennen Kätzchenhafte Begerlichkeit und holdes ermatten.[1]
  • Non smettiamo di credere e di sperare, ma la nostra fede e la nostra speranza ci vengono seppellite ogni giorno, e ogni giorno dobbiamo dissotterrarle nuovamente.
Wir hören nicht auf, zu glauben und zu hoffen, aber unser Glauben und Hoffen wird uns täglich verschüttet, und täglich müssen wir es wieder ausgraben.[2]
  • [Sulla sua opposizione alla rappresentazione teatrale della pièce "Santa Giovanna dei Macelli" di Bertolt Brecht a Darmstadt] [...] un beato rimescolamento di ininterrotti istinti vitali contro un tentativo artisticamente camuffato di uccidere le nostre anime.
[...] eine beglückende Regung ungebrochener Lebensinstinkte gegen einen künstlerisch verkappten Mordversuch an unsrer Seele.[3]

Note

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  1. (DE) Da Neue Wachspuppen von Lotte Pritzel, in Deutsche Kunst und Dekoration: illustr. Monatshefte für moderne Malerei, Plastik, Architektur, Wohnungskunst u. künstlerisches Frauen-Arbeiten, n. 33, 1913-1914, p. 314, digi.ub.uni-heidelberg.de.
  2. (DE) Citato in Wilhelm Michel: Bekenntnis zur Kirche, Editura Eckart Verlag, Witten/Berlino 1953, p. 10.
  3. (DE) Citato in Wilhelm Michel: Die Weltbühne, 7 febbraio 1933, p. 230.

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