Pellagra

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Eruzioni cutanee in una fanciulla affetta da pellagra (Londra, 1925 circa)

Citazioni sulla pellagra.

  • Dai da mangiare a un pollo solo mais e quello si ammala, come capitò ai primi coloni: pellagra, carenza di niacina, un sacco di disturbi, dermatite, atassia, perfino demenza. Ma dai da mangiare a un pollo mais e lisina e quello passa dall'uovo allo spiedo in sei mesi anziché otto. (The Informant!)
  • Ecco un povero fungillo microscopico, che fu accusato di aver ucciso e uccidere più uomini, che non i fucili ad ago, i chassepots[1], e le mitragliatrici.
    È lo Sporisorium maydis, volgarmente il verderame del molicone, al quale il nostro Balardini pel primo, e poi il francese Roussel, con la sanzione della Accademia delle scienze di Parigi, attribuirono la genesi della pellagra.
    E di pellagrosi, due migliaja all'anno ne ricovera l'ospitale di Milano, ne ha quasi sei mila la sua provincia, otto migliaja e mezzo la mia provincia bergamasca, quasi undici migliaja la consorella provincia bresciana; da cinquanta a sessanta mila l'Italia nostra superiore, i quali, ogni anno, vengono decimati dalla morte; e quelli, che ne rimangono, sono più presto o più tardi, dopo multiformi patimenti, anch'essi destinati a morirne. Imperocché in questa malattia è legge la morte, eccezionale il salvarsi. (Filippo Lussana)
  • La pellagra mangiava le mani e il cervello dei contadini che non avevano da nutrirsi che di polenta di formentone e pappa di castagne, impazzivano intanto che le loro mani, le mani del loro lavoro, si corrompevano fino all’osso. La pellagra l’aveva inventata la miseria d’Italia, non c’era in nessun’altra parte del mondo, era incurabile perché l’unica cura era mangiare carne e verdura e frutta, e non c’era contadino o montanaro che potesse pagarsele. (Maurizio Maggiani)
  • Malgrado la incessante propaganda orale delle nostre benemerite Cattedre ambulanti di agricoltura, che hanno contribuito con tanta efficacia alla lotta contro la pellagra; nonostante le istruzioni, i precetti e i suggerimenti diffusi largamente nelle campagne sotto forma di opuscoli stampati, di almanacchi popolari e persino di manifesti policromi terribilmente suggestivi, le nostre classi rurali non sono ancora riuscite a convincersi intieramente della necessità di sostituire con culture foraggere e con altre culture ancora più remunerative, la irrazionale seminagione del granturco cinquantino che è apportatore di pellagra; i nostri contadini non hanno ancora tutti compreso che si ammala di pellagra perché si mangia del granturco guasto allo stesso modo che si rimane attossicati quando si mangiano dei funghi velenosi. (Giuseppe Sanarelli)
  • Non si ha nomea di scienziati per poco! – Ed eccoli all'opera, costoro, e abbandonando la sicura e unica strada dell'esperimento, e delle osservazioni, inaugurato dal grande Bresciano si danno a spigolare, fra le pagine polverose degli ospedali e delle Biblioteche, pochi e rari casi studiati senza metodo, ed anzi con quello guasto dalla prevenzione o dalla fantasia, di malattie simili alla pellagra e vergini dall'uso del maiz[2] e quindi ad arzigogolare le più strane e ridicole spiegazioni sulle cause di quel morbo, dallo scottore del sole (povera Sicilia), all'onanismo, (poveri seminari), all'abuso del vino (poveri osti), fino alla sifilide, alla lebbra, che io, fino a certe muffe crittogame che piovono giù dall'alto delle capanne sul desco dei contadini!!
    Vi ebbero perfino degli spiriti bizzarri, i quali dopo molti e lunghi studii, riescirono a scoprire che la pellagra non esistette mai, il che al dir vero mi pare il non plus ultra della miope petulanza dei falsi eruditi. (Cesare Lombroso)
  • Per molti anni, a causa delle incertezze intorno alla origine del male, a causa della molteplicità delle ipotesi dottrinarie, per la scarsa praticità od efficacia dei provvedimenti proposti o adottati, l'azione degli Enti locali e del Governo era stata incerta e di esito dubbio.
    Essa si era lungamente esaurita nelle forme ormai sorpassate della beneficenza e del sussidio: pellagra era infatti, una volta, sinonimo di pauperismo e di denutrizione, sicché non può far meraviglia se, nonostante le più svariate manifestazioni dell'assistenza sociale, il numero dei pellagrosi sia andato, fino a pochi anni or sono, inesorabilmente aumentando in tutte le provincie del Regno, a misura che si veniva estendendo la coltivazione e il consumo del granturco. (Giuseppe Sanarelli)

Note[modifica]

  1. Lo chassepot, o fusil modèle 1866, era un'arma individuale in dotazione all'esercito francese nella seconda metà del XIX secolo.
  2. Mais o granturco.

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