Costantino Maes

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Costantino Maes (1839 – 1910), bibliotecario e pubblicista italiano.

Curiosità romane[modifica]

Citazioni[modifica]

  • Una pasquinata di S. Pietro e S. Paolo
    [...] Era il 1581. Una mattina si trovò la statua di San Pietro, una di quelle che sta all'ingresso di Ponte Sant'Angelo[1], vestita con cappotto da viaggio e stivaloni; e sotto l'altra, che le sta accanto, di San Paolo si vide appeso un cartello che diceva: Pietro che parti?
    In un altro cartello sotto la statua di San Pietro, si leggeva questa risposta: Paolo, collega mio, voglio fuggire da Roma, perché dubito che Sisto [papa Sisto V], il quale va rivedendo processi tanto antichi, non voglia far vendetta dell'orecchio, che 1580 anni fa troncai a Malco[2], sbirro di corte all'orto di Getsemani. (Parte prima, p. 116)
  • Immondezzajo in piazza
    [...] La nostra Roma ora si rifà tutta linda e bella, quanto sfolgorante d'inarrivabile grandezza monumentale si mostra fra le Capitali del mondo: e questa nitidezza fu senza dubbio l'Apage e lo spauracchio fortunatissimo del cholera che bussò invano alle nostre porte. Che si perseveri, che si duri!! e respingeremo, come giova augurarci, qualunque nuovo assalto.
    Ma fu ben altrimenti in passato [...]
    Venti o venticinque anni or sono (perché, conviene essere giusti, le condizioni della città nostra per tale riguardo avevano di molto migliorato negli ultimi anni di Pio IX) le strade di Roma erano un vero e sudicissimo letamaio. Un 15 centimetri di fango, di sterco, di polvere e di ogni altra lordura era l'altezza normale dello strato sudicio da per tutto; una tinta giallognola di escrementi equini smaltava poi perpetuamente e dovunque il suolo pubblico. (Parte terza, pp. 30-31)
  • Come altre volte si faceva sfollare il popolo senza squilli di trombe
    Sapete come?
    Si facevano a quando a quando lontani gettiti di monete.
    Questo costume per tener sgombra la strada dall'impedimento, che suol arrecare il popolo ansioso di vedere in occasione di feste pubbliche, era antichissimo e si tenne vivo lunga pezza a memoria di molti, che vivono tutt'ora. (Parte terza, p. 103)

Note[modifica]

Bibliografia[modifica]

  • Costantino Maes, Curiosità romane, Edizioni del Pasquino, Roma, 1983. Ristampa anastatica dell'edizione di Edoardo Perino, Roma, 1885.

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