Mimmo Lucano

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Domenico Lucano nel 2017

Domenico Lucano (1958 – vivente), politico e attivista italiano.

Citazioni di Domenico Lucano[modifica]

  • Grazie ai migranti il mio paese [Riace] è rinato. (Nel 2016 dopo essere entrato nella Lista Fortune dei 50 leader più influenti al mondo)[1]
  • Non ci sono ricette, misure, programmi definiti. Non so nemmeno se quello che ho fatto è replicabile altrove. Forse è tutto una casualità, un'avventura umana di cui all'inizio non conoscevo i rischi e nemmeno i limiti. È stata l'occasione che mi ha guidato.[2]
  • La mia è una comunità felice, perché l'inclusione conviene a tutti. Ne godono i residenti, qui riaprono scuole e ristoranti. La natalità supera la mortalità. Ne gioiscono i rifugiati che trovano case e botteghe. Tessono, ricamano, lavorano il vetro, il legno, il cioccolato. Così è rinato il centro storico. E io sono felice di sentirmi utile: non voglio poltrone, ma solo fare il bene della mia gente.[2]
  • Non so neanche chi mi abbia candidato. Forse una studentessa statunitense che ha lavorato su Riace, o una tv che si è occupata di noi. Io l'ho saputo da chi mi chiamava per farmi i complimenti, ma per me non è cambiato niente. Sono solo un sindaco che ci mette l'anima. Nonostante le difficoltà di un territorio condizionato dalle mafie, da problemi economici, dalla disoccupazione e dall'isolamento istituzionale, è un lavoro appassionante.[1]
  • È vero che appartengo alla classe degli ultimi, praticamente zero. In tutti questi anni abbiamo unito le nostre debolezze con tanti altri disperati di ogni parte del mondo. Abbiamo condiviso un sogno di una nuova umanità libera dalle mafie, dal razzismo, dal fascismo e da tutte le ingiustizie.[3]
  • Credo nella strategia di far conoscere per non essere soli, che fa paura alle mafie perché sul piano della legittimità quando accadono queste cose loro perdono consenso e quando perdono consenso vuol dire che quella è una strategia negativa per loro.[4]
  • è questo che mette in crisi il sistema. Semplicemente Riace indica un'altra via, una direzione altra dice che è possibile. Certo, in una terrada dove si emigra ancora non abbiamo risolto i problemi nè di chi è nato qui nè di chi è arrivato, e se devo essere sincero anche i miei problemi mica li ho risolti... anzi li ho peggiorati![5]
  • Qui a Riace non esistono linee di demarcazione , fili spinati, gabbie. C'è semplicemente una integrazione diffusa dove aborriamo ogni forma di nazionalismo che è alla base dei fallimenti dell'Europa in tema di processi migratori. Pochi credevano che un borgo semideserto si potesse davvero rianimare che le botteghe artigiane della tessitura della ginestra o della lavorazione della ceramica potessero davvero riaprire, che a Riace si potessero davvero organizzare asili e scuole multilingue per far crescere i figli dei migranti senza bandiere e barriere nazionali, etniche o religiose.[6]
  • Aundi mangianu milli mangianu milli e centu.[7]
  • Con Riace vince l'Italia che resiste.[8]

Il fuorilegge[modifica]

  • La politica non può ridursi a una selezione tra chi può e chi non può entrare, perché in questo modo rinuncia a se stessa. (p. 9)
  • [...] la politica che si trasforma in un puro esercizio di potere dimentica il sogno di emancipazione collettiva al quale il nostro diritto alla libertà ci chiama. (p.9)
  • Siamo liberi solo se siamo capaci di tenere assieme la responsabilità individuale e quella collettiva. (p. 11)
  • Il turismo solidale, l'economia sostenibile, il recupero delle tradizioni si mescolano e si integrano con il progetto di accoglienza che vedeva le donne riacesi al fianco di donne curde, afghane, africane, ognuna con la propria arte e il proprio bagaglio di tradizioni. Il lavoro artigianale dunque diventava anche lavoro etnografico, proiettato verso l’interno e verso l’esterno, nonché risorsa e fonte di reddito. (p. 87)
  • Riace era diventata un'utopia reale e affascinante, da ammirare e studiare. Addirittura, da esportare. Qualcuno lo ha chiamato "modello", ma si tratta semplicemente di un insieme di buone pratiche, basate su quanto permesso dalle leggi vigenti, con l'orizzonte ultimo di una società sostenibile. Nel nome della pace, della solidarietà, dell’antimafia, dell’antifascismo e dell’antirazzismo. (p. 93)
  • Non ci può essere una differenza tra i cosiddetti "migranti economici" e quelli che fuggono da un conflitto, semplicemente perché, se c'è una guerra, c'è povertà e le problematiche economiche sono inevitabili. La differenza, così come l'odiosa espressione "migrante economico", è stata un'invenzione di qualcuno che non ha mai avuto contatti reali con gli immigrati, altrimenti si sarebbe accorto che questa differenza non esiste. (p. 106)
  • Ogni volta che un uomo viene cacciato dal proprio paese, ogni volta che qualcuno rischia la vita per cercare una dignità che non ha prezzo, i suoi diritti vengono annientati insieme alla sua persona. (p. 107)
  • Credo che negli ultimi periodi della nostra vita stiamo assistendo a una degenerazione delle coscienze collettive verso una deriva anitumana. È come se stessimo sprofondando oltre il baratro della barbarie, un abbrutimento interiore che fa smarrire la dimensione umana. È il delirio della paura, un disturbo del comportamento. La soluzione potrebbe essere nella "rivoluzione della normalità", la stessa ricerca di pace e convivenza che abbiamo messo in atto a Riace. (p. 108)
  • È questo che significa essere di sinistra: è una sofferenza esistenziale che abita l'anima e che ti porti dentro, non è il legame con un partito politico ma con un'idea che nessuno può sopprimere. (p. 139)
  • Riace ha costruito la sua storia partendo dalla materia più nobile: l'accoglienza e l'integrazione. Vanno insieme, l'accoglienza non può esaurirsi in ospitalità, una comunità per crescere ha bisogno di abitare il suo territorio, di interagire con ogni aspetto di esso, di costruire dinamiche vitali, durature. (p. 163)
  • La luce del sole è l'unica barriera possibile tra un mondo che spinge alla deriva e un altro che coraggiosamente resiste e risplende. (p. 164)
  • Alla legalità non corrisponde per forza la giustizia. Senza uguaglianza non ci potrà mai essere giustizia. (p. 180)
  • Riace era la punta più avanzata di un'idea dell'inclusione e della solidarietà che sfidava lo Stato repressivo, dell'ordine, della sicurezza, della protezione dei confini, della chiusura dei porti. L'accoglienza è stato un vento che ha oltrepassato le barriere generando un’evoluzione antropologica del concetto di comunità, rendendo permeabili i confini, includendo i migranti non come rifugiati o profughi ma come autentici e preziosi cittadini. (p. 180)

Citazioni su Domenico Lucano[modifica]

  • Il riconoscimento tributato dalla rivista "Fortune" a Mimmo Lucano è una notizia che dovrebbe inorgoglire i calabresi. Certo, quell'aggettivo potente, ai giorni nostri in genere fa riferimento a un certo tipo di potere. In Calabria, invece, può significare altro: soprattutto la capacità di accogliere chi viene da lontano povero, malnutrito e soprattutto inatteso. In tale attitudine, che eredita dalle nostre antichissime radici, Mimmo Lucano è veramente potente. (Agazio Loiero)
  • È raro che il sindaco di un piccolissimo paese lontano delle grandi metropoli del mondo metta in imbarazzo i dirigenti di nazioni più forti. Domenico Lucano l’ha fatto, definendo come unico criterio per l’accoglienza dei rifugiati la compassione per il prossimo. Domenico Lucano ha fatto questo, rendendo l’umanità l’unico metro nel trattare con i rifugiati. Mentre altrove vengono costruite recinzioni e si mercanteggiano quote di ammissione, Riace da 18 anni accoglie a braccia aperte le persone fuggite da guerra e povertà, salvando con sguardo reciproco i cittadini migranti e il piccolo villaggio calabrese che è stato a rischio di estinzione. Così si realizza in Calabria quello che Domenico Lucano chiama l’utopia della normalità. In un mondo dove sempre più numerose sono le persone costrette a lasciare le loro case, non abbiamo bisogno di paura del diverso, non più odio ma più coraggio, molte più Riace e molte più persone come Domenico Lucano (Premio Dresda per la pace 2017)[9]
  • Il lavoro incredibile, titanico, bellissimo e prezioso fatto in questi anni per accogliere chi ha bisogno e per salvare noi stessi. (Roberto Saviano)

Note[modifica]

  1. a b Il sindaco calabrese tra i potenti della Terra, la Repubblica, 30 marzo 2016.
  2. a b Migranti, il sindaco di Riace nella classifica dei 50 leader più influenti al mondo di Fortune, Il Sole 24 Ore, 2 aprile 2016.
  3. Migranti, Salvini attacca il sindaco di Riace: "Sei uno zero". E lui risponde: "Orgoglioso di aiutare gli ultimi", la Repubblica, 2 giugno 2018.
  4. Tiziana Barillà, Mimì Capatosta. Mimmo Lucano e il modello Riace, p. 70.
  5. Tiziana Barillà, Mimì Capatosta. Mimmo Lucano e il modello Riace, p. 78.
  6. Tiziana Barillà, Mimì Capatosta. Mimmo Lucano e il modello Riace, p. 94.
  7. Tiziana Barillà, Mimì Capatosta. Mimmo Lucano e il modello Riace, p. 95
  8. Il sindaco Domenico Lucano: “Con Riace vince l’Italia che resiste”, rep.repubblica.it, 30 agosto 2018.
  9. Il sindaco di Riace Domenico Lucano ottiene il Premio internazionale Dresda per la pace 2017, reportageonline.it, 7 febbraio 2017.

Bibliografia[modifica]

  • Mimmo Lucano, Il fuorilegge: la lunga battaglia di un uomo solo, Feltrinelli, Milano, 2020. ISBN 978-88-07-17381-3
  • Tiziana Barillà, Mimì Capatosta. Mimmo Lucano e il modello Riace, Rubbettino Editore, 2017. ISBN 9788860445056

Voci correlate[modifica]

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