Karl Philipp Moritz

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Karl Philipp Moritz

Karl Philipp Moritz (1727 – 1793), scrittore tedesco.

Anton Reiser[modifica]

Incipit[modifica]

Nell'anno 1756 viveva nella propria tenuta a P..., luogo noto per la sua sorgente termale, un gentiluomo, il quale era a capo di una setta in Germania, i cui membri sono noti sotto il nome di quietisti o separatisti e i cui principi sono contenuti principalmente negli scritti di Madame Guion, nota mistica, che visse in Francia ai tempi di Fénelon, con il quale ella fu anche in contatto.

Citazioni[modifica]

  • Ed è certo che in nessuno il sentimento di ingiustizia è più forte che nei bambini, e nessuno può anche subirne una più facilmente; un principio, questo, di cui tutti i pedagoghi dovrebbero tener conto in ogni momento della giornata. (p. 16)
  • Com'è grande la beatitudine della limitazione, che noi pur cerchiamo di rifuggire con tutte le nostre forze! Essa è come una piccola isola felice in un mare in burrasca; beato colui che può sonnecchiare al sicuro nel suo grembo; nessun pericolo lo desta, nessuna tempesta lo minaccia. Ma guai a colui che, spinto da infelice curiosità, osa avventurarsi al di là di questa montagna crepuscolare, che limita benefica il suo orizzonte. Egli viene sbattuto su di un tempestoso mare di irrequietezza e di dubbio, cerca ragioni ignote in una grigia lontananza, e la sua piccola isola, sulla quale viveva così sicuro, ha perduto per lui tutta la sua attrattiva.[1]
  • Che questo possa rendere tutti gli insegnanti e pedagoghi più attenti e più cauti nei loro giudizi sullo sviluppo del carattere dei giovani, che essi tengano conto anche dell'influsso di infinite circostanze casuali, cercando di prendere le informazioni più precise su di queste, prima di azzardarsi a decidere, tramite il loro giudizio, del destino di un uomo, al quale forse basterebbe soltanto uno sguardo di incoraggiamento, per trasformarsi subito, poiché non la base del suo carattere, bensì una particolare concatenazione di circostanze, è stata la causa della sua evidente cattiva condotta. (p. 113)
  • [...] la considerazione di cui un giovane gode presso i suoi compagni è una cosa molto importante per la sua formazione e istruzione, su cui finora è stata rivolta ancora troppo poca attenzione negli istituti pedagogici. (p. 119)
  • Se si volessero esaminare i concetti di virtù degli uomini, forse nella maggior parte dei casi questi sfocerebbero nelle stesse idee vaghe e confuse – e da ciò si può almeno dedurre, quanto sia inutile predicare la virtù in generale senza applicazione a circostanze del tutto particolari e spesso apparentemente insignificanti. (p. 130)
  • [...] la stima di sé [...] è la base della virtù [...]. (p. 130)
  • Tutte le volte che in seguito si è ritrovato in una calca di persone si è risvegliata in lui questa sensazione di piccolezza, isolamento e di un'insignificanza molto vicina al niente. – Quanta materia simile alla mia si trova qui! Che massa di persone, con cui si fanno stati ed eserciti, allo stesso modo in cui si costruiscono case e torri con tronchi d'albero! (pp. 145-146)
  • Ciò che però aveva reso così terribile nel cimitero il pensiero della morte era l'immagine del piccolo, che, non appena si fece dominante, produsse nel suo spirito un vuoto terribile, che alla fine gli era diventato insopportabile. – Il piccolo si avvicina allo scomparire, all'annientamento – è l'idea del piccolo che produce sofferenza, vuoto e tristezza – la tomba è l'angusta casa, la bara è un appartamento silenzioso, freddo e piccolola piccolezza provoca vuotezza, la vuotezza provoca tristezzala tristezza è il principio dell'annientamento – l'annientamento è vuoto infinito. (p. 211)

Citazioni su Karl Philipp Moritz[modifica]

  • È per me come un fratello minore, della mia stessa natura, solamente trascurato e danneggiato dal destino laddove io ne sono stato favorito e prediletto. (Johann Wolfgang Goethe)

Note[modifica]

  1. In Germanica, Raccolta di narratori, Dalle origini ai nostri giorni, a cura di Leone Traverso, traduzione per Karl Philipp Moritz di Emma Sola, Bompiani, 1942, pp. 82-83.

Bibliografia[modifica]

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